L’eroica storia di Hans Löber, il “buon dottore tedesco” che salvava di nascosto la vita ai greci dell’isola di Milos
Hans Löber non fu un medico tedesco come molti altri impiegati durante la Seconda guerra mondiale
Correva l’anno 1943 e Hans fu mandato a prestare servizio sull’isola greca di Milos, durante l’occupazione tedesca. Il medico militare tedesco, salvò tante vite tra gli abitanti greci dell’isola, per poi morire egli stesso in un tragico incidente.
La storia nella storia di guerra
Alla Seconda guerra mondiale, circa 18milioni di uomini prestarono servizio nell’esercito tedesco. Avere una visione unitaria della morale dei soldati è difficile. Non mancano casi in cui l’umanità fu più forte degli orrori. È il caso, per esempio, del medico militare Hans Löber. Kostas Barbantonakis- riporta DW– è un uomo a cui è stata salvata la vita dal Medico. Aveva tre anni, quando gli diagnosticarono una cancrena a un arto che prevedeva l’amputazione. Sull’isola, a causa della Guerra completamente isolata, le possibilità di una buona riuscita dell’intervento erano scarse poiché non vi erano gli strumenti adatti al tipo di operazione. Hans, sentendo i pianti della madre dell’allora bambino, chiese di poterlo operare lui, riuscendo anche a fornirgli antibiotici non presenti sull’isola. L’intervento riuscì e Kostas si rimise in forze in poche settimane. Tra il 1943 e il 1944, Hans eseguì con successo oltre 200 interventi chirurgici sugli abitanti dell’Isola.
La “mancata” riconoscenza e la morte di Hans Löber
La madre di Kostas non poté nemmeno ringraziare l’uomo che salvò la vita di suo figlio perché temeva che avrebbe messo in pericolo la vita di suo marito, membro della resistenza greca su Milos. “Il buon dottore tedesco” fu accolto calorosamente dagli abitanti dell’isola. In diverse lettere alla sua famiglia, Löber descriveva la bellezza dei luoghi e il calore delle persone di Milos.Il “Buon Dottore” perse tragicamente la vita in un incidente di guerra: nel dicembre del 1944 Hans Löber fu colpito a morte da un commando greco di istanza nella vicina isola di Kimolos.
Una storia che diventa spettacolo teatrale
Tre anni fa, la famiglia di Hans Löber concesse il permesso di pubblicare le sue lettere private, che egli scrisse sia in greco sia in tedesco. Le lettere hanno ispirato il dramma teatrale “HANS”, presentato ad Atene il 10 novembre. L’opera si basa sulla storia vera, vedendo la partecipazione di artisti tedeschi e greci: Jürgen Himmelsbach ha scritto la sceneggiatura in tedesco, tradotta in greco da Elena Pallantza. La produzione è stata diretta da Elissavet Hasse, regista di origine greca.
Il palcoscenico grigio e spoglio, tipico delle produzioni teatrali ateniesi, offre lo scenario perfetto per la storia. Lo spettacolo è più di una biografia, spiega il drammaturgo Himmelsbach. Tramite lo spettacolo sia gli attori sia il pubblico possono farsi una propria idea sul protagonista. Per qualcuno il medico è stato un eroe, per qualcuno invece un anti-eroe che cercava compiendo delle azioni giuste di equilibrare l’orrore del sistema di cui faceva parte. Tutti possono costruirsi la propria idea. Hasse, il direttore dello spettacolo, spera che presto sia possibile eseguirlo a Berlino.
Il pensiero dei soldati tedeschi della guerra
Durante gli anni della Seconda guerra mondiale, la maggior parte dell’Europa era sotto il dominio delle truppe naziste tedesche. Di norma guardiamo gli eventi bellici sempre con gli occhi degli oppressi. Nel caso della Seconda guerra mondiale, è difficile trovare sui libri di storia la visione dei soldati tedeschi. Che cosa pensavano del regime di Hitler, che opinione avevano della Guerra, se gli scrupoli morali erano contemplati o meno. Le discussioni in merito sono ampie.
Dai documenti storici rintracciati, come le lettere che i soldati tedeschi inviavano alle famiglie, spesso alle loro moglie o alle loro madri, emerge un racconto della guerra addolcito, forse proprio perché i destinatari delle lettere erano specialmente donne e dunque, i soldati, cercavano di tenere loro lontane dagli orrori della Guerra. Non mancano testimonianze raccapriccianti, registrazioni di dialoghi tra soldati che discutevano delle loro gesta militari tremende con enfasi e a tratti anche con tono scherzoso. C’è chi perse in guerra la propria umanità, come si evince da una conversazione del 30 aprile 1940 tra un pilota e un esploratore tedesco come raccontato sul der Spiegel.
Pohl: «Durante il secondo giorno di guerra, ho dovuto sganciare bombe su una stazione ferroviaria a Pozdan, in Polonia. Otto delle 16 bombe sono cadute proprio in mezzo alle case, e la cosa non mi è piaciuta. Il terzo giorno non mi importava più nulla, e il quarto giorno ho cominciato a divertirmi. Ci divertivamo ad uscire prima di colazione a caccia di singoli soldati spersi per le campagne con le mitragliatrici, per poi lasciarli lì con due pallottole nella schiena».
C’è chi invece, come Hans, mantenne la sua morale intatta, anche in guerra.
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