Ritardi e cancellazioni negli aeroporti tedeschi e svizzeri: i dati di Flightright
Il sito Flightright rivela che tre dei peggiori aeroporti europei sono in Germania e la Svizzera non è esclusa
Flightright, nato nel 2010, si specializza nella tutela dei diritti dei viaggiatori aerei. Oggi è riconosciuto come uno dei migliori siti web europei per il supporto della richiesta di rimborso e risarcimento per ritardi e cancellazioni di voli. Il portale berlinese ha rilevato che gli aeroporti di Berlino, Francoforte e Monaco sono stati quelli con il tasso di cancellazione più alto, classificandosi tra quelli con le prestazioni peggiori del 2024.
Dei 21.168 voli in partenza da Berlino dal 20 giugno al 4 settembre 2024, 637 sono stati cancellati e 6067 hanno subito ritardi. Questo trend è segno di una serie di problemi che hanno afflitto il settore aereo a partire dai mesi estivi e hanno reso i viaggi un’esperienza davvero frustrante.
Le cause dei disservizi aeroportuali: gli scioperi
Durante l’estate 2024, gli aeroporti tedeschi e svizzeri hanno subito ritardi e cancellazioni, causando disagi significativi a migliaia di passeggeri. Le cause principali includono condizioni meteorologiche avverse, carenza di personale, scioperi e proteste da parte di attivisti per il clima. Il sindacato Ver.di ha guidato gli scioperi in Germania e ha richiesto un aumento dei salari ai lavoratori di terra impiegati presso Lufthansa. Il rappresentante Marvin Reschinsky ha evidenziato come la scarsa retribuzione di Lufthansa abbia causato scioperi massicci a Colonia, Düsseldorf, Karlsruhe e Stoccarda. Le richieste di aumento salariale non sono solo giustificate dalle condizioni di lavoro, ma sono necessarie per mantenere una forza lavoro motivata e stabile. Infine, Flightright evidenzia come la proliferazione degli scioperi abbia progressivamente rilevato l’incapacità della compagnia aerea tedesca di gestire questa situazione problematica.
Il clima
D’altra parte, il problema climatico si fa sentire sempre più forte: Il 15 agosto 2024, alle prime luci dell’alba, gli attivisti di Letze Generation (Ultima Generazione) invadono 4 aeroporti tedeschi tra cui l’aeroporto di Berlino. Alcuni di loro riescono ad incollarsi fisicamente alle piste di decollo e atterraggio, bloccando il traffico aereo per circa due ore. Questa azione ha causato ritardi evidenti nei voli, mentre gli attivisti esponevano striscioni di protesta contro l’uso dei combustibili fossili e denunciavano l’immobilità dei governi di fronte alla crisi climatica. L’evento ha attirato l’attenzione dei media, che hanno colto l’occasione per alimentare il dibattito sull’efficacia delle proteste ecologiste e sull’urgenza di sempre più interventi concreti per affrontare la crisi climatica. Il gruppo chiede al governo tedesco di negoziare e firmare un accordo per l’abbandono globale dell’uso di petrolio, gas e carbone entro il 2030.
La carenza di personale
La progressiva mancanza di personale ha avuto conseguenze drammatiche sull’efficienza operativa e sulla qualità dei servizi offerti ai passeggeri. Il problema della carenza di personale era diventato particolarmente evidente nel 2022, quando i molti licenziamenti fatti tra il personale di terra e di aria durante i mesi più intensi della pandemia di Covid-19, in cui il traffico aereo diminuì drasticamente, causarono enormi disagi in molti aeroporti europei e non solo. Attualmente, la soluzione persiste senza soluzioni radicali, con una mancanza di organizzazione che colpisce non solo Lufthansa, ma anche numerosi aeroporti in Europa.
Il caso svizzero
Secondo una classifica di Flightright la compagnia Swiss, controllata da Lufthansa, risulta essere la peggiore d’Europa dopo ITA Airways e alla pari di EasyJet.
Tra il 20 giugno e il 4 settembre di quest’anno, dei 49.000 voli atterrati in Svizzera , 19.000 sono stati classificati come in ritardo. Secondo Flightright, la Svizzera ha subito sia il maggior numero di cancellazioni (2,5%, 1’227 in tutto) che il maggior numero di ritardi (38,8%, 19’006), su un totale di 49’004 voli. Seguono Germania (2,4% di cancellazioni e 31,8% di ritardi) e Austria (1,5% di soppressioni e 31,0% di ritardi)
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Immagine di copertina: Pixabay