10 minuti di straordinarie immagini di Berlino nel 1935: Berlin bleibt Berlin
Uno sguardo alla Berlino di 86 anni fa. La propaganda che esaltava la città in vista delle Olimpiadi del 1936
Questo breve documentario diretto e sceneggiato da Hans Cürlis nel 1935 è un’autentica macchina del tempo. Si tratta di un film propagandistico, realizzato per incoraggiare i viaggi estivi in Germania. Una presentazione che mirava ad esaltare l’immagine dell’odierna capitale tedesca anche in vista delle Olimpiadi che avrebbe ospitato l’anno successivo.
Se è vero che ‘Berlin bleibt Berlin’ (Berlino resta Berlino), inevitabile è il paragone tra le immagini in bianco e nero e l’attuale città. Molti dei punti di riferimento mostrati sono familiari ma in qualche modo diversi, altri, invece, sono del tutto scomparsi. È passato più di mezzo secolo da quando le auto circolavano liberamente tra i pilastri della porta di Brandeburgo ed edifici come il Berlin City Palace ( dimora degli elettori e degli imperatori) o la Cancelleria del Reich (residenza ufficiale di Hitler) oggi non esistono più.
1935 (NS): Berlin bleibt Berlin from Patrik Bergreen on Vimeo.
Berlino, le Olimpiadi e le leggi razziali
La vibrante voce fuoricampo di Theodor Mühlen illustra Berlino come un punto di incontro per tutti i viaggiatori, una città orientata al futuro con grandi industrie quali la Siemens e la AEG che offrono nuovi posti di lavoro. Ma non è tutto. É elogiata anche come centro culturale della Germania, in cui importanti musei e università hanno la loro sede, praticamente il fiore all’occhiello del paese. Proprio in virtù dell’esaltazione proposta, Berlino era il luogo adatto ad ospitare i giochi olimpici nel 1936. Le Olimpiadi, per l’appunto, avrebbero rappresentato lo strumento migliore per mettere in vetrina la nuova Germania di Hitler e del Ministro della Propaganda Joseph Goebbels: una Germania nuova e invincibile. Ma dietro la propaganda di una competizione all’insegna del pacifismo, Hitler iniziava nel settembre 1935 una terribile politica discriminatoria con la promulgazione delle leggi razziali di Norimberga: gli ebrei venivano privati della cittadinanza e dei diritti politici.
Luz Long, un esempio di come lo sport scavalca le barriere ideologiche
Se per gli atleti lo sport è lealtà onesta e rispetto della competizione, per i dittatori rappresenta l’affermazione della propria invincibilità, del potere e della superiorità proprio come fece Hitler con i suoi campioni.
Nell’edizione del 1936, la Germania si aggiudicò un totale di 89 medaglie, di cui 33 d’oro, 26 d’argento e 30 di bronzo. Tra gli atleti più celebrati ci fu Long Carl Ludwig detto Luz, che si classificò secondo nel salto in lungo (7.87mt) preceduto dall’americano Owens Jesse (8.06 mt). Al di lá del loro indiscutibile talento li legava un’amicizia che era nata in occasione dei giochi olimpici, oltre che un grande senso di sportività. Fu proprio Luz a consigliare all’avversario la strategia vincente, suggerendogli di anticipare lo stacco. Ma come tutti gli apparenti primati del Führer anche l’atleta non vedrà un esito positivo nella vita. Chiamato a combattere nel conflitto mondiale alla fine del 1942, morirà in Sicilia l’anno successivo. Aveva 30 anni ed era da poco diventato padre. L’ultima lettera la scrisse proprio al suo amico Owens dove gli chiese di andare a parlare col figlio e così fece l’atleta americano. Finito la guerra si recò in Germania dove spiegherà al figlio di Luz il valore dell’amicizia in un mondo di odio e distruzione. Un esempio di come lo sport scavalca le barriere ideologiche.
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