Lo spaccio di droghe di Berlino sta rovinando Revaler Strasse, Görlitzer Park e non solo…
Lo spaccio di droghe continuo e all’aria aperta, in particolare su Revaler Strasse a Friedrichshain e intorno al Görlitzer Park a Kreuzberg, sta rovinando alcune zone di Berlino. Potremmo dire che non è lo spaccio in sé ad essere un problema, che si compri e venda droga non è pericoloso per nessun terzo, è uno scambio tra due persone che non nuoce direttamente alla comunità a meno che non si voglia scavare più a fondo (e si dovrebbe) e scoprire cosa si nasconda davvero dietro l’intero traffico e quanto costi economicamente il consumo di stupefacenti a tutta la società. Insomma, se si volesse sezionare il fenomeno e analizzarlo fase per fase, si potrebbe dire tutto e il contrario di tutto: che Berlino è sempre stata così, che lo spaccio non è condannabile, che siamo in una società liberista e che ognuno dovrebbe essere libero di fare ciò che vuole con il proprio corpo, che gli spacciatori sono ragazzi e uomini che non hanno altre alternative, che nove volte su dieci sono immigrati irregolari a cui spesso la Germania nega asilo e che in realtà la colpa è della domanda, ovvero di tutti quei berlinesi e turisti che quelle droghe le comprano finanziando così l’intero mercato. Tutto giusto, o meglio, discutibile. Eppure da un paio d’anni a questa parte, sia a Revaler Strasse che, e ancor di più, intorno a Görlitzer Park non si può più passeggiare la sera senza sentirsi insicuri, cambiando percorso se è possibile. Poi magari non succede nulla, però, ecco, “meglio non rischiare”.
Non è tanto quel continuo “no, non voglio niente” che si è quasi costretti a rispondere ogni metro e mezzo, ovvero ogni volta che qualcuno da un muretto o da accanto ad un albero chiede “Cocaina, hashish, marijuana?”, ma gli scippi alcuni estemporanei, altri più elaborati (“Non mi stringi la mano perché sono straniero? Sei razzista?” e poi, una volta stretta la mano, ecco che non c’è più il portafoglio). Se si parla Görlitzer Park vanno citate anche le moleste passeggiate fianco a fianco che capitano ogni tanto a ragazze che decidono di attraversarlo di notte.
“Berlino ha venduto Revaler Strasse agli spacciatori” ha titolato la Bild lo scorso 15 ottobre. Il Bezirksamt Friedrichshain-Kreuzberg se ne lava le mani: “La lotta allo criminalità connessa alla droga non è nostra responsabilità, ma abbiamo comunque comunicato il problema alla sezione di polizia adatta”. Nonostante varie proteste della gente di quartiere la Polizia afferma di pattugliare regolarmente la strada con un successo moderato. Eppure, come viene riportato da un residente: “Appena arriva la polizia gli spacciatori si dileguano. Dopo dieci minuti sono di nuovo lì”. Per quanto riguarda Görlitzer Park, dal 12 maggio scorso è stato provato un controllo più intenso della zona con la fondazione di una speciale pattuglia dal nome Gorli. “Ma il progetto è fallito e lo ammette anche la polizia stessa” riporta la Welt di ieri, 10 novembre (nell’articolo anche i dati sui reati commessi periodicamente nella zona). Sarà, ma quel “controllo più intenso” non si è percepito. In questi mesi è sembrato anzi che fosse tuttora valido quanto rivelato da un funzionario di polizia qualche anno fa in un servizio televisivo e che spiegava come a Berlino si preferisca avere delle “isole di spaccio” in cui contenere il fenomeno, e di fatto controllarlo, piuttosto che proibire tutto dovunque. “Se c’è la domanda, da qualche parte uscirà fuori l’offerta”. Era ed è una strategia con una propria logica, ma questo controllo non sembra attuato, almeno non fino in fondo. Negli ultimi due anni, da Görlitzer Park ormai gli spacciatori si sono allungati alle scalette della stazione della U-Bahn di Görlitzer Bahnhof, da Revaler Strasse a Libauerstrasse, dal parco di Hasenheide (Neukölln) ad Hermmannplatz. Un minimo si potrebbe anche tollerare, ma la situazione ormai sembra fuori controllo. E dire che Horst-Dietrich Elvers, responsabile delle politiche sociali del quartiere Friedrichshain-Kreuzberg vorrebbe aprire proprio nel parco il primo coffee shop. Sicuramente ci sarebbe meno compravendita di marijuana, ma gli spacciatori lì intorno avrebbero comunque la possibilità di vendere tutto il resto. È davvero quella la soluzione?
Secondo le statistiche del gennaio scorso Görlitzer Park, Hasenheide, Hermmanplatz e Kottbusser Tor sono tra le zone con il più alto tasso di criminalità di tutta Berlino. Chiunque viva a Berlino avrebbe potuto dirlo senza vedere alcun dato. Possibile che anche in Germania si debba aspettare la tragedia per intevenire e dare il via ad affermazioni di rimpianto dal tono: “Era chiaro da tempo che prima o poi lì sarebbe successa una cosa del genere”?
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