Germania, grazie a una donna si discute legge contro il catcalling: le molestie verbali in strada

Una giovane studentessa di 20 anni lancia una  campagna per ottenere l’introduzione di una legge contro le molestie verbali in strada

“Siamo donne, oltre le gambe c’è di più” cantavano Sabrina Salerno e Jo Squillo negli anni ’90. Eppure, essere donna nel 2021 comporta ancora dover subire commenti non richiesti da perfetti sconosciuti. Frasi come “Ciao bella”, fischi di apprezzamento, sguardi insistenti mentre si passa, rientrano in quello che è definito “catcalling”. Il termine racchiude tutta quella serie di molestie verbali rivolte alle donne per strada da parte di uomini. Tali atteggiamenti sono ben lontani dall’apparire come complimenti. Se è vero che alcune donne potrebbero sentirsi lusingate da apprezzamenti di questo tipo, secondo studi condotti sulle risposte emotive alle molestie di strada, si tratterebbe di un’esigua minoranza. Sempre più donne, infatti,  si vedono  costrette ad evitare determinati luoghi, a controllare costantemente l’ambiente circostante e a meditare su cosa indossare, per evitarli. La Germania non è esente da questo fenomeno: secondo un sondaggio della Foundation for European Progressive Studies (FEPS), due terzi delle donne tedesche ha dovuto affrontare fischi per strada almeno una volta negli ultimi due anni ed oltre il 40% di loro dichiara di aver subito apprezzamenti verbali, battute, e insulti sessisti o sessuali, talvolta accompagnati anche da gesti. Per queste ragioni Antonia Quell,  studentessa di 20 anni originaria di Fulda, ha lanciato una petizione online con lo scopo di rendere il catcalling un reato penale in Germania.

I motivi della petizione

“Non tutti gli uomini lo fanno, ma ogni donna lo sa”, così la giovane attivista motiva le ragioni che l’hanno spinta ad avviare la sua campagna di sensibilizzazione. Il referendum, indirizzato al Ministero della Giustizia e al Governo federale, è partito lo scorso agosto e in pochi mesi ha raggiunto quasi 70.000 adesioni, riscuotendo un forte interesse da parte del pubblico. Uno dei punti che la petizione intende affrontare è il fatto che, secondo il codice penale tedesco, il contatto fisico sia un requisito essenziale per le molestie sessuali. Difatti, in Germania le molestie sessuali verbali non sono classificate come un reato a sé stante. Sebbene siano previste delle sanzioni per gli insulti pubblici, difficilmente questa legge risulta applicabile anche ai casi di catcalling. Del resto, la questione è stata affrontata anche in altri paesi europei. Dal 2018 il governo Macron ha reso il catcalling punibile penalmente: chiunque aggredisca verbalmente una donna rischia una multa fino a 750 euro. Belgio, Portogallo e Paesi Bassi hanno seguito l’esempio della Francia, dichiarando illegali le molestie sessuali verbali. Lo scopo di attivare tali misure, spiega ancora Quell, non è solo scoraggiare il fenomeno tramite pene e sanzioni ma, soprattutto, quello di ribadire la necessità di stroncare sul nascere ogni tipo di violenza sessuale. Difatti, nonostante per alcuni tali commenti appaiano una questione superficiale e di poco peso, esperti hanno ribadito la necessità di condannare questo tipo di molestie. Particolare preoccupazione è rivolta ai sentimenti di insicurezza e timore nelle donne, oltre che alla possibilità di effetti psicologici gravi a lungo termine.

 

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Le strade sono un posto sicuro per le donne?

I terrificanti dettagli sull’omicidio di Sarah Everard hanno riportato al centro del dibattito internazionale la sicurezza delle donne nei luoghi pubblici. La 33enne britannica, scomparsa la notte del 3 marzo mentre tornava nel suo appartamento a South London, è stata ritrovata morta qualche giorno dopo nella foresta del Kent. Nonostante le statistiche della BKA, secondo cui più della metà dei casi di violenza sulle donne avviene tra le mura domestiche, la triste vicenda che ha colpito la giovane inglese ha messo in luce come ancora oggi le strade non siano un posto sicuro per le donne. Hashtag come #ReclaimTheNight o #Shewaswalkinghome sono diventati virali nell’ultima settimana. Lo scopo è ribadire la costante minaccia che le donne avvertono negli spazi pubblici e il loro bisogno di maggiore sicurezza. Da questo punto di vista, iniziative come la petizione contro il catcalling possono costituire uno strumento utile per prevenire e condannare ogni forma di violenza nei confronti delle donne. Già a marzo 2016 la studentessa newyorkese Sophie Sandberg aveva lanciato la pagina Instagram @catcallsofnyc: un account che si occupa di scrivere e fotografare le offese che le vittime del catcalling hanno subito. La peculiarità della campagna sta nell’immortalare la frase sessista nel punto esatto in cui è avvenuta l’aggressione. L’intento è attirare l’attenzione sul problema e dimostrare quanto possano risultare pesanti alcuni tipi di commenti. Quest’iniziativa ha presto ispirato imitatori in 150 città, inclusa Berlino, dove è nata la pagina Instagram @catcallsofoffenbach.

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Immagine di copertina: violenza-.jpg / ©Pixabay / CC0