Ciocia Basia, il gruppo di Berlino che aiuta chi vive in Polonia ad abortire all’estero
In Polonia l’aborto per malformazioni del feto è considerato incostituzionale e molte donne polacche sono costrette a rivolgersi ad una associazione berlinese
Fino a poco tempo fa, in Polonia il ricorso all’aborto era legale solo nei casi in cui la gravidanza fosse la conseguenza di uno stupro, se la vita o la salute della persona incinta fosse a rischio o se il nascituro presentasse gravi malformazioni. Oggi l’ultima delle ragioni appena elencate non è più valida: a deciderlo la Corte Costituzionale polacca lo scorso 22 ottobre. Secondo le statistiche del Ministero della Salute polacco, questo è di gran lunga il motivo più comune per un aborto. I dati rivelano che su un totale di 1100 interruzioni di gravidanza avvenute nel 2019, 1074 sono state causate da malformazioni del nascituro.
Riguardo questo tema, si tratta sicuramente del paese europeo dalle legislazioni più restrittive e ciò costringe molte donne ad attraversare i confini per andare in Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania o Ucraina.
Per tutte coloro che sono alla disperata ricerca di una via d’uscita, organizzazioni come Cioia Basia di Berlino (zia basia in polacco) rappresentano un’ àncora di salvezza.
Come opera l’organizzazione e gli ostacoli che incontra
Dal 2015 l’organizzazione supporta le donne polacche in tutte le fasi dell’aborto. L’ideatrice del progetto Zuza Dziuban che ha spiegato al Berliner Zeitung come funziona questa associazione di volontari. La maggior parte delle volte, Ciocia Basia indirizza coloro che ne hanno bisogno a organizzazioni internazionali partner come Women Help Woman, le quali a loro volta inviano loro pillole sicure per un abortire a casa. Spesso però, nel caso di gravidanze avanzate, è necessaria una procedura chirurgica, quindi Zuza e i suoi compagni prendono accordi affinché i soggetti interessati si rechino a Berlino per l’interruzione di gravidanza.
La capitale tedesca è diventata la prima destinazione per le donne polacche che vogliono abortire all’estero a causa della sua vicinanza e dei bassi costi rispetto ad altri luoghi in Europa.
È un lavoro legale quello di Ciocia Basia, ma probabilmente non del tutto sicuro. Anne Pfautsch, altra componente del gruppo, ha rivelato che spesso arrivano mail di minacce e odio da parte di politici polacchi o da Ordo Iuris, organizzazione ultra-cattolica polacca che lotta contro l’aborto.
«Cercano sempre di citarci in giudizio, ma fino ad ora hanno fallito. Ciocia Basia è attiva in Germania e quindi soggetta alle leggi tedesche. Riceviamo molto supporto da centri di consulenza e ginecologi, con i quali lavoriamo a stretto contatto» ha dichiarato Pfautsch
La pandemia ha aggravato una situazione già complessa
Lo scoppio della pandemia ha reso ancora più difficile ma non impossibile l’accesso agli aborti all’estero. I volontari dell’organizzazione hanno affrontato un enorme aumento della domanda nel 2020: le difficoltà economiche e l’incertezza per il futuro aggravate dalla diffusione del Coronavirus hanno spinto un numero maggiore di donne a scegliere di interrompere la loro gravidanza.
Dall’inizio della pandemia Ciocia Basia ha aiutato almeno 90 persone a recarsi a Berlino per abortire e almeno un centinaio ad ottenere le pillole. Anche la rapida chiusura delle frontiere in tutta Europa ha rappresentato una grande sfida a cui il gruppo di volontari ha trovato una soluzione. Per aggirare le restrizioni ai viaggi internazionali si è dimostrata sufficiente la conferma di un medico che il paziente viaggiava per una procedura medica urgente e ciò ha garantito gli spostamenti dalla Polonia verso la Germania.
Women on Web: un altro gruppo di volontari a supporto delle donne polacche
Tra le tante associazioni che perseguono lo stesso obiettivo c’è anche Women on Web un’organizzazione che da più di 15 anni aiuta le donne ad abortire nei paesi in cui riscontrano maggiori difficoltà, perché vietato dalla legge. È il caso della Corea del Sud, di diversi paesi dell’America Latina e della Polonia per l’appunto.
La fondatrice e dottoressa specialista in aborti, Rebecca Gomperts, spiega che WoW assiste non solo persone con gravidanze indesiderate nel primo trimestre ma anche le donne che al secondo trimestre scoprono gravi malformazioni fetali e vogliono abortire.
La procedura da seguire viene inviata in maniera telematica. Dopo la compilazione di richiesta di aborto sul loro sito, l’organizzazione contatta le donne interessate chiedendo loro il tempo di gestazione e il certificato di diagnosi che dimostra la presenza di malformazioni. Solo a questo punto viene prescritta la corretta quantità di medicinale da assumere (Mifepristone e Misoprostol, farmaci sicuri per l’interruzione di gravidanza).
Durante tutto l’ iter, fondamentale è la collaborazione con altre associazioni in Polonia e con alcuni medici che forniscono assistenza. Come afferma la Gomperts, questa modalità online è stata ulteriormente utile con lo scoppio della pandemia, che ha costretto al lockdown gran parte della popolazione mondiale.
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