Germania, attacco hacker a ospedale e una donna muore
La paziente aveva bisogno di cure mediche urgenti, ma l’ospedale di Düsseldorf non ha potuto accoglierla nella struttura. Secondo i media tedeschi, è il primo caso di morte legato al ransomware
Una donna è morta a causa di un attacco informatico che ha bloccato la rete dell’ospedale di Düsseldorf, in Germania, il 10 settembre. La paziente, una donna che necessitava di cure mediche urgenti, è deceduta dopo essere stata reindirizzata in un ospedale della città di Wuppertal, a più di 30 km dalla sua destinazione iniziale, che era appunto l’ospedale universitario di Düsseldorf. La struttura non ha potuto accogliere la paziente a causa di un blocco informatico, ma il trasferimento è stato fatale per la donna. Il motivo del decesso risiederebbe nel ritardo delle cure. I media tedeschi riportano questo caso, definendolo il primo legato direttamente al ransomware, codice malevolo che blocca i computer delle vittime a scopo di ricatto.
Cosa è successo
Gli ospedali sono già risultati un bersaglio frequente per i criminali informatici, in particolare gli attacchi di tipo ransomware, perché la necessità di accedere alle cartelle cliniche e ai sistemi informatici crea un’urgenza: è più probabile che le vittime paghino i loro estorsori. Secondo il notiziario tedesco Rtl, i criminali dietro il ransomware hanno ritirato la richiesta di riscatto dopo essere stati contattati dalla polizia tedesca. Hanno anche fornito i codici per decrittare i sistemi dell’ospedale. Su di loro pende una possibile imputazione per omicidio, oltre che per cybercrime. Dai primi controlli risulta che si siano insidiati tramite una vulnerabilità presente nei gateway di rete Citrix usati dall’ospedale, che era già stata segnalata a partire da gennaio.
Una realtà da non sottovalutare
Gli attacchi più aggressivi finora segnalati alle strutture sanitarie sono stati l’attacco ransomware “WannaCry” e l’attacco “NotPetya”. “WannaCry”, nel 2017, era partito dalla Corea del Nord e aveva congelato i sistemi informatici di alcuni ospedali britannici, costringendo i medici ad annullare gli interventi chirurgici e ad allontanare i pazienti. Lo stesso anno ha avuto luogo “NotPetya” dalla Russia, che ha costretto gli ospedali americani della Virginia e della Pennsylvania ad allontanare i pazienti poichè i medici non potevano più accedere alle cartelle cliniche. «La notizia rattrista ma non stupisce. Non è il primo caso di attacco informatico che mette in crisi una struttura ospedaliera, né sarà l’ultimo», commenta Alessio Pennasilico, esperto di cybersecurity italiano e membro del consiglio direttivo dell’associazione Clusit per la sicurezza informatica. «Per questa ragione diventa indispensabile che tutte le strutture, soprattutto di rilevanza sociale, si dotino delle misure di sicurezza organizzative e tecnologiche adeguate», aggiunge.
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Immagine di copertina: Pixabay