Cold case, uomo condannato per l’omicidio di una donna a Berlino nel 1987
Dopo quasi trent’anni, un uomo è stato condannato in seguito al ritrovamento di tracce del suo Dna sugli abiti della vittima
Il tribunale distrettuale di Berlino ha condannato all’ergastolo il sessantunenne Klaus D. per l’omicidio colposo di una donna, avvenuto nel 1987. I due intrattenevano una relazione extraconiugale, finita tragicamente in seguito ad una lite violenta presso l’abitazione della donna nel quartiere di Neukölln. La mancanza di prove sufficienti ad identificare il colpevole ha lasciato le indagini in sospeso per ventotto anni. Nel 2015 la polizia è riuscita a riaprire e risolvere il caso grazie al test del Dna sugli abiti della vittima.
La storia, il movente, il delitto
Dopo essersi conosciuti attraverso un annuncio di incontri, l’uomo e la donna avrebbero cominciato a vedersi abitualmente presso l’appartamento della donna. Al momento dei fatti, la donna viveva con il compagno e i due figli, all’oscuro della relazione. La lite sarebbe nata in seguito alle richieste della donna di un pagamento in denaro per proseguire il rapporto. In accordo con la sentenza del giudice Matthias Schertz, l’uomo avrebbe prima soffocato e poi pugnalato al collo la donna, sotto gli occhi del figlio minore, di anni tre.
Il test del Dna nelle analisi forense genetiche
Il test del Dna si suddivide in una prima fase di identificazione delle tracce organiche, in una seconda di estrazione delle cellule e successivamente in una terza di duplicazione del Dna. Dalla fine degli anni Ottanta, Italia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno realizzato i primi laboratori in grado di eseguirne le analisi. Grazie a questa nuova tecnica, è stato possibile riaprire e concludere le indagini di molti casi rimasti irrisolti fino a quel momento, come ad esempio l’omicidio di Elisa Clebs e il Delitto dell’Olgiata.
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Immagine di copertina: ©Reportyorym, Berlin Murder, CC0 on Pixabay