Germania, più di 102mila richieste d’asilo nel 2020. In Italia sono state 26.551
In Germania nel 2020 le richieste d’asilo sono state più di 102mila, in Italia 26.551. L’accettazione delle richieste d’asilo è leggermente più alta in Germania.
Per quanto riguarda la Germania, le richieste d’asilo sono state il 30% in meno rispetto al 2019, mentre in Italia il 40%. All’interno di questi dati non possiamo considerare l’immigrazione clandestina che, chiaramente, non è calcolabile. A tal proposito bisogna anche considerare che l’Italia è tra i primi Paesi in cui arrivano i migranti, che poi si spostano in altri Stati europei. Da questo derivano le problematiche riguardo l’immigrazione clandestina nel Bel Paese. In Germania, le domande d’asilo accolte nel 2019 sono state il 13,6% rispetto alle domande. In Italia il tasso di accettazione è stato del 13,2%.
??✍? Main citizenships of first-time #asylum applicants:
?? Syrian (15% of the EU total)
?? Afghan (11%)
?? Venezuelan (7%)
?? Colombian (7%)Member States with the most first-time asylum applicants:
?? Germany (25%)
?? Spain (21%)
?? France (20%)? https://t.co/9ivYMWAwl7 pic.twitter.com/rY0pKWtoPO
— EU_Eurostat (@EU_Eurostat) March 24, 2021
Considerando questi dati, potremmo stimare che nel 2020 in Germania le richieste d’asilo accettate saranno più di 13.000. Mentre in Italia saranno poco più di 3.000. La Germania è una meta molto ambita per i rifugiati politici, precisamente desiderata da 1 su 4. La speranza di un futuro migliore è più realistica in un paese con un PIL nel 2020 pari a 3.329,0 miliardi di euro. Ma le richieste d’asilo in Germania non sono sempre un processo facile.
Il modello tedesco per le richieste d’asilo
La “Duldung Light” è una legge approvata in Germania nell’aprile 2020. Consente i rimpatri laddove non si riesca a riconoscere la provenienza del richiedente asilo. Questa verifica avviene attraverso dei “colloqui di identificazione”. A seguito delle interviste, 470 persone che hanno effettuato delle richieste d’asilo lo scorso anno sono state classificate con “identità non verificata”. Questo non significa fondamentalmente che la provenienza sia sconosciuta, ma alcuni – tra cui molti palestinesi – hanno risieduto in un Paese, senza averne la cittadinanza. In alcuni casi, delle persone sono state addirittura rimpatriate in Stati estranei alla loro provenienza. Il partito dei Verdi richiede l’abolizione di questa legge poiché è considerata “vaga” e che questo aspetto “porta all’incertezza giuridica e, nel peggiore dei casi, all’arbitrio”.
I respingimenti illegali nelle frontiere UE
Una delle motivazioni riguardo il calo delle richieste d’asilo in Europa, oltre il Covid-19, potrebbe derivare anche da alcune irregolarità. Più di 2.000 migranti sono stati respinti illegalmente nelle frontiere di Italia, Grecia, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord e Ungheria. Lo afferma il rapporto PRAB (Protection Rights At Board). Più di un terzo dei respingimenti dei migranti segnalati comprende testimonianze riguardanti violazione dei diritti umani, aggressioni, furto. Il rapporto PRAB chiede l’istituzione di un sistema di monitoraggio delle frontiere per garantire che le violazioni dei diritti umani siano adeguatamente controllate. Pretende, inoltre, che le prove di questi respingimenti illegali presentate dalle ONG siano indagati in futuro. “La buona fede non è sufficiente per garantire che la gestione delle frontiere sia conforme ai diritti umani”, afferma.
Cosa sta facendo l’UE
Per contrastare le violazioni dei diritti umani, il Parlamento Europeo ha approvato con la maggioranza dei voti un documento che chiede alla Commissione europea di negoziare e firmare accordi formali di riammissione dei migranti con i paesi non UE. In questo modo è possibile identificare i responsabili delle violazioni dei diritti umani ai danni dei migranti. Un altro punto del documento è rendere più trasparente quanti fondi UE stanno andando ai paesi non-UE, e con quale scopo. “La cooperazione con i paesi terzi non esonera l’UE dal rispetto dei suoi obblighi in materia di diritti umani nei confronti di migranti e rifugiati”, sostiene Tineke Strik – membro del partito dei Verdi – dopo aver votato il documento. E ancora: “questi obblighi devono essere rispettati attraverso un migliore monitoraggio, una maggiore trasparenza sull’uso dei fondi dell’UE e una maggiore supervisione democratica da parte del Parlamento europeo”.
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In copertina: Campo profughi siriano alla periferia di Atene, ©Pubblico dominio