Berlino 1944, un video mostra la reazione della popolazione ad un raid aereo

Un video mostra la quotidianità di una famiglia durante l’allarme antiaereo: ecco cosa significava vivere nella Berlino del 1944

Una famiglia qualsiasi in una giornata qualsiasi. Una madre, un padre, un auto, un cagnolino. Tutti in giardino a godere del tiepido sole che sembra scaldare l’atmosfera. Una scena di vita quotidiana, un ritratto che si direbbe “normale”. Se non fosse che il video ritrae una famiglia berlinese nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale. Ed ecco che scatta l’allarme antiaereo che avvisa la popolazione. Ma nessuno corre al riparo, nessuno urla a squarciagola. Le espressioni apparentemente spensierate di chi ormai si è abituato a convivere con la guerra non fanno trasparire alcun timore. Gli allarmi, gli aerei, le bombe sono ormai parte della quotidianità di ogni giorno. Non scaturisce nei protagonisti di questo breve spezzone nessun aura di terribile meraviglia. Cessato l’allarme, tutto procede con calma. Ci si avvia dentro casa, si sposta l’auto in garage. E nel mentre si continua a giocherellare con il piccolo cane. Ecco cosa significava vivere nella Berlino del 1944.

L’andamento della guerra: verso la fine del conflitto

Eppure il clima a Berlino era teso nel 1944. I bombardamenti aerei si erano intensificati a partire dal 1943. La guerra, infatti, non stava procedendo al meglio. Già nel 1943 il Terzo Reich aveva conosciuto le prime battute d’arresto: le più importanti furono lo sbarco alleato in Sicilia con la conseguente caduta del governo di Mussolini (l’intervento tedesco tuttavia aveva riparato alla situazione) e la fallimentare battaglia di Stalingrado che aveva stremato le forze militari impegnate sul fronte orientale. Anche il 1944 fu segnato da avvenimenti che hanno coinvolto l’area italiana e quella sovietica. Infatti, fondamentale per contrastare l’avanzata della Germania verso Est fu la battaglia di battaglia di Korsun’, terminata il 18 febbraio 1944 con quasi 50 000 perdite tedesche. A seguito dello scontro, le forze sovietiche riuscirono a guadagnare ancora terreno a discapito dell’esercito nazista. E indubbiamente si risollevò anche il morale delle milizie russe. In Italia, invece, gli alleati riuscirono a sgominare l’armata tedesca nella battaglia di Cassino (17 gennaio 1944 – 19 maggio 1944). Inoltre, dopo una serie di scontri, gli alleati rafforzarono la loro posizione e riuscirono a fare il loro ingresso a Roma (5 giugno 1944). Da lì proseguirono la loro avanzata liberando pian piano molte città italiane del centro. Il fronte alleato si faceva sempre più forte a discapito della Germania di Hitler, che tuttavia non accennava a voler abbandonare il conflitto.

Berlino nel 1944 e la battaglia che la coinvolse

Il 1944, dunque, fu un anno chiave all’interno della Seconda Guerra Mondiale, così come rilevante fu il ruolo della città di Berlino. La capitale tedesca non rappresentava soltanto il centro più importante della Germania, ma costituiva anche il cuore pulsante del Terzo Reich. Ecco quindi perché gli alleati scelsero di colpire proprio Berlino con una serie di bombardamenti mirati tra il novembre 1943 e il marzo 1944. Questi attacchi propugnati dal comando bombardieri della RAF (Royal Air Force) sono conosciuti con il nome di “Battaglia di Berlino”. L’intento era quello di mantenere disperse e occupate le ormai indebolite difese tedesche, fiaccare il morale della popolazione e scoraggiare la produzione industriale. A capo dell’operazione vi era Sir Arthur Harris, comandante in capo del Bomber Command della RAF. Il primo raid avvenne tra la notte del 18 e il 19 novembre 1943. Berlino fu attaccata da 440 bombardieri pesanti Avro Lancaster della Main Force e da quattro de Havilland Mosquitos, ma la città era sotto le nuvole e i danni non furono gravi. Il secondo raid ha avuto luogo nella notte tra il 22 e il 23 novembre. Questa fu l’incursione più efficace su Berlino da parte della RAF, poiché causò ingenti danni alle aree residenziali a Ovest del centro (Tiergarten e Charlottenburg, Schöneberg e Spandau). Il clima più secco ha favorito la diffusione del fuoco. La chiesa protestante commemorativa dell’imperatore Guglielmo, ora monumento ai caduti e la Nuova Sinagoga  furono gravemente danneggiate nel raid. Gli attacchi continuarono fino al 27 novembre quasi senza interruzione.

Anche nel mese di dicembre la città subì numerosi bombardamenti da parte delle forze aeree inglesi. L’attacco più rilevante avvenne nella notte del 17 dicembre: il sistema ferroviario di Berlino fu gravemente danneggiato. Le forze aeree continuarono l’operazione anche a gennaio. Nella notte tra il 20 e il 21 gennaio 1944, oltre 700 aerei della Royal Air Force inglese sganciarono circa 2300 tonnellate di bombe sulla città di Berlino. La squadra aerea tedesca cercava di reagire. I danni furono ingenti per entrambi gli schieramenti. L’attacco più potente, tuttavia, fu quello del 15/16 febbraio. Moltissimi aerei colpirono all’unisono la capitale tedesca. Furono danneggiate diverse industrie impegnate nella produzione bellica. I bombardamenti continuarono fino alla fine di marzo 1944.

 

 

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Il bilancio dopo gli attacchi aerei a Berlino

Durante i bombardamenti la Germania decise di reagire cercando di colpire a sua volta la capitale inglese. La Luftwaffe si vendicò con la Unternehmen Steinbock (Operazione Capricorno) contro Londra e altre città britanniche da gennaio a maggio 1944. Tuttavia le operazioni si conclusero in nulla di fatto. Infatti, come sostiene Kevin Wilson, nonostante la devastazione di Berlino, i raid britannici non riuscirono a raggiungere i loro obiettivi. Il bombardamento ha impedito l’aumento della produzione tedesca e ha causato il dirottamento delle risorse da scopi offensivi a scopi difensivi, ma il morale dei civili tedeschi non si è spezzato. Le difese e i servizi essenziali di Berlino furono mantenuti e la produzione bellica nella grande Berlino non cadde.

Tuttavia, molti furono i morti e i feriti. Le stime non dichiarano numeri univoci in tal senso. Si pensa tuttavia che le persone uccise durante i bombardamenti oscillino tra le 4.000 e le 8.000 circa. I dispersi furono più di 2.0000. Coloro che sono rimasti feriti si stima possano essere tra i 10.000 e i 17.000 (senza contare coloro che sono rimasti sfollati a causa del crollo delle proprie abitazioni). I fumi tossici e la polvere causati dai bombardamenti hanno causato nelle persone sintomi influenzali e problemi respiratori.

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Immagine di copertina: Berlin 1944, Screenshot da Youtube