Union Berlin, storica promozione in Bundesliga per la leggendaria squadra “proletaria” dell’ex Berlino Est
Incredibile promozione per l’Union Berlin, migliaia di persone per le strade per un traguardo ad inizio stagione neanche preso in considerazione
L’Union Berlin è in Bundesliga. Lo 0-0 ottenuto lunedì 27 maggio all’ An der Alten Försterei contro lo Stoccarda di Mario Gomez, in virtù dei goal segnati fuori casa (finì 2-2 all’andata) le ha permesso di centrare la storica qualificazione in prima divisione. Lo Stoccarda invece retrocede. Migliaia di persone, ad ogni angolo della città (ma soprattutto ad est), sono scese in strada per festeggiare. Sarà la prima volta in Bundesliga per l’Union nonostante – grazie alla finale in Coppa di Germania nel 2001 – la squadra giocò la Coppa Uefa nel 2002. Dalla stagione 2019-2020 Berlino avrà quindi due squadre nella massima serie tedesca, l’Hertha, da anni squadra in prima divisione e un tempo partecipante ai campionati dell’ovest, e l’Union Berlin. Se volete saperne di più di questa rivalità vi consigliamo di leggere la storia 27/01/90, Hertha-Union la “partita della riunificazione.
La stagione dell’Union Berlin
A descrivere la stagione dell’Union ci pensa per noi Carlo, tifoso e abbonato della squadra: «La promozione era inaspettata per tutti, ma l’Union ha dominato la stagione dall’inizio alla fine, è stata capace di restare imbattuta fino alla 18a giornata di campionato. Forse ha fatto troppi pareggi, a volte negativi, come nell’ultima giornata di campionato, dove all’Union bastava una vittoria per accedere direttamente alla Bundesliga, a volte però anche positivi come quello allo segnato dal goal allo scadere del suo portiere Gikiewicz contro l’Heidenheim. Dobbiamo prima di tutto dire grazie al genio tattico dell’allenatore Urs Fischer, al primo anno sulla panchina biancorossa e al carisma dei tanti tifosi che hanno attraversato in lungo ed in largo la Germania per sostenere la squadra. A Dortmund per la partita di coppa contro il Borussia in coppa erano ben 12mila! Alla base di tutto c’era però il fortissimo desiderio di essere promossi ancora. Erano passati 10 anni dalla promozione dalla 3. Liga. Si voleva finalmente accedere al palcoscenico più important. Come dice il testo della canzone intonata dalla Curva, Waldseite: “Die erste Bundesliga ist für uns zum greifen nah, Die Zeit ist nun gekommen, Ihr werdets alle sehn, Der erste FC Union wird nun endlich oben stehn“, ovvero “La prima Bundesliga è vicina, è giunto il momento, vedrai, la prima FC Union sarà finalmente al top“»
DOO DOO DOO UNION! ? pic.twitter.com/uygh0Q9MJX
— 1. FC Union Berlin (@fcunion_en) 27 maggio 2019
La storia della Union Berlin e della sua tifoseria.
Come raccontato in un nostro vecchio articolo a firma di Daniele Barbarossa le origini povere dell’Union Berlin si sono incrociate con la storia della Germania stessa e non è un caso che la Dynamo Berlin, temibile (e temuta) squadra della STASI, fosse l’acerrima rivale dell’Union. Anche per questo motivo gli spalti delle partite dell’Union sono già da allora pieni di punk e hippy che trovavano nelle tribune dello stadio un luogo di momentanea libertà. Massima espressione di questo fenomeno è l’inno dalla squadra composto da una leggenda del punk mondiale: tifosa della prima ora, Nina Hagen ha composto nel 1998 Eisern Union, canzone che viene ascoltata prima di ogni incontro casalingo dell’Union. Fortemente politicizzata, la tifoseria dell’Union Berlin, gli Eisern Union – un gioco di parole che si traduce come “unione di ferro” facendo comunque riferimento al lavoro in fabbrica – è il principale motivo per cui l’Union Berlin attira cosi tante simpatie anche fuori dalla Germania. Negli anni, i suoi sostenitori hanno dimostrato un attaccamento alla maglia bianco-rossa fuori dal comune e soprattutto una creatività quasi unica. A dimostrarlo ci sono iniziative che hanno fatto la storia. Quella più clamorosa è senz’altro la WM Wohnzimmer per cui la società (anch’essa composta da tifosi, a partire dal presidente) permise nel 2014 a 800 fan di portare all’interno del campo da gioco altrettanti divani per guardare le partite della Coppa del Mondo. Quattro anni dopo, i tifosi salvarono la società garantendo l’omologazione del vecchio stadio Alte Försterei di Köpenick. Alla società mancavano i fondi necessari per i lavori di ristrutturazione (la squadra era stata appena promossa dalla terza alla seconda lega) e cosi oltre 2000 volontari ricostruirono parte dello stadio per un totale 140mila ore di lavoro. Il sangue dei tifosi è stato la salvezza della società anche in un’altra occasione e nel vero senso della parola. Dalla riunificazione tedesca e l’introduzione del modello capitalista l’ Union non è mai stata una società ricca (non lo era neanche prima, ma c’era la DDR a sostenerla come qualsiasi altra squadra dell’est), tanto che per ben due volte non ha ottenuto il certificato per giocare in Zweite-Liga nonostante la promozione ottenuta sul campo. Nel 2004, con un ammanco di un milione e mezzo di euro, gli Eisern decisero di vendere il proprio sangue alle emeroteche degli ospedali in modo da donare il ricavato alla società. L’iniziativa fumolto seguita tant’è che sia tante celebrità, tra cui anche anche l’allora sindaco di Berlino, Klaus Wowereit, che la tifoseria gemellata del St. Pauli di Amburgo fecero il prelievo.
Insomma, lunga vita all’Union. A festeggiare ci siamo anche noi di Berlino Magazine, che ogni tanto siamo stati al leggendario stadio An der Alten Försterei per sostenere questa mitica squadra.
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