Germania, quasi 78mila contagi. In Baviera 13mila test al giorno. Il bollettino Land per Land
La situazione Coronavirus in Germania, sia nazionale che per ogni regione con un focus su Berlino
Riprende l’accelerazione dell’epidemia: mercoledì sono stati registrati ben 6173 nuovi casi, contro una media di 4600 nei tre giorni precedenti. A questo dato va affiancarsi il nuovo picco di decessi, 156. La situazione è logicamente triste, ma la curva del contagio segue un aumento costante che fa apparire “sotto controllo” la situazione. Nel frattempo il ministro della sanità bavarese Melanie Huml ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è quello di ottenere la chiarezza il più rapidamente possibile in casi sospetti. Abbiamo la capacità di fare 13.000 test al giorno”.
Il bollettino Land per Land
A causa di un gran numero di infezioni, ben 16 tra tra pazienti e dipendenti, una clinica di Monaco ha interrotto temporaneamente le normali operazioni ospedaliere ed è in quarantena. Non si entra, e non si esce. “Tutti gli attuali pazienti rimarranno qui.” In totale sono ben 154 i nuovi casi in Baviera, forte frenata se si pensa che il giorno prima ne erano stati registrati quasi duemila (probabilmente si erano accumulati i numeri del weekend). Al momento la regione ha il triste primato in Germania sia di contagi che di decessi (17151 e 241). A seguire c’è il NordReno-Vestfalia con 16344 e 180. A breve distanza il Baden-Württemberg (14580, ma con quasi gli stessi decessi della Baviera, 239). I dati sono presi dal Berliner Morgenpost. Nella classifica qui sotto vedete, nell’ordine, il numero di contagi complessivi, i casi risolti positivamente e il numero di decessi. Non si modifica la situazione per cui gli ex Land dell’Est hanno molti meno casi di quelli dell’Ovest. Brandenburgo, Turingia, Sassonia-Anhalt, Meclemburgo-Pomerania anteriore sono tutti negli ultimi posti della classifica. Solo la Sassonia e Berlino (che è Ossie solo in parte) si trovano a metà.
La situazione a Berlino
Un occhio ai dati: Johns Hopkins vs Robert Koch Institut
I dati che prendiamo sono presi dalla Johns Hopkins University, la prestigiosa università statunitense che – a differenza del Robert Koch Institut – aggiorna i suoi dati attraverso diverse fonti, comunque tutte attendibili, come le autorità sanitarie di ogni regione, la pagina dell’OMS e le segnalazioni di medici e statistici (trovate una spiegazione della discrepanza tra RKI e JH anche qui).
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