Rifugiati siriani, governo tedesco: “Fare di tutto per aiutarli”

“Il mondo non rimarrà fermo a guardare e non lascerà sole migliaia di persone di fronte alla furia omicida dell’ISIS, ma la nostra strategia di contrasto risulterà inutile se non verrà affrontata innanzitutto la catastrofe umanitaria che esaspera la Siria da tre anni e mezzo”. Il Ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha aperto così il vertice internazionale sulla situazione rifugiati siriani tenutosi ieri, 28 ottobre, a Berlino.

Dallo scoppio della guerra civile, oltre 3 milioni di cittadini siriani sono fuggiti dal loro paese verso gli stati confinanti, che vivono sulla propria pelle le conseguenze della crisi dei rifugiati. “L’onere che dobbiamo sostenere è sempre più pesante: ci confrontiamo quotidianamente con l’emergenza siriana, risentiamo di una forte sofferenza economica, e nel frattempo consumiamo importanti risorse energetiche, umanitarie, cibo e acqua” – hanno dichiarato all’unisono i rappresentanti di Libano e Giordania, che alzano bandiera bianca.

Nel campo profughi di Zaatari, in Giordania, alloggiano circa 115 mila rifugiati. Ma è il Libano a risentire maggiormente della pressione sociale ed economica dell’esodo siriano. Il paese, dal marzo 2011, continua ad ospitare 1,2 milioni di profughi, con un conseguente aumento del 30% della popolazione che vive all’interno dei confini libanesi.

Due i punti cardine del “Piano-Steinmeier”, ripetuti più volte durante la conferenza: “assistenza”, quella da dare ai paesi ospitanti, e poi “speranza”. La speranza che i rifugiati possano il prima possibile tornare a casa. “Non è solo una questione di denaro”, ha precisato il Ministro, “dobbiamo anche imparare ad investire meglio, con prospettive a lungo termine, e in linea con le priorità dei paesi ospitanti”.

La promessa è quella di uno stanziamento di 500 milioni di euro nei prossimi tre anni. Dall’inizio della crisi, il governo tedesco ha investito quasi 650 milioni euro in aiuti umanitari e accolto, dal 2012 ad oggi, oltre 70.000 rifugiati.

Non si è fatto da parte il l‘Alto Commissario per i Rifugiati delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che durante la conferenza stampa ha sollecitato: “La Germania è un esempio formidabile di ospitalità e protezione, ma è necessario aumentare i contributi finanziari per i paesi ospitanti”.

Nel frattempo, un altro inverno si avvicina, lo stesso inverno che milioni di sfollati dovranno affrontare all’addiaccio. E se quello che ha lanciato oggi il Cancelliere Merkel è stato un richiamo alla solidarietà ed un ringraziamento alla generosità, così celebrata, dei paesi ospitanti, verrebbe da chiedersi quanto si stia impegnando hic et nunc la comunità internazionale – occidentale e non – per risolvere l’emergenza africana. Il Ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, presente al summit, ha dichiarato velocemente che l’Italia sta già facendo la propria parte accogliendo i rifugiati che raggiungono la penisola dalla Libia”.

Una soluzione reale presupporrebbe, ahi loro, un coordinamento umanitario internazionale più concreto ed una maggiore condivisione degli oneri – se di pesi si vuole parlare. All’interno del comunicato stilato ieri a Berlino, si parla invece, soprattutto, di futuro. “Ci sforzeremo di trovare nuove vie d’aiuto”. Steinmeier, d’altronde, se lo dice da solo: “So che i negoziati politici del passato non sono stati in grado di fare grandi passi avanti, ma non dobbiamo mollare”.

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