St. Agnes - Berlin Photo by David Kasparek ©CC 2.0https://www.flickr.com/photos/dave7dean/

12 edifici brutalisti a Berlino

Brutalismo e cemento a Berlino: 12 opere tra coraggio e ‘bruttezza’

Sono enormi, saltano subito all’occhio e non si possono definire raffinati. Molti adorano la loro semplicità così esigente al tempo stesso, altri invece sono inorriditi dalla banalità e li considerano letteralmente brutti. Per questi motivi gli edifici e monumenti brutalisti sono, contemporaneamente, amati e odiati. A Berlino in particolare, il brutalismo ha una lunga storia e molti edifici appartenenti a questo stile si possono trovare in giro per la città. L’architettura brutalista deve il suo nome al “béton brut” di Le Corbusier, termine nato nel 1954 per indicare il cemento a vista, o calcestruzzo, il materiale che, senza vezzi o decorazioni, caratterizzava le unità abitative di Marsiglia progettate dal celebre architetto. Dopo un periodo glorioso vissuto tra gli anni ’50 e ’60, il brutalismo è successivamente caduto in disgrazia, fino al movimento di controtendenza iniziato negli ultimi decenni. Ciò che una volta era percepito come brutto, ora è considerato un esperimento esteticamente coraggioso. Lo stile brutalista ispira gli appassionati di architettura di tutto il mondo, facendo della propria “bruttezza” un punto di forza. Ecco le 12 strutture brutaliste più famose di Berlino:

Trudelturm

Situato nel quartiere di Adlershof, tra Abram-Joffe-Strasse e Newtonstrasse, il tunnel a forma di uovo sembra uscito da un film distopico degli anni ’70. Eretto tra il 1934 e il 1936, aveva una funzione molto utile: veniva utilizzato per la ricerca sull’aviazione poiché si trovava all’aeroporto Johannistal. I ricercatori sono stati in grado di simulare lo stato di “rotazione” all’interno del cono di cemento. Oggi fa parte del Parco Aerodinamico nel campus Adlershof.

 

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Tschechische Botschaft in Berlin

L’ambasciata della Repubblica Ceca di Wilhelmstraße 44, a Mitte, è considerata un eccezionale esempio di architettura socialista e trasuda ancora oggi di bagliore futuristico. L’edificio, costruito nello stile del modernismo socialista a metà degli anni ’70 dalla coppia di architetti Věra e Vladimír Machonin, è tra le ambasciate più particolari della città. Non può essere collegato direttamente al brutalismo, ma è correlato al suo aspetto marziale e al design rigoroso.

 

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Garten des Exils

Il famoso architetto Daniel Libeskind ha fatto costruire il “Giardino dell’Esilio” a Lindenstraße 9-14, Kreuzberg nell’area esterna del Museo Ebraico di Berlino. Il monumento è costituito da 49 stele di cemento che poggiano su un piano inclinato e dalle quali crescono rami di ulivo in segno di speranza. 48 stele sono riempite con suolo berlinese, la 49a con terriccio proveniente da Gerusalemme. Il “Giardino dell’Esilio” vuole trasmettere la sensazione di disorientamento affrontata dagli ebrei che dovettero lasciare la Germania durante l’era nazista.

 

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Mäusebunker – zentrales Tierversuchslabor

Nel 1981, il professore della Technische Universität e architetto Gerd Hänska ha progettato quello che probabilmente è l’edificio più famoso di Berlino associato al brutalismo. Situato in Hindenburgdamm 26, Steglitz, l’edificio ha causato polemiche non solo per il suo aspetto che ricorda un incrocio tra una corazzata e un bunker da guerra, ma anche per il suo utilizzo: il “bunker dei topi” era un laboratorio di sperimentazione animale della Libera Università di Berlino. Ora l’audace progetto di Hänska rischia la demolizione, contro la quale si organizzano proteste.

 

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Denkmal für die ermordeten Juden Europas

Il Memoriale per gli Ebrei assassinati d’Europa si trova a Mitte in Cora-Berliner-Straße, 1 nelle immediate vicinanze della Porta di Brandeburgo e del Reichstag. La pianificazione e la costruzione del Memoriale sono state oggetto per anni di discussioni, dibattiti e proteste. Ideato dell’architetto statunitense Peter Eisenman, appartiene a Berlino dal 2005 ed è uno dei luoghi più visitati della città. Il memoriale è costituito da 2711 stele di cemento cuboidi di diverse altezze su un’area di quasi 20.000 metri quadrati , che creano volutamente una situazione opprimente, consentendo a ogni visitatore di comprendere individualmente gli orrori dell’Olocausto.

 

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Bunker di Reinhardtstrasse

Nel 1943 i nazisti fecero costruire questo mostruoso bunker nel centro della città, precisamente a Reinhardtstraße 20, Mitte. Secondo i piani dell’architetto Karl Bonatz, migliaia di lavoratori forzati avrebbero dovuto lavorare per costruire l’edificio quadrato. I sovietici usarono il bunker come prigione dopo la guerra, in seguito servì come deposito di tessuti e deposito per i frutti tropicali, motivo per cui ai berlinesi dell’Est piaceva chiamarlo il “bunker delle banane”. Dopo la caduta del Muro, c’è stato un breve periodo in cui il labirintico blocco di cemento, privo di luce dotato di muri spessi un metro, è stato occupato dalla scena techno. Oltre a E-Werk e Tresor, è stato uno dei club più importanti della città fino alla sua chiusura nel 1996. Nel 2003 il collezionista d’arte Christian Boros ha acquistato il bunker, vi ha costruito un museo privato e un attico e da allora risiede nello storico indirizzo. La collezione Boros che riunisce le opere di arte contemporanea raccolte nel corso degli anni in tutto il mondo può essere visitata previa prenotazione.

 

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Schwerbelastungskörper

Ubicato a Tempelhof, General-Pape-Straße 34A. I nazisti fecero costruire questo massiccio cilindro di cemento intorno al 1941 e avrebbe dovuto simulare la statica per la costruzione di un gigantesco arco di trionfo. Il progetto era legato ai piani di Hitler per la “capitale mondiale della Germania”, come doveva essere chiamata Berlino dopo la “vittoria finale”. Ovviamente non si è mai arrivati a questo, ma il monumento di 12.650 tonnellate nella terra di nessuno tra Schöneberg e Tempelhof fa ancora aggrottare le sopracciglia a tutti quelli che lo vedono per la prima volta.

 

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Luftbrückendenkmal

Nel 1951, il Senato di Berlino costruì il “Memoriale del ponte aereo” nella odierna Platz der Luftbrücke 2, Tempelhof. Il luogo esisteva già prima, semplicemente non aveva un nome proprio. Eretta secondo i piani dell’architetto Eduard Ludwig, la scultura in cemento che svetta nel cielo aveva lo scopo di commemorare il ponte aereo di Berlino e i piloti precipitati. Un momento fatidico in cui, dal 24 giugno 1948 al 12 maggio 1949, Berlino Ovest fu bloccata dall’amministrazione militare sovietica e dovette essere rifornita dall’alto dagli Alleati occidentali. A causa della sua forma, il monumento è comunemente chiamato “il rastrello della fame”.

 

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Beton-Cadillacs

Non sono stati solo gli architetti a costruire in stile brutalista: anche l’artista berlinese Wolf Vostell sapeva come usare la miscela di cemento nel suo lavoro. Nel 1987, nel mezzo di Rathenauplatz, nel quartiere Charlottenburg di Grunewald, ha installato le sue “Beton Cadillacs”, che si basano sulla forma della “Maja Desnuda”, un dipinto del pittore spagnolo Goya. La scultura di Vostell è correttamente chiamata “2 Cadillac di cemento a forma di Maja nuda” e riflette la caducità della cultura automobilistica.

St.-Agnes-Kirche

Ci sono molte chiese a Berlino, dalle grandi cattedrali alle piccole chiese di paese ma poche di loro sono fatte di cemento. La chiesa di Kreuzberg Sant’Agnese in Alexandrinenstraße 118-121 nel quartiere di Kreuzberg è tra i fenomeni architettonici più eccezionali. Werner Düttmann l’ha costruita tra il 1964 e il 1967. La chiesa può essere collegata al brutalismo ed è stata prima una chiesa cattolica fino al 2004, dopodiché è diventata una chiesa protestante e dal 2015 è utilizzata come spazio espositivo della König Galerie. Data l’architettura unica e i lavori di ristrutturazione avviati da König dei quali l’architetto Arno Brandlhuber, tra gli altri, è stato responsabile, l’ex chiesa è oggi uno dei luoghi espositivi più interessanti della città.

 

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ExRotaprint

L’ex stabilimento di produzione di macchine da stampa Rotaprint è nascosto in un cantiere industriale nel profondo di Wedding, Gottschedstraße 4. Un esempio eccezionale di architettura industriale coraggiosa influenzata dal brutalismo. Particolarmente degne di nota sono le torri di cemento progettate dall’architetto Klaus Kirsten, che furono costruite alla fine degli anni ’50. Dopo l’insolvenza dell’azienda e un lungo periodo di incertezza su ciò che dovrebbe accadere alla zona, la Liegenschaftsfonds Berlin l’ha assegnata ad artisti, compagnie e gruppi sociali. Da qui nasce il progetto ExRotaprint, che si definisce un “luogo eterogeneo per tutti” e un “modello di sviluppo urbano.

 

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Berliner Mauer

Il Muro di Berlino è forse la struttura più famosa che questa città abbia mai visto. Alto 3,60 metri e lungo 160 chilometri, fungeva da muro divisorio tra Berlino Est e Berlino Ovest. Dipinto a colori vivaci da un lato e strettamente sorvegliato dall’altro, è una mostruosa struttura in cemento che è stata quasi completamente demolita. Tutto ciò che ha determinato Berlino negli ultimi decenni è direttamente o indirettamente legato al Muro. Ed era fatto di cemento. Solo per questo motivo Berlino avrà sempre un rapporto speciale con questo materiale.

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Immagine di copertina: St. Agnes – Berlin Photo by David Kasparek ©CC 2.0