L’ancora più drammatica situazione dei senza tetto a Berlino in questi giorni
La situazione dei clochard a Berlino durante l’epidemia del Covid-19 è sempre più drammatica, ne parla nel suo blog il docente universitario, giornalista e grafico online André Hoek
Lunedì 16 marzo il docente ha comunicato tramite il suo blog che la quotidianità dei senzatetto che vivono a Berlino, più in generale in Germania, è ancora più a rischio. Durante l’emergenza del Coronavirus, molte strutture e gran parte del personale si è tirato indietro nell’aiuto di queste persone. La situazione è alquanto drammatica. Dopo essere stato contattato da una giovane coppia di senza tetto si è reso conto di quanto fosse difficile aiutarli. “Non importa dove ho chiamato – uffici di assistenza sociale, assistenza abitativa sociale, uffici distrettuali, il telefono del cittadino, ovunque, non ho avuto alcuna risposta al telefono. I centralini si sono rifiutati di collegarmi o di darmi i numeri di telefono corrispondenti.” Purtroppo sono in tanti anche i gruppi di volontari ad aver abbandonato la causa. André Hock continua dicendo che seppure si parla di gruppi altamente a rischio, perché maggiormente esposti al contagio, non si possono lasciare al loro triste destino. Si registra la stessa situazione nella maggior parte delle organizzazioni di aiuto ufficiali per i senzatetto: donazione del cibo bloccata, docce vietate. La struttura vicino la stazione di Lichtenberg non permette più ai senzatetto di avere aiuto medico. Fatta eccezione solo per le persone che hanno già ricevuto medicinali permanenti. Tutti gli altri saranno sprovvisti dei medicinali. Come si può prendere una decisione del genere? Interrompere le cure mediche in tempi di Corona?
L’invito di André Hoek a mantenere la calma e a donare
Il docente dell’università per i senzatetto lancia un grido d’aiuto sul suo diario di bordo online:
“Cari collaboratori delle autorità, degli uffici e delle organizzazioni umanitarie. Per favore, non impazzite. Non siamo minacciati da un’apocalisse di zombie in Germania. Abbiamo una situazione grave ma tutt’altro che drammatica. Ma con il vostro comportamento attuale farete in modo che la situazione degeneri. Presto potremmo dover temere più morti per la mancata assistenza che per il Coronavirus. Capisco perfettamente quando i dipendenti appartenenti a gruppi a rischio (si riferisce agli anziani) si ritirano dai loro uffici e dalle loro sedi. Allora perché non lasciare che i giovani prendano il sopravvento? E i gruppi a rischio potrebbero, ad esempio, rispondere al telefono. Inoltre, ho appreso da conversazioni telefoniche con altri senzatetto che la disponibilità a donare è in forte calo. Il reddito dei senzatetto, che in circostanze normali riuscivano a malapena a sopravvivere, si è dimezzato. E ci sono anche molti meno giornali per i senzatetto che vengono venduti. Queste entrate servono alla sopravvivenza immediata! Se sono troppo basse, la sera il piatto è semplicemente vuoto. Vi prego là fuori, aiutate i senzatetto donando soldi, soprattutto adesso! Hanno bisogno del vostro aiuto ora più che mai!”.
L’università per i senzatetto Obdachlosen-Uni
L’Obdachlosen-Uni è l’università per i senzatetto di Berlino. E’ stata fondata nel 2012 e segue come modello quello austriaco della Megaphon-Uni di Graz. L’obiettivo dell’ideatore dell’università per i senzatetto, Maik Eimertenbrin, è quello di risvegliare l’interesse per l’arte, la musica, la conoscenza, in persone che spesso sono demoralizzate e hanno poca fiducia in sè stessi. Le materie spaziano tra lingue straniere, filosofia, geografia, corsi di cucina, lezioni di chitarra e pittura. Ci sono anche materie che esortano a lasciare la vita di strada e ricominciarne una nuova. Gli insegnanti sono tutti volontari, come riporta il Morgenpost. A volte capita che siano proprio i senzatetto a salire in cattedra e tenere una lezione. Tante persone infatti, pur vivendo in strada, sono istruite o lavoravano in diversi settori. Grazie a questa iniziativa possono recuperare l’interesse per la vita e aiutare persone che si trovano nella loro stesse difficili condizioni. Eimertenbrink racconta che c’è chi è stato falegname o guida turistica in Egitto e quindi insegna a lavorare il legno. O chi invece racconta la propria esperienza personale, che possa essere d’esempio per gli altri. E’ il caso di Klaus, un uomo di 57 anni che spiega come è riuscito ad uscire dall’alcolismo e a inserirsi nuovamente nella società. Il progetto è stato premiato nel 2013 dalla cancelleria federale – come riporta Focus– nell’ambito di un concorso nazionale per incentivare iniziative nell’ambito del sociale. Da tre anni Klaus fa la guida e si occupa di portare i turisti in giro per la città. Si tratta di una visita diversa, curiosa e allo stesso tempo interessante. La capitale tedesca è raccontata dagli occhi dei clochard. L’università ha diverse sedi sparse per tutta la città. I corsi sono completamente gratuiti e possono iscriversi tutti indistintamente dal loro status sociale, anche se l’obiettivo principale rimane quello di dare una chance ai senzatetto. L’università per i senzatetto di Berlino ha un suo sito e una sua pagina Facebook.
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Immagine di copertina: Pixabay