Matteo Renzi a Berlino con la Merkel: il sorriso è contagioso

La regola vale per tutti e così, dopo Monti e Letta, anche a Matteo Renzi è toccata la gita a  Berlino per incontrare Angela Merkel poco dopo essere stato nominato primo ministro (il terzo in poco più di un anno e mezzo). Renzi è sceso dall’auto ammiraglia nazionale in perfetto orario, assecondando i richiami dei fotografi per le le foto quasi come fosse una star della televisione, dividendosi tra le diverse gradinate allestite per la stampa con naturale disinvoltura.

All’arrivo nel piazzale della Cancelleria Federale anche Renzi, come Letta a Luglio, ha trovato la banda del cerimoniale schierata in formazione completa. Si è notato chiaramente il labiale del primo ministro italiano intonare l’inno nazionale, mentre la Merkel alla sua sinistra, manteneva un espressione compiaciuta ed a tratti protettiva in una gestione a 360 gradi della situazione.
Durante la conferenza stampa è la cancelliera a rompere il ghiaccio, dichiarando di essere impressionata positivamente dalla pianificazione messa in atto da Renzi, volta ad apportare all’Italia benefici per il prossimo ciclo economico. Molto entusiasta di offrire una mano, Angela Merkel si definisce pronta ad affiancare il governo Renzi nelle scelte di politica economica, anche in previsione della prossima presidenza di turno UE.
Ribadendo la disponibilità alla collaborazione, ha anche sottolineato l’intesa con il Premier italiano a sostenere misure sanzionatorie nei confronti dell’Ucraina, per cercare di far rientrare una situazione decisamente difficile da gestire. Renzi è d’accordo.
Sulla politica interna, il suo intervento è chiaro ed incentrato completamente sul processo di riforme, descrivendolo necessario ma allo stesso tempo ambizioso. “Dobbiamo fare le riforme per i nostri figli, dobbiamo smettere di credere che abbiamo l’obbligo di farle perché imposto dall’Unione Europea. Dobbiamo farlo per noi”. Queste sono le parole che usa Renzi per descrivere il momento del cambiamento, aggiungendo l’importanza della riforma del lavoro, fondamentale all’Italia per ridare il via allo sviluppo economico. “Mi sento onorato, come ex sindaco di Firenze, che si parli di nuovo rinascimento industriale europeo”.

Renzi palesa il suo apprezzamento per il termine usato per descrivere la rinascita del sistema industriale europeo, perché essendo stato sindaco di Firenze, lo sente a lui più vicino. Per fare ciò, secondo il premier, “è necessaria un riforma radicale del sistema di formazione”, rifacendosi il più possibile a quella duale tedesca, che affianca la teoria alla pratica e che inserisce le aziende nel processo formativo.
L’augurio per il prossimo Consiglio Europeo è quello della condivisione, del lavoro insieme, puntando in alto facendo importanti riforme strutturali.
Alla domanda di una giornalista sulla effettiva presenza delle coperture finanziarie per le riforme di politica interna, Renzi risponde che gli italiani già lo sanno, la pubblicità in tal senso delle ultime settimane ha fatto si che anche in Germania sapessero dove il governo andrà a prendere le risorse necessarie. Quindi sotto questo aspetto, il governo si è messo in opera sin dal primo giorno.
Il premier ribadisce che vuole rispettare le regole del trattato di Maastricht:

“Non vogliamo cambiare le regole, sono importanti, l’obiettivo è rimanere sotto il 3%”.

Anche l’interscambio commerciale ha avuto il suo spazio, Renzi evidenzia l’importanza della Germania per il nostro commercio, riportano che il totale dell’import/export è equivalente alla somma di quelli che l’Italia scambia con Francia Regno Unito. Il motivo del calo degli scambi è da ricondurre alla crisi del mercato interno italiano, che ha determinato un stabilità delle esportazioni affiancata da un forte calo delle importazioni verso in nostro Paese. La disoccupazione, giunta ormai al 40%, è un problema che deve essere risolto nell’immediato, fondamentale per la ripartenza in tutti i settori. Semplificare l’apprendistato e ristrutturare le formazioni professionali, rappresentano per Matteo Renzi un tassello indefettibile per il risanamento del quadro generale.
Il premier chiude con la voglia di dare al Paese, l’idea che l’Europa non è la causa dei problemi, ma la soluzione.

“Tutti i partiti che dicono in contrario, sbagliano!”.

Angela Merkel chiude la conferenza sperando, positivamente, che le riforme del governo italiano portino tempestivamente vedendo, a suo parere, il bicchiere mezzo pieno. Dopotutto l’ottimismo di Renzi un po’ deve pure contagiarla e quella maglietta della Fiorentina con il nome di Mario Gomez che le era stata regalata ad inizio vertice già in mattinata le aveva strappato un sorriso. E’ bene che quel buon umore sia rimasto. Italia e Germania: abbiamo il reciproco bisogno di sostenerci per potere vedere roseo il futuro. Forse più noi che loro, ma ormai, pensare che i problemi di un paese abbiano cause e conseguenze capaci di rimanere nei confini nazionali è una chimera. Meglio fare il tifo assieme ora, che entrate in tackle in futuro. Con i nazionalismi (rispettivi) non si va da nessuna parte.

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