Germania, l’azienda CureVac sta già testando la sua validità con le varianti

Il gruppo tedesco CureVac intende espandere i suoi studi sul vaccino CVnCoV per verificare la sua efficacia sulle varianti del virus

Lunedì 22 marzo, l’azienda biofarmaceutica tedesca CureVac ha dichiarato di voler ampliare i protocolli dei suoi studi clinici sul vaccino CVnCoV. Il gruppo tedesco intende svolgere ulteriori analisi specifiche per determinare la validità del vaccino CVnCoV sulle varianti del Covid. La società, infatti, ha preso tale decisione a causa della rapida diffusione delle varianti del virus nei paesi europei e latinoamericani. Il responsabile dello sviluppo di CureVac, Ulrike Gnad-Vogt, afferma che l’obiettivo della società è quello di offrire la migliore protezione possibile, in particolare ai gruppi di persone in età più avanzata.

Il vaccino CVnCoV

Il vaccino CVnCoV contiene l’RNA messaggero (mRNA), una molecola che porta con sé le istruzioni per produrre la proteina spike. Gli studi clinici di fase 1 e 2a del vaccino sono iniziati rispettivamente a giugno e settembre 2020. I dati provvisori di fase 1 hanno mostrato che CVnCoV è stato ben tollerato in tutte le dosi testate e la risposta immunitaria era simile a quella dei pazienti COVID-19 guariti, dimostrando che il vaccino in questa fase garantisce una buona percentuale di immunità. Per lo studio di fase 2a di conferma della dose negli anziani in Perù e Panama, CureVac ha presentato un emendamento al protocollo per includere un obiettivo secondario per l’efficacia del vaccino. Inizialmente puntava a valutare la sicurezza, la reattogenicità e l’immunogenicità del vaccino CVnCoV negli adulti. Successivamente, la società tedesca ha modificato il protocollo per svolgere un’analisi più approfondita sull’efficacia del vaccino. Infatti, 670 partecipanti tra i 18 e i 60 anni hanno ricevuto due vaccinazioni a intervalli di 28 giorni. Il vaccino è attualmente in fase di valutazione nella sperimentazione di fase 2b/3 HERALD in Europa e America Latina. L’azienda sta discutendo l’espansione delle sperimentazioni con l’Agenzia europea per i medicinali (EMA), che sta già valutando il vaccino.

Gli accordi di CureVac

Curevac attende che i dati provenienti da entrambi gli studi clinici vengano letti e analizzati nel secondo trimestre 2021. Entro lo stesso trimestre, la società tedesca intende presentare una domanda formale di autorizzazione per immettersi nel commercio. CureVac ha stipulato diverse collaborazioni strategiche con multinazionali farmaceutiche per l’ulteriore sviluppo, produzione e commercializzazione del vaccino. In particolare, ha stabilito un’accordo con Bayer per produrre il vaccino a partire dal 2022 e con Novartis, che intende produrre fino a 50 milioni di dosi del vaccino mRNA entro la fine del 2021 e fino a 200 milioni di dosi nel 2022. Nel febbraio 2021, infine, CureVac ha concordato di sviluppare vaccini con la società farmaceutica britannica GlaxoSmithKline (GSK).

CureVac

La società tedesca CureVac con sede a Tubinga è la prima azienda al mondo a sfruttare con successo l’mRNA per scopi medici. L’azienda è specializzata proprio nel campo della tecnologia dell’RNA messaggero, con oltre 20 anni di esperienza nello sviluppo e nell’ottimizzazione della molecola biologica. CureVac è stata fondata ufficialmente nel 2000, lavora nel campo della ricerca biomedica e si occupa di sviluppare nuovi farmaci capaci di aiutare l’organismo umano a combattere malattie rare o tumorali. Ultimamente la società si sta dedicando alla sperimentazione di nuovi vaccini per combattere il Covid. La società impiega oltre 600 persone nelle sue sedi a Tubinga, Francoforte e Boston, ha ottenuto 693 brevetti e possiede ottimi impianti autorizzati alla produzione di materiale per sperimentazioni cliniche.

I vaccini approvati in UE

La Commissione Europea ha firmato un contratto per un massimo di 405 milioni di dosi del vaccino mRNA. A febbraio l’EMA ha avviato la revisione del CVnCoV e sta anche esaminando il vaccino a base di proteine ​​di Novavax e lo Sputnik V. L’UE ha approvato finora quattro vaccini: vaccini a mRNA di Pfizer BioNTech e Moderna e i cosiddetti vaccini virali vettoriali di AstraZeneca e Johnson & Johnson. Vi è una differenza tra queste due tipologie di i vaccini: a mRNA e i vaccini virali vettoriali. Nella prima tipologia, una sequenza di RNA viene sintetizzata in laboratorio e, una volta iniettata nell’organismo umano, induce le cellule del corpo a produrre la proteina spike di SARS-CoV-2. Il sistema immunitario dovrebbe così identificare la proteina come un corpo estraneo e produrre anticorpi attivi contro il virus. I vaccini virali vettoriali utilizzano invece virus innocui come portatori di informazioni genetiche per il virus SARS-CoV-2. I ricercatori costruiscono il gene per la proteina spike di SARS-CoV-2 nel materiale genetico dei cosiddetti virus vettori. Lo scopo è di indurre il sistema immunitario a produrre anticorpi contro la proteina e ad attivare altre reazioni di difesa. Al contatto con SARS-CoV-2, il corpo viene quindi preparato e può contenere meglio l’infezione.

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Immagine di copertina: ©Pixabay