Nipote rinnega il nonno nazista, diventa famoso, ma fa soldi con il suo passato. Condannato per frode

Se il passato nazista diventa opportunità economica: la fama di Rainer Höss e la condanna per frode

Rudolf Höss non è il nonno che tutti si augurano di avere. Non solo ha contribuito personalmente alla costruzione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau ma ne divenne anche il comandante, dal 1940 al 1943. Höss fu processato per crimini di guerra nel 1947 e condannato all’impiccagione proprio davanti all’ingresso del crematorio di Auschwitz. Sino all’ultimo momento Höss non mostrò nessun segno di pentimento per l’uccisione di milioni di prigionieri. Suo nipote, Rainer Höss, era ancora molto giovane quando apprese il fatto che il nonno fu uno tra i più spietati carnefici nazisti. Da allora ha sempre condannato pubblicamente le atrocità commesse dal suo avo. Ma, negli ultimi tempi, Höss è stato accusato di aver sfruttato la triste fama del nonno per guadagnare denaro. Secondo quanto riportato dalla Deutsche Welle, Höss avrebbe venduto delle foto fatte dal nonno ad Auschwitz, anziché donarle gratuitamente al museo Yad Vashem a Gerusalemme. Ma non è stato l’unico gesto moralmente discutibile fatto da Höss per guadagnare denaro sfruttando le tragedie provocate dal nonno, tanto da essere stato condannato per frode.

Dalla sensibilizzazione delle nuove generazioni alla speculazione sull’Olocausto: la vergognosa parabola discendente di Rainer Höss

Höss è diventato famoso per aver accompagnato studenti, giovani e adulti al campo di concentramento diretto dal nonno, sensibilizzandoli sulle atrocità commesse durante la II Guerra Mondiale. In segno di rispetto verso le centinaia di migliaia di persone uccise dal nonno si è perfino tatuato una Stella di David sul petto. Eva Mozes Kor, sopravvissuta all’Olocausto, l’ha simbolicamente adottato come ‘nipote’ e con lui ha realizzato un documentario sul campo di concentramento di Auschwitz. Ha inoltre collaborato con il giornalista israeliano Eldad Beck. Ed è proprio Beck ad aver denunciato, pochi mesi fa, il fatto che Höss, in realtà, si stesse arricchendo vendendo cimeli, fotografie e documenti appartenuti al nonno. Oltre alle foto vendute al museo Yad Vashem Höss, nel giugno del 2020 è stato condannato per frode dal tribunale di Leonberg in Baden-Württemberg. Il giudice Jasmin Steinhart lo ha condannato a otto mesi di reclusione, condanna poi sospesa se Höss avesse svolto servizi utili alla società, e al pagamento di una multa di 17.000 euro. Il verdetto è legato ad un falso progetto di un film. Höss avrebbe chiesto in prestito i 17.000 euro a un uomo d’affari tedesco per finanziare un film sull’Olocausto. Promettendo di avere a disposizione una proprietà dal valore di milioni di dollari, Höss, in realtà, era già pieno di debiti.

Anche il fratello ha smentito alcune dichiarazioni di Höss

Kai Höss ha smentito alcune dichiarazioni fatte da Rainer in un libro pubblicato nel 2013. Kai, un prete protestante, aveva rotto un silenzio durato anni per contraddire alcune accuse fatte dal fratello contro loro padre in un’intervista al Sunday News. Rainer nel libro diceva che Hedwig Höss, la nonna dei fratelli e vedova del carnefice fosse ancora una fervente nazionalsocialista. La stessa accusa è stata rivolta da Rainer a suo padre. Kai ha invece dichiarato che, nonostante il nonno, in casa loro non aveva mai sentito parlare di nazismo, né aveva mai notato in sua nonna o suo padre atteggiamenti vicini all’ideologia di estrema destra.

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Immagine di copertina: Pixabay -© DzidekLasek/1345