Germania, più di 71mila casi. Picco di contagi in Baviera. Il bollettino Land per Land
L’epidemia non accelera, ma è preoccupante il dato bavarese, 87 decessi in sole 24 ore
Cresce la diffusione dell’epidemia in Germania, ma niente picchi. Ieri, martedì, son stati registrati ufficialmente 4923 casi rispetto ai 4450 di lunedì e i 4470 di domenica, ma si tratta comunque di numeri più bassi dei picchi della settimana precedente che per tre giorni consecutivi aveva avuto più di 6500 ogni 24 ore. In totale, martedì notte, si registrano 71808 contagi e 775 decessi. La curva che vedete qui sotto mostra la crescita costante dell’epidemia. Sotto invece il grafico dei nuovi casi giorno per giorno. Piccola nota: i dati che citiamo in questo primo paragrafo sono raccolti dalla Johns Hopkins University.
Il bollettino Land per Land
Più di duemila nuovi contagi in sole 24 ore in Baviera che passa da 1442 a 16497 . In un solo giorno ci sono stati ben 87 decessi, 225 in totale. E questo nonostante nel Land le limitazioni alla vita quotidiana siano entrate in vigore giorni prima rispetto al resto del paese (nonostante due giorni prima era stato permesso ed invitato i residenti ad andare a votare alle amministrative). Al momento la regione ha il triste primato in Germania sia di contagi che di decessi. A seguire c’è il NordReno-Vestfalia raggiunge i 15241 casi positivi. A breve distanza il Baden-Württemberg (13419, ma con più decessi di tutti, ben 197). I dati sono presi dal Berliner Morgenpost. Nella classifica qui sotto vedete, nell’ordine, il numero di contagi complessivi, i casi risolti positivamente e il numero di decessi. Non si modifica la situazione per cui gli ex Land dell’Est hanno molti meno casi di quelli dell’Ovest. Brandenburgo, Turingia, Sassonia-Anhalt, Meclemburgo-Pomerania anteriore sono tutti negli ultimi posti della classifica. Solo la Sassonia e Berlino (che è Ossie solo in parte) si trovano a metà.
La situazione a Berlino
Un occhio ai dati: Johns Hopkins vs Robert Koch Institut
I dati che prendiamo sono presi dalla Johns Hopkins University, la prestigiosa università statunitense che – a differenza del Robert Koch Institut – aggiorna i suoi dati attraverso diverse fonti, comunque tutte attendibili, come le autorità sanitarie di ogni regione, la pagina dell’OMS e le segnalazioni di medici e statistici (trovate una spiegazione della discrepanza tra RKI e JH anche qui).
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Photo: CC 0 – Pixabay