A Berlino la centrale della Stasi si trasforma in un cinema open air
Nel cortile interno dell’ex sede della Stasi torna anche quest’anno una rassegna cinematografica all’aperto
Ripartono le proiezioni che trasformano il cortile dell’ex sede della Stasi, un tempo luogo di repressione e ingiustizia, in un cinema all’aperto. Dal 7 agosto al 4 settembre, i documentari e i lungometraggi proposti, proprio come l’anno scorso, riguarderanno il tema della Stasi. Si tratta di un’iniziativa che punta ad educare sul ruolo che l’organizzazione ebbe durante la DDR, prefiggendosi di riaprire il dibattito sulla realtà quotidiana nella Germania Est e sulla rappresentazione della Stasi nella filmografia moderna.
La programmazione delle proiezioni
Per quattro settimane, a partire dalle 19.30 sarà possibile assistere alle proiezioni. Ogni martedì si propone un documentario, mentre nei giorni di giovedì e sabato un film sul tema della Stasi. Documenti cinematografici originali provenienti dall’archivio completeranno il programma. Inoltre, al termine delle proiezioni avranno luogo brevi dibattiti con la partecipazione di registi ed esperti che coinvolgeranno anche il pubblico. Prima della visione del film, invece, è consigliabile effettuare una visita guidata al museo e alla mostra dell’archivio.
La rassegna si aprirà sabato 7 agosto con il film di Bernd Böhlich, “E di fronte al futuro” (Und der Zukunft zugewandt). Il film racconta la storia di Antonia che, ingiustamente condannata con un processo di cinque minuti, viene esiliata in un campo di prigionia sovietico. Anni dopo, nel 1952, la donna si trasferisce nella DDR con la figlia malata. Per ottenere un lavoro e una sistemazione dovrà firmare un accordo di riservatezza sulla sua vita precedente, un prezzo che si rivelerà pesante da pagare.
Lo Stasimuseum e l’archivio dei documenti della Stasi
All’interno dell’edificio storico che ospiterà la rassegna cinematorgrafica ha sede il Museo della Stasi (Stasimuseum) che espone documenti, immagini e contributi audio e video raccolti dalle spie dell’organizzazione. Il museo contiene tutti gli oggetti utilizzati quotidianamente dai membri dell’organizzazione per spiare e tenere sotto controllo la popolazione: cavi, microspie, ricetrasmittenti, macchine fotografiche. Questi sono affiancati da slogan, manifesti e cartelloni propagandistici a dimostrazione di come l’ideologia comunista venisse diffusa attraverso vari canali per raggiungere tutti i cittadini. Si possono poi osservare gli arredi originali degli uffici, rimasti praticamente inalterati dal 1989, anno della caduta del muro e dello scioglimento della Stasi. Infine, una sezione è internamente dedicata ai movimenti di opposizione al regime e alle testimonianze delle storie di uomini, donne, bambini catturati, torturati e uccisi perché sospettati di essere nemici del sistema.
La mostra dell’Archivio Stasi propone invece documenti, foto, diapositive, video, filmati, supporti sonori che contengono un’ampia varietà di informazioni, da fatti generali a dettagli intimi, delle persone che un tempo abitavano nella DDR. Tra i materiali selezionati, oltre alle schede delle vittime e dei carnefici, sono esposte anche schede fattuali apparentemente banali e materiale didattico interno della Stasi. Infine, il percorso della mostra fornisce degli approfondimenti sui metodi per la distruzione psicologica degli oppositori, sulle perquisizioni domiciliari e sulle tecniche di sorveglianza. Risulta chiaro come per decenni la Stasi abbia violato i diritti umani praticamente in tutti gli ambiti della vita quotidiana.
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