Berlino, stretta sull’affitto di case vacanze e Airbnb

Berlino prende posizione contro le truffe immobiliari sempre più frequenti nella città

La coalizione rot-rot-grüne, che coinvolge SPD, Die Linke e i Verdi, ha raggiunto un’importante vittoria nella lotta contro le case vacanze illegali. Il tribunale amministrativo della città di Berlino ha stabilito che i gestori di piattaforme online, come Airbnb, dovranno informare le autorità sugli appartamenti offerti sulla piattaforma. La capitale tedesca sta infatti risentendo della quantità di truffe immobiliari e questa decisione, come riferisce il senatore per lo sviluppo urbano Sebastian Scheel, è della massima importanza. Nella coalizione ci sono anche voci che sostengono che il provvedimento non basti a fermare il problema e chiedono un registro degli alloggi.

Un turismo sempre più sicuro

Airbnb, piattaforma online irlandese, si è sempre fatta scudo con i regolamenti della protezione dei dati irlandesi, invocando come unica giurisdizione quella dell’Irlanda. Tuttavia, la città di Berlino ne ha denunciato la scarsa trasparenza e ha emesso una sentenza – ancora non legalmente vincolante – secondo la quale Airbnb deve concedere la possibilità alle autorità berlinesi di recuperare i dati. Questo potrebbe rappresentare un notevole passo avanti contro le truffe immobiliari non solo per la città di Berlino, ma anche per molte mete turistiche europee.

Un problema che si trascina da anni

Dal 2018 è obbligatorio avere un numero di registrazione per affittare un’abitazione a Berlino. Tuttavia, molte offerte aggirano questo regolamento, in quanto tale norma non si applica su case vacanze in locali commerciali o in edifici nuovi. Con la nuova sentenza, che obbliga a fornire informazioni sull’abitazione, risulta però particolarmente difficile nascondere le caratteristiche dell’appartamento alle autorità. Pertanto, l’assemblea legislativa di Berlino sostiene di aver trovato una soluzione al problema con il nuovo disegno di legge, che prevede ulteriori restrizioni e multe.

I dubbi sull’efficacia del provvedimento

Nella coalizione stessa ci sono molti scetticismi sull’effettiva efficacia del disegno di legge. Katalin Gennburg, membro di Die Linke, sostiene che il numero di registrazione non sia sufficiente a regolare il problema, ma che anzi serva anche un vero e proprio registro degli alloggi. Gennburg chiede inoltre che siano le piattaforme stesse a dover garantire la legalità delle offerte pubblicate sul loro sito.

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Immagine in copertina: Berlino, ©SvenBachstroem da Pixabay, CC0