Test shock sugli animali in un laboratorio di sperimentazione in Germania
Filmati shock mostrano le pessime condizioni in cui vivevano gli animali utilizzati per i test di sperimentazione
I video effettuati sotto copertura hanno mostrato le piccolissime gabbie in cui sono state relegate le scimmie macaco. I filmati hanno mostrato anche la violenza che i tecnici hanno riservato ai primati. Le scimmie, come si può notare dai filmati, durante i test di sperimentazione, sono bloccate attorno al collo da apparecchi metallici, costrette a rimanere in piedi per lunghi periodi. In un filmato si notano cani e gatti sanguinanti abbandonati a se stessi, tra le loro feci, morire in un angolo. La denuncia è arrivata dalle associazioni per il benessere degli animali Cruelty Free International e Soko-tierschutz. Un investigatore Soko ha lavorato per 4 mesi sotto copertura nel segreto “LPT”, il laboratorio incriminato nella periferia di Amburgo. Così ha portato alla luce le condizioni shock a cui erano sottoposti gli animali usati per la sperimentazione.
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Un caso di recidività
La struttura, in realtà, è nota alle autorità già dal 2015. Da quell’anno ad oggi sono state effettuate nove ispezioni, sette delle quali senza preavviso. La struttura ha ricevuto una multa di 300€ in un’occasione perché ha introdotto nuovi cani senza permesso, secondo il giornale Süddeutsche Zeitung. L’ultima ispezione dell’8 Ottobre è stata effettuata senza preavviso dopo che sono state fornite prove di maltrattamento degli animali. Gli ispettori hanno osservato le condizioni di vita di 44 scimmie e hanno riferito che molte di esse mostravano «danni a lungo termine e notevoli sofferenze». Tuttavia, durante le ispezioni, i ricercatori non hanno utilizzato i primati nei processi di sperimentazione.
L’indignazione degli attivisti
Il filmato ha provocato una risposta rabbiosa da parte degli attivisti che hanno affermato che la sofferenza non era chiaramente ridotta al minimo, come richiesto dalla legge in molti Paesi. Kate Willett, della “Humane Society International” ha sottolineato che «tutti i dati raccolti dagli animali sarebbero “praticamente inutili”, poiché la loro fisiologia sarebbe alterata dagli stress che stavano vivendo». La senior director ha inoltre fatto presente come nel XXI secolo esistano ormai sperimentazioni non animali a disposizione della scienza, al fine di testare la sicurezza in campo farmacologico e tossicologico.
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