Ballare contemporaneo su un’opera del ‘600: a Berlino arriva il Dido and Aeneas di Sasha Waltz
Chelsea, Londra, 10 dicembre 1689 (data incerta).
Presso il collegio femminile di Chelsea, la Boarding school for young Gentlwomen, venne raprresentata l’opera del compositore inglese Henry Purcell: Dido and Aeneas. Un’opera drammatica ed emotivamente intensa, che diventerà la sua più celebre composizione, scritta per un ambiente elitario, seppur distante dai fasti di corte nei quali Purcell si muoveva. Le ragazze – come era usanza del tempo – interpretarono le parti solistiche, ad eccezione naturalmente di quella di Enea. Purcell, all’epoca, poteva già vantare un buon bagaglio di esperienze, ed arrivò alla composizione di un tale capolavoro più o meno trentenne. L’opera, in tre atti, si basa sul libro IV dell’Eneide di Virgilio; il tema è l’amore tragico tra Enea e Didone, la regina di Cartagine. La donna accoglie nella sua reggia l’eroe e i suoi compagni e, grazie a Cupido, tra i due scoppia un’amore travolgente. Il fato però si oppone a questa passione e così Enea ripartirà lasciando l’amata, che incapace di resistere a un dolore così grande, deciderà di togliersi la vita. Amore e morte, as usual.
Henry Purcell è un compositore del suo tempo. Aderisce alle convenzioni e ai manierismi della società in cui vive, vede la musica come ornamento e decorazione: l’espressione musicale si traduce in suoni sensuali fini a stessi. Di questa prima rappresentazione ci è rimasto solo il libretto di Nahum Tate, ma attraverso un manoscritto posteriore sono state possibili anche diverse ricostruzioni della parte musicale.
Charlottenburg, Berlino, 17 maggio 2014.
Sul palco della Staatsoper berlinese c’è un’enorme vasca piena di acqua. Il pubblico prende posto tra l’incuriosito e il preoccupato, ma in realtà sa già quello che lo aspetta. In cartellone, proprio agli sgoccioli della stagione operistica, c’è uno dei fiori all’occhiello dell’anno 2013-2014: il Dido and Aeneas. La messa in scena della coreografa tedesca Sasha Waltz, che ha ormai qualche anno, la prima berlinese è del 2005, ancora non ha stancato il pubblico: continua ad essere riproposta perchè è, semplicemente, incantevole.
La vasca fa da padrona all’inizio dell’opera: impossibile non osservare a bocca aperta Nereidi, Tritoni, Ninfe che si tuffano, si muovono, danzano nell’acqua presenziando all’amore di Didone ed Enea. Il defluire dell’acqua lascia poi scorgere Cartagine, dove i due innamorati possono vivere la loro passione. E da lì la storia ha inizio.
Attilio Cremonesi è il responsabile della ricostruzione musicale, componendo qualcosa di suo pugno e recuperando in altre parti pezzi di Purcell scritti per opere diverse (ha tagliato 3,4,5 battute e poi le ha messe insieme). Un lavoro raffinatissimo è il risultato finale.
La Staatsoper di Berlino ha ospitato recentemente la prima dell’ultimo esperimento musicale della coreografa Waltz: il Tannhäuser del tedeschissimo Richard Wagner. Il Dido and Aeneas rappresenta tuttavia la prima incursione di Sasha Waltz nel mondo dell’opera. Certo per i puristi della musica non è facile resistere due ore seduti a cercare di non farsi distrarre dai meravigliosi artifici scenici, dai colori, dal movimento, dalla danza e rimanere concentrati sul fatto che è un’opera musicale, non uno spettacolo di danza. La Waltz però si è buttata in questo tipo di esperimento, ferma nella teoria, condivisa da tanti, che l’opera in generale accolga in sé molti generi diversi: c’è la recitazione, il canto, il movimento. Particolarmente corretto è nel caso dell’opera inglese del Sei-Settecento; la Gran Bretagna fu infatti esclusa dalle correnti internazionali del neonato dramma per musica prima a causa della guerra civile e poi costretta dal rigorismo puritano, che vedeva i teatri come luoghi di depravazione. Fu così che nella seconda metà del Seicento si innestarono sullo scheletro del dramma in prosa una quantità enorme di musiche di scena, balletti, cori. In più, prese piede in suolo inglese la tradizione del Masque di corte, rappresentazioni sceniche che narravano drammi storici infarciti, però, con effetti speciali, costumi appariscenti e grandiose scenografie. Insomma Sasha Waltz non c’è andata troppo lontana…Qui c’è tutto. C’è per esempio un uso dello spazio in ogni dimensione: in profondità, in altezza, in larghezza, fino nella buca dell’orchestra, e poi ancora più giù, giù sotto il palco; il coro gli ultimi minuti arriva a disporsi proprio di fianco al pubblico, creando non solo una coreografia suggestiva ma anche permettendo un effetto acustico decisamente seducente. E’ davvero difficile descrivere a parole un amalgama tale di luci, musica, canto, effetti di vario genere.
Il risultato è sbalorditivo.
Perchè si: perchè è meravigliosa.
Dove
Bismarckstraße 110, 10625 Berlino.
Quando
Ultima replica sabato 17 maggio alle ore 19.30. Lo spettacolo dura 1 e 45 minuti e non sono previste pause.
http://youtu.be/CyM-1oABSzw