L’assurda storia di un laureato in psicologia italiano alle prese con il riconoscimento degli studi in Germania
Un nostro lettore, Stefano Belluzzi, ci scrive la sua assurda avventura per vedersi riconosciuti i suoi studi in psicologia in Germania e così accedere ad un corso di formazione duale (Ausbildung)
Come laureato in Psicologia, e con una oramai solida conoscenza del tedesco, l’ultimo livello accertato é c1, ho deciso di iscrivermi ad una Ausbildung, un corso di formazione duale, per diventare Psicoterapeuta in Germania. Nel 2017 ho provato ad iscrivermi ad un corso a Brema, dove al tempo risiedevo, ma purtroppo la mia domanda era stata rigettata, senza nemmeno fornirmi una spiegazione né in forma cartacea, né tantomeno telematica.
Un no senza nessuna spiegazione, solo costi a carico
L’istituto a cui al tempo mi ero rivolto non mi ha nemmeno aiutato nel fornirmi spiegazioni, né a darmi consigli di sorta. Un semplice grazie per il bonifico di 188€ per il Vorstellungsgespräch e tanti saluti… Al tempo ho provato a chiedere spiegazioni, cercare motivi, richiedere appuntamenti, ma il tutto invano. L’unica risposta che ho potuto ottenere è stata “la sua domanda é stata esaminata dal Gesundheitsamt ed é stata purtroppo annullata”. Al mio tentativo di chiedere “e per quale motivo é stata annullata?”, la semplice e alienante risposta del mio interlocutore é stata: “Non siamo tenuti a darle una risposta, e nemmeno l’ente”. Si può immaginare il mio sconcerto. Chiedendo informazioni alla Camera dei Psicoterapeuti di Brema, il direttore, persona gentilissima (ed unico interlocutore disponibile a fornirmi un minimo di spiegazione in un mare di burocrazia tedesca senz’anima) provvide a chiarire i miei dubbi. In Germania bisogna avere un Master in Psicologia Clinica per accedere ad un Ausbildung in Psicoterapia. Avendo un Master in Psicologia Cognitiva Applicata avevo una strada tutta in salita. Purtroppo al tempo, con un lavoro full-time, avevo poco o zero tempo per dedicarmi a questo progetto, ed ho dovuto relegarlo nel solaio dei miei pensieri…
Un sogno messo nel cassetto da tirare nuovamente fuori
Così è stato almeno fino a questa primavera quando ho deciso di lasciare il mio posto di lavoro a tempo indeterminato dopo 4 anni e trasferirmi a Berlino. Avendo un po’ di risparmi da parte, decido di tentare la sorte una seconda volta, e di iscrivermi presso un altro Istituto di Psicoterapia Comportamentale (VT), dove, sul loro sito, affermano che accettano anche candidati in possesso di un titolo di studio non conseguito in Germania. Dopo aver richiesto se con il mio titolo di studio sia possibile iscrivermi, vengo accolto a braccia aperte. Lo psicoterapeuta che mi visiona mi lascia intendere come abbiano già avuto candidati in simili situazioni. È ottimista. Dopo aver mandato i moduli vengo invitato per un secondo colloquio. Anche questa volta vengo accettato dall’Istituto, ricevendo i complimenti per la mia conoscenza del livello di lingua, e della mia precedente esperienza lavorativa a Brema. Mi viene richiesto di fornire un documento ufficiale della mia università italiana che certifichi “la quantità” di Psicologia Clinica negli esami sostenuti alla triennale e magistrale (non avendo una magistrale in Psicologia Clinica). Dopo aver contattato un mio vecchio professore dell’Università riesco ad ottenere tale dichiarazione e, dopo avere ottenuto l’autenticazione (88€), la inoltro alla mia domanda, a cui devo aggiungere altri 50€ di tassa d’iscrizione. Alla mia domanda se il bonifico possa avvenire a domanda accetta, mi si risponde di no, che i costi sono per lo psicoterapeuta che mi ha fatto il colloquio (un’ora di colloquio). Almeno non sono 188€ come l’esperienza precedente a Brema, penso, e a denti stretti accetto. Questo avviene a fine maggio di questo anno.
L’attesa e la nuova delusione
Aspetto. Le novità arrivano due settimane fa. Nel frattempo ho trovato un nuovo lavoro stimolante a Berlino in una comunità terapeutica, e dopo 2 mesi di lunga e insensata ricerca casa (insieme a migliaia di altre persone nella mia medesima situazione) finalmente un giorno ricevo la splendida notizia di essere stato accettato per un appartamento. Splendido, penso! Finalmente un nuovo inizio in una cittáà meravigliosa! Purtroppo la realtà decide di bussare alla mia porta, e ricevo un temuto e brusco risveglio. La LaGeSo (Landesamt für Gesundheit und Soziales, l’Istituto federale della Salute e del Sociale) ha respinto la mia domanda per frequentare l’istituto. Si può facilmente immaginare la mia reazione. Smarrimento, frustrazione, rabbia… Ma questa volta decido di non lasciare correre. Decido di affrontare la situazione e ribaltare una decisione ingiusta e legalmente opinabile. Chiedo di conoscere le motivazioni della decisione. Allo scoprire i motivi della decisione, il mio viso si divide emozionalmente tra sgomento e incredulità, dovuto ad un’argomentazione mista tra la schizofrenia ed un linguaggio burocratese che nemmeno Kafka nel suo lavoro di assicuratore a Praga poteva crearsi. Apparentemente il mio Master in Psicologia Cognitiva Applicata (o Angewandte Kognitionspsychologie) non viene considerato Psicologia, e nemmeno il documento dove si attestano i contenuti in Psicologia Clinica dei miei corsi del Master controfirmato dal mio professore viene ritenuto valido. Ultima speranza é il Bachelor (che in alcuni casi può sostituire il Master), dove posseggo il numero di crediti (8 ECTS) in Psicologia Clinica. Qui, con un cavillo burocratico di fragile copertura giuridica, l’ente arriva ad argomentare che la mia laurea triennale in “Scienze del Comportamento e delle Relazioni Sociali” (in Italia percorso noto come Laurea Triennale in Psicologia) non risulta essere uno percorso di studi in Psicologia!
Siamo davvero in Unione Europea quando si parla di riconoscimento dei titoli?
Può essere un percorso di studi (come in Psicologia) in uno stato dell’Unione Europea palesemente ignorato da un altro stato, sempre membro della suddetta Unione? È possibile che sia così agevole seguire un percorso di studi in uno stato e scegliere di fare un progetto Erasmus in un altro, ma se si vuole conseguire una specializzazione in un paese diverso dal proprio la situazione diventa invece praticamente impossibile? Può soprattutto avere valenza giuridica una motivazione che implicitamente discrimina uno studente di uno stato delle suddetta unione per non avere i requisiti, che in realtà nel paese d’origine (e sempre membro della stessa Unione) possiede a pieni diritti?
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Photo: © Pixabay