“Uomini come te non possono rappresentare il Paese”. La Germania pubblica documento sulla discriminazione dei soldati omosessuali

Lo studio è stato pubblicato dal Ministero della Difesa e analizza le sistematiche discriminazioni avvenute dentro l’esercito tedesco dal 1955 al 2000 ai danni di soldati omosessuali

Il rapporto era stato commissionato dall’ex Ministro della Difesa Ursula von der Leyen, in carica dal 2013 al 2019. Autore del documento, intitolato Taboo e tolleranza: il trattamento degli omosessuali nel Bundeswehr, è il Tenente Colonnello Klaus Storkmann, incaricato di indagare sulle discriminazioni contro i soldati omosessuali all’interno dell’esercito tedesco, il Bundeswehr. Storkmann ascoltò le storie di circa 60 soldati che fecero parte del Bundeswehr dal 1955 fino al 2000. È in quell’anno che il Governo tedesco, finalmente, emanò una legge per proteggere dalle discriminazioni i soldati omosessuali all’interno dell’esercito. Ma negli anni precedenti, come testimonia il report di Storkmann, gli omosessuali furono pesantemente discriminati. L’attuale Ministro della Difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer, dopo la pubblicazione del rapporto, secondo DW, ha dichiarato che «non possiamo più nascondere la testa sotto la sabbia. Durante il XX secolo all’interno del Bundeswehr i soldati omosessuali sono stati sistematicamente discriminati. Questo è stato sbagliato allora ed è stato sbagliato allora. Chiediamo scusa».

«Non possiamo mandare persone come te nel mondo a rappresentare l’esercito tedesco»: la testimonianza dal passato di un soldato omosessuale

«Non posso credere che questo sia successo davvero, mi sembra di sognare» sono le parole di Dierk Koch, oggi 77enne, che aveva prestato servizio nell’esercito tedesco negli anni ’60, a proposito della pubblicazione del rapporto. Koch, nel 1964, sarebbe dovuto partire per prestare servizio alle Olimpiadi di Tokyo. Pochi giorni prima della partenza venne chiamato dai suoi superiori che gli comunicarono che, non solo non sarebbe partito, ma sarebbe stato congedato con disonore. La sua colpa? Essere omosessuale. «Non possiamo mandare persone come te nel mondo a rappresentare l’esercito tedesco» questo è quello che i suoi superiori gli dissero. Koch, all’epoca, aveva solo 21 anni. Questa è solo una delle storie raccolte da Storkmann e che, purtroppo, sono venute alla galla quasi 50 anni dopo. Recentemente Koch è stato premiato per i servizi resi alla nazione durante un evento organizzato dal Ministero della Difesa. Durante la cerimonia il Ministro Kramp-Karrenbauer ha pubblicamente chiesto scusa a Koch, a nome di tutta la Germania

Ma sono state raccolte anche testimonianze ben più recenti di soldati omosessuali

Come raccontato da Chris, soldato che ha abbandonato l’esercito nel 1992, molto spesso gli omosessuali venivano costretti a subire esami medici a cui gli altri soldati non erano sottoposti. Inoltre venivano spesso isolati dagli altri soldati, terrorizzati dal fatto che un omosessuale potesse violentarli. Per stilare il rapporto Storkmann ha ascoltato anche soldati ancora in servizio, collaborando con l’associazione QueerBW che offre assistenza legale (ma non solo) ai soldati omosessuali. Perchè, come racconta Bäring, soldato di 25 anni e portavoce di QueerBW, «anche se oggi i soldati gay sono legalmente protetti, hanno comunque ancora paura di essere discriminati». Il report ha portato a galla tutte le ingiustizie che i soldati gay hanno dovuto subire nel corso degli anni e che durano tutt’oggi. Si spera che questa presa di consapevolezza da parte del Governo, pur in grave ritardo, sia il primo passo verso la definitiva scomparsa di deprecabili atteggiamenti all’interno dell’esercito tedesco.

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Immagine di copertina: PanzergrenadiereCC BY-SA 2.0 ©Bundeswehr/S.Wilke