La vendemmia del vino ghiacciato della Germania fallisce per la prima volta
I primi risultati negativi del cambiamento climatico cominciano a verificarsi sulle tavole tedesche
2020. Sui social impazzano foto di ghiacciai sciolti e orsi polari affamati. Sulle tavole tedesche quest’anno mancherà il famoso vino di ghiaccio, comunemente chiamato in Germania “Eiswein”. A causa dell’aumento della temperatura la raccolta del vino ghiacciato non è riuscita. L’Istituto vinicolo del Paese nei giorni scorsi ha rilasciato delle dichiarazioni. Non solo ha spiegato la diminuzione della produzione del famoso vino dolce durante l’anno, ma ha spiegato come il costante aumento della temperatura anche nelle regioni più fredde della Germania porterà alla scomparsa del vino da dessert. Le solite regioni tedesche coltivatrici di questo vino sostengono non ci sia mai stato un inverno così caldo. La temperatura ideale solitamente è – 7°. Come si legge nella testata tedesca, Ernst Büscher dell’Istituto Tedesco del Vino, il 2019 passerà alla storia come l’anno in cui è fallita per la prima volta la vendemmia del vino di ghiaccio. Anche nei due anni precedenti i viticoltori avevano faticato a produrre il prezioso vino. Secondo una stima fino al 2015 le produzioni erano più regolari.
Il vino in ghiaccio necessita di basse temperature
L’aumento delle temperature durante l’inverno porta con sè un conseguente aumento delle temperature estive. Estati più calde e più lunghe pongono difronte ad un ulteriore sfida i viticoltori. Le uve destinate al vino “ghiacciato” così matureranno prima. Durante le estati le uve devono ricevere tanto sole per maturare pienamente. Se le calde temperature si protraggono ciò significherà un calendario di maturazione più lento. Un arrivo di un autunno più lontano. Le prospettive di una vendemmia rovinata stanno lasciando i viticoltori sempre più riluttanti ad affrontare la sfida di produrre vino ghiacciato. Quest’anno non si sono raggiunte le temperature necessarie. Solitamente è indispensabile che l’uva resti sulla pianta a – 8°/ – 10°. Dopo che la temperatura si è stabilizzata su questi valori, è possibile procedere alla vendemmia. Quest’ultima si tiene preferibilmente nelle ore più fredde, all’alba o durante la notte. Più i grappoli sono ghiacciati, maggiormente elevata è la qualità del vino. Va da sé che le annate in cui le temperature non scendono a tali livelli, non si produce vino de ghiaccio.
Conosciamo meglio il famoso Eiswein
La prima annata è databile 1974. In Franconia vi erano temperature bassissime. I grappoli erano praticamente inutilizzabili. I vignaioli piuttosto che rinunciare all’intero raccolto decisero di vendemmiare ugualmente. Non avevano molte aspettative ma ottennero un vino che superò le aspettative. Inizialmente le produzioni furono casuali, anche perchè se l’uva non gelava subito, il più delle volte veniva raccolta. Solo a metà dell’Ottocento cominciarono produzioni più ricorrenti, fino a crearne un vero e proprio commercio. Il comunemente chiamato in italiano “vino di ghiaccio”, si ottiene da uve vendemmiate tardivamente, ghiacciate per effetto delle gelate notturne tipiche della zona dell’Assia Renana che si estende lungo il corso del Reno, nell’ansa che avvolge la città di Mainz, uno dei principali centri enologici tedeschi. Le uve così raccolte vengono pigiate ancora congelate. Questa particolare situazione fa sì che all’interno degli acini si trovi una grande concentrazione di estratti e aromi. L’acqua contenuta negli acini ghiaccia e la spremitura soffice fa sì che siano estratte solo le parti più zuccherine che sono rimaste liquide. Queste ultime essendo molto concentrate sembrano come se l’uva fosse essiccata. Gli Eiswein possono essere ottenuti da tutti i vitigni a bacca bianca, ma i risultati migliori si ottengono dalle uve Riesling. Grazie all’alto residuo zuccherino e all’elevata acidità questi vini risultano molto longevi. Un altro Paese produttore dell’eiswein è l’Austria che per tradizione vinifica vini zuccherini. Oltreoceano solo in Canada è presente un corrispondente del vino di ghiaccio, l’icewine.
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Immagine di copertina: pixabay