Sandro Gozi a Berlino – Italia e UE: come ripartire insieme
di Michela Cannovale e Luigi Mercuri
Il 4.11.2014 si è tenuto un incontro presso la FES – Friedrich Ebert Stiftung (Fondazione del partito SPD) a Berlino in occasione della visita in Germania di Sandro Gozi (sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei). All’evento era presente anche il nuovo Ambasciatore italiano in Germania, Piero Benassi. Di seguito una breve intervista pubblicata sul sito della FES il 18.11.2014: Intervista a Sandro Gozi
Incontro fra Sandro Gozi e la stampa
Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei, sa il fatto suo. È questa, perlomeno, l’idea che ha dato al salotto cui si è intrattenuto il 4 novembre alla Friedrich-Ebert-Stifung di Berlino, prima della sua Lectio Magistralis raccontata di seguito dall’inviato Luigi Mercuri.
Classe 1968, Gozi non è un homo novus della politica europea: membro del gabinetto prodiano dal ’95, deputato Ulivo negli anni 2000 e poi responsabile per l’Europa nella segreteria Bersani nel 2010, ottiene nel febbraio 2014 la presidenza della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Quello stesso Consiglio la cui leadership è stata recentemente conquistata dal lussemburghese Jean-Claude Juncker.
Del cambio di testa, il sottosegretario Gozi non accenna a rimpianti, e tira le somme dei dieci anni di flop: «I dati negativi sull’economia europea dimostrano che l’approccio di Barroso è stato sbagliato e “senza denti”: troppa austerità e tecnocrazia. L’Italia concorda con la nuova commissione Juncker: è necessario che le politiche siano più economiche e che l’Europa sviluppi al più presto importanti riforme strutturali».
E sia, via al cambio di rotta. Che cosa possiamo augurarci dalla Commissione entrante? Sono quattro gli ingredienti principali della nuova ricetta EU: maggiore economia, innanzitutto. «Per cominciare, sono in arrivo 300 miliardi di euro che daranno impulso alla crescita. Ma ogni stato deve imparare a sviluppare la propria domanda interna, o altrimenti non si crescerà mai». Insomma, i dragoni cinesi e brasiliani smetteranno, prima o poi, di essere il nostro unico punto di forza. In ballo, d’altra parte, c’è il futuro di un continente intero che è in stallo da anni e che continua a rimanere un polo d’attrazione fondamentale per migliaia di migranti che scorgono in esso una possibilità in più.
Ma non è prevista solo economia per l’avvio del nuovo semestre di lavori. «Il ruolo della legge si focalizzerà di più su quelli che sono i diritti fondamentali dell’uomo». E poi lo sviluppo della digital agenda, priorità chiave «che rappresenta un vero e proprio gap rispetto agli altri continenti, molto più avanti per tutto ciò che riguarda innovazione, protezione dei dati e della privacy».
Il quarto ingrediente, a conclusione dell’incontro con la stampa, viene poi recitato forte e chiaro: il terrorismo dell’Isis, le tensioni tra Ucraina e Russia, i flussi migratori dal Nord Africa ed i confini del Mediterraneo, «questo, continua Gozi, richiede maggior forza e focus, perché di comune interesse per tutti e 28 i membri». Eccola, l’eco della grancassa europea. Sarebbe ingenuo aspettarsi troppo, eppure perché no?
Michela Cannovale
Lectio Magistralis: Politica Europea e riforme nazionali – come riportare l´UE sulla strada giusta
Sandro Gozi, cresciuto politicamente con Romano Prodi, vanta un curriculum di tutto rispetto, caratterizzato dal ruolo di “Middle-man” di prestigio fra Bruxelles e l´Italia. Durante i lavori il sottosegretario ha delineato con chiarezza gli obiettivi italiani sia durante il semestre europeo che in prospettiva futura. Gozi ha inoltre esposto la roadmap di riforme intraprese dal governo evidenziando l´interdipendenza fra gli obiettivi preposti e i risultati delle politiche di Roma, Berlino e Bruxelles. Secondo Gozi è l´Interdipendenza la parola chiave per la nuova commissione: «anche Juncker desidera riportare tale concetto all´epicentro della politica comunitaria; solamente riponendolo nel dibattito si possono sviluppare politiche europee che portino benefici a tutti e 28 i membri».
Rimettere in luce gli aspetti simbiotici dell´UE sicuramente porterebbe una ventata di freschezza nelle paludi politiche dove proliferano pericolosi populismi e regionalismi, arrivati ormai fino in Parlamento a Bruxelles.
Le riforme
Forte accento è stato inoltre posto sulla via intrapresa dall´Italia per poter legittimamente investire, in un secondo momento, oltre la soglia del 3% (rapporto deficit-PIL) e attrarre maggiori investimenti esteri attraverso le auspicate riforme strutturali (lavoro, giustizia, funzionamento camerale, riforma elettorale, fiscale, finanziaria, digitale, razionalizzazione spesa pubblica). Tali sforzi secondo il sottosegretario verranno accompagnati da una drastica semplificazione della burocrazia.
Gozi pone un focus particolare sullo sviluppo e la promozione della digital agenda da parte del Consiglio dei Ministri: va sottolineato come attraverso tale pacchetto di riforme l´Italia offra al momento una delle legislazioni piu´ avanzate nel campo e-business.
I rapporti con la Germania
Nel corso della discussione il sottosegretario attacca con decisione la dipendenza eccessiva dell´economia europea dai mercati extra-continentali lanciando una critica indiretta ai paesi, tra cui la Germania, che hanno cercato invano di circumnavigare la crisi della domanda interna UE (non aiutata dalla policy di austerità) puntando sui consumi e le grandi commesse provenienti dai nuovi mercati.
Malgrado ciò l´intesa con Michael Roth (suo omologo tedesco) è totale, il quale gli offre il benvenuto in italiano: «caro Sandro, benvenuto a Berlino. Ti ringrazio molto per il tuo discorso! Anche se non c’è bisogno di tante formalità, visto che ormai ci conosciamo benissimo…»
Roth apprezza il lavoro del collega e del governo italiano, cogliendo analogie fra le riforme intraprese dal nuovo esecutivo con quelle effettuate dalla SPD di Schröder; concordando sulla necessità di utilizzare a pieno il “Patto di Stabilità e Crescita” spingendosi ulteriormente verso la seconda parte del nome. Inoltre Roth sottolinea il coraggio politico del PD per aver aperto la strada verso le riforme strutturali, impopolari per natura, consapevole di perdere elettorato. Egli allude così al senso di responsabilità politica del suo partito durante i governi Schröder, lanciando al contempo una critica alla policy “attendista” del gabinetto Merkel; estremamente attento alle statistiche di apprezzamento degli elettori.
Il rilancio europeo
Durante la conferenza Gozi si appella alla necessità dell´Unione di riproporsi come roccaforte dei diritti e non come muro divisorio fra stati di prima e seconda classe. L´UE deve tornare ad essere una comunità di valori, non un mero club per accordi economici multilaterali. Il sottosegretario punta sul rilancio comunitario attraverso le seguenti parole chiave: “Freedom, Opportunity and Solidarity”.
Riponendo tali valori fondanti dell´istituzione al centro dell´agenda politica si potranno, secondo Gozi, compensare eventuali carenze emerse nel processo di integrazione economica sulle quali bisogna lavorare. «Recentemente, agli occhi dei cittadini, sono stati presentati principalmente i problemi del progetto europeo, allontanando l´opinione pubblica dagli enormi vantaggi che l’Unione ha portato e continuerà a incentivare, fomentando così le varie espressioni dell´euroscetticismo continentale».
In sintesi Gozi espone il seguente ragionamento: se si considera l’UE una mera unione doganale e/o monetaria appare ovvio che in un contesto economico poco brillante la sua immagine venga pesantemente danneggiata; se invece si torna a una Europa politica e di valori, anche in periodi di transizione congiunturale essa rappresenterà comunque un patrimonio di idee e obiettivi più nobili e sfaccettati.
UE: In medio NON stat virtus
Il pensiero aristotelico ci insegna che la virtù si colloca in mezzo (In medio stat virtus) eppure vi sono eccezioni; come europei dobbiamo decidere se prender posto sul treno del nuovo millennio come entità economica e politica rilevante in un contesto multipolare. I nostri concorrenti si muovono con decisione attraverso strumenti rapidi con politiche di lungo termine. Per poter correre sugli stessi binari dovremmo ambire a divenire una confederazione di stati più o meno indipendenti con una politica estera, militare, fiscale, infrastrutturale e monetaria comune.
L´UE ha come alternativa la gestione di una unione doganale pura, più efficiente eliminando costi e fardelli politici. Abbandoneremmo così le ambizioni federaliste trovando una soluzione alla crisi dell´Euro, tornando a valute nazionali, con banche centrali libere di gestire una politica monetaria ad hoc. Ciò comporterebbe maggiore sovranità statale ma anche irrilevanza nell’arena internazionale oltre che degli alti costi a breve e lungo termine.
Sandro Gozi e Berlino
L´auspicio finale tende la mano a Berlino e alla sua anima libera, tollerante e anticonformista in occasione dei 25 anni dalla caduta del muro: «ho parlato di libertà, opportunità e solidarietà. Oggi in Europa crediamo nel concetto di libertà; eppure abbiamo meno opportunità dall’esplosione della crisi; e non vi è più solidarietà. Avverto migliaia di piccoli e invisibili muri che si ergono su diverse fondamenta dell’unione: muri dell’indifferenza, dei populismi e dei rancori. Indifferenza verso il destino comune dell’UE; populismo che sta peggiorando le condizioni politiche generali; e rancori crescenti verso le nostre istituzioni comuni, percepite come troppo lontane dalla vita quotidiana dei cittadini.
In passato sono stato DJ, appassionato di musica rock. Pertanto vorrei citare una delle migliori band europee: “We want to tear down the walls”, cantavano gli U2 nella canzone “Where the streets have no name”; pezzo scritto nel 1987, poco prima della caduta del muro di Berlino. Tali parole sono ancora estremamente rilevanti per via dei pericoli che i nuovi muri stanno cementando. Abbiamo bisogno di un Europa più forte, fondata su un impegno comune, responsabilità, solidarietà e cooperazione leale. C’e’ ancora tanto da fare: innanzitutto dobbiamo guidare l’UE fuori da questa crisi; raggiungere gli obiettivi di integrazione e infine e’ necessario presentarci sulla scena mondiale come un blocco unito, come un faro di speranza sia politica, economica e dei diritti. Grazie»
Appare dunque chiaro che la politica del compromesso non sia applicabile di fronte a un bivio. Pertanto, gestire la decadenza o evolverci verso un futuro di rilevanza geopolitica? È questo il quesito shakespeariano, e Sandro Gozi sembra avere le risposte giuste.
Luigi Mercuri
Testo del discorso integrale di Michale Roth
Testo su cui si e´ basato il discorso di Sandro Gozi
Profilo di Sandro Gozi