A Berlino ci si organizza per espropriare le grandi agenzie immobiliari di centinaia di appartamenti
La battaglia degli attivisti contro l’aumento degli affitti a Berlino punta sull’espropriazione degli appartamenti delle agenzie immobiliari.
A Berlino è partita una campagna organizzata da attivisti locali per l’edilizia abitativa e per il diritto alla città. La campagna prevede una raccolta firme nel tentativo di imporre un referendum sulla questione degli affitti nella capitale. L’obiettivo della campagna è quello di espropriare le società immobiliari private che possiedono più di 3.000 appartamenti, trasformandoli in proprietà pubblica in cambio di un risarcimento per le agenzie. La capitale tedesca è stata uno dei mercati immobiliari in più rapida crescita al mondo. Nel 2018 ha scavalcato diverse capitali mondiali, con prezzi medi aumentati di oltre il 20% rispetto all’anno precedente. I dati di Guthmann Estate, una società immobiliare di Berlino, mostrano che l’affitto medio nella città è aumentato di oltre il 70% tra il 2012 e il 2021. La campagna punta il dito soprattutto contro Deutsche Wohnen, il più grande proprietario privato di appartamenti di Berlino.
Berlino metà preferita dopo la crisi del 2008
Jenny Stupka è l’organizzatore della campagna. In un’intervista ha affermato che «a seguito della crisi finanziaria del 2008 molti investitori hanno puntato gli occhi su Berlino. C’era molto profitto da realizzare perché gli affitti erano piuttosto bassi». Oggi circa l’85% delle persone a Berlino affittano le proprie case. Secondo un recente sondaggio, circa il 47% dei berlinesi sostiene l’idea di espropriare le principali società immobiliari. Il 44% dei berlinesi, invece, si oppone all’idea e poco più del 9% è indeciso. Gli attivisti dovranno raccogliere 170.000 firme entro giugno per attuare un referendum a settembre. Dopo due mesi è stata raggiunta quota 130.000 nomi, di cui il 75% sono state dichiarate valide. Gli attivisti dell’edilizia abitativa hanno subito una battuta d’arresto il mese scorso dopo che la corte costituzionale tedesca ha annullato il congelamento degli affitti per 5 anni introdotto l’anno scorso.
Due articoli della Costituzione tedesca a sostegno del referendum
Nella Costituzione tedesca sono presenti due articoli che potrebbero essere utili per l’attuazione del referendum. Secondo l’articolo 14 «l’espropriazione della proprietà privata può avvenire per il bene comune, se viene pagato un adeguato risarcimento». In questo momento, lo stato sta costruendo un’autostrada attraverso i quartieri Neukölln e Treptow di Berlino su un terreno che è stato espropriato. Nell’articolo 15, invece, la Costituzione afferma che «la terra, le risorse naturali e i mezzi di produzione possono essere trasferiti alla proprietà comune o ad altre forme di economia pubblica ai fini della socializzazione». In questo contesto, socializzare significherebbe impossessarsi della proprietà delle più grandi società immobiliari private di Berlino in cambio di un risarcimento. Queste proprietà diventerebbe dunque proprietà pubblica. Stupka, ha affermato che «nel socializzare questi appartamenti, si mira a trasformarli in proprietà della comunità, gestirli senza cercare di realizzare un profitto e democratizzare il modo in cui vengono curati e come vengono prese le decisioni riguardanti gli appartamenti».
WOW! Wir dürfen heute unsere offiziellen Halbzeit-Zahlen bekannt geben und sind hin und weg. ?? 130.000 Unterschriften! ?
Einen Riesendank an unsere fleißigen Sammler:innen und die wunderbaren Kiezteams! ✊
Noch 2 Monate ⏭️ Wir packen das! Denn die Zahlen zeigen: (?) pic.twitter.com/GMcLRRvIKE— Deutsche Wohnen & Co Enteignen (@dwenteignen) April 26, 2021
Il prezzo per l’espropriazione
In una dichiarazione rilasciata a settembre, il Senato di Berlino ha affermato che la questione del referendum riguarderebbe più di 200.000 appartamenti in città. Il valore di mercato stimato di queste proprietà dal governo berlinese è di circa 36 miliardi di euro, mentre gli attivisti valutano tale patrimonio 8 miliardi di euro. La Costituzione tedesca afferma che la compensazione dovrebbe riflettere un equilibrio tra gli interessi del pubblico e quelli di altre parti interessate. Ma resta il problema per cui nonostante i berlinesi votassero a favore dell’espropriazione dei principali proprietari terrieri privati a settembre, il referendum non è giuridicamente vincolante. E affinché qualsiasi esproprio avvenga effettivamente, il governo dello stato dovrebbe approvare una legge che delinei come avverrebbe e l’importo del risarcimento che le società immobiliari riceverebbero.
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Fonte copertina: Berlino © Pixabay