Hitler regala una città agli ebrei, il film nazista che faceva sembrare bella la vita nei campi di concentramento

Il regalo malato di Hitler agli ebrei fu un docufilm sul ghetto di Terezin

Theresienstadt o, più comunemente Terezin, è il titolo del film-documentario che Hitler decise di “regalare” agli ebrei e al mondo intero. Fra l’agosto e il settembre del 1944 i nazisti produssero un film propaganda sulla città di Terezin, situata a 60 km a nord di Praga. All’epoca la città ceca si era trasformata in un ghetto ebraico sotto la guida dei tedeschi. Questi ultimi infatti, la scelsero durante la conferenza di Wannsee come luogo in cui detenere gli ebrei. L’idea di Hitler era quella di creare una realtà distorta rispetto alla vita che realmente conducevano gli internati. A discapito delle notizie di genocidio diffuse da diverse fonti, il film mostrava ebrei (apparentemente) felici e sani. Kurt Gennor si occupò della regia sotto la supervisione delle SS.

Il primo film sul campo di concentramento di Terezin

A Terezin è stato girato il primo film nazista. A differenza di altri film propaganda, l’iniziativa venne promossa da Hans Gunther, capo dell’ufficio delle SS. E’ probabile che il film sia stato scirtto da Irena Dodalova, prigioniera ebrea-ceca direttrice di uno studio cinematografico a Praga prima della guerra. Il registra invece fu l’attore ebreo-tedesco Gennor che qualche tempo prima recitò all’interno del film ”L’Angelo Azzurro”. La realtà era ben diversa rispetto a quella inscenata nella pellicola. La popolazione di Terezin era costituita da circa 6.000 abitanti. Con l’occupazione nazista in città si contavano circa 130.000 persone. All’interno del ghetto istituito in una fortezza risalente al XVII secolo, le condizioni abitative e igieniche erano al limite. Ogni giorno morivano all’incirca 150 persone di malnutrizione oppure a causa di malattie. Alla fine della guerra il film è andato perso, ma in alcuni archivi sono presenti alcuni frammenti della pellicola.

Sviluppo culturale all’interno del campo di concentramento

Gli ebrei autogestivano il campo di concentramento di Terezin e si occupavano di approvvigionamento alimentare, dell’organizzazione logistica e dei lavori e anche del tempo libero. Grazie alla presenza di molti intellettuali e artisti, nel campo di Terezin si verificò un grandioso sviluppo culturale che mirava ad attenuare le sofferenze dei propri compagni di prigione. Alla fine del 1943 si iniziò a chiedersi quali fossero le reali condizioni di vita degli internati. Hitler decise così di permettere al funzionario della Croce Rossa Internazionale, Maurice Rossel di visitare un campo di concentramento, quello di Terezin. I nazisti iniziarono a promuovere nuove attività culturali e sportive, eliminarono il filo spinato, realizzarono una scuola e un teatro e riuscirono anche a migliorare i servizi igienici. Quando il 23 giugno 1944 il funzionario Maurice Rossel fece visita al campo di Terezin gli si palesò davanti agli occhi un campo costruito a pennello. Ciò che in realtà non avrebbe mai potuto immaginare era che dietro quell’apparente felicità erano nascoste violenze, sfruttamenti e morti.

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Immagine di copertina: Pixabay