Perché la Germania dovrà pagare 12 miliardi di euro in più all’Unione Europea
Previsti per la Germania dei contributi aggiuntivi di 11-12 miliardi di euro all’anno da versare all’Unione Europea a causa della Brexit.
11-12 miliardi di euro all’anno: queste le stime di Günther Oettinger, Commissario europeo per il bilancio e le risorse umane, per i contributi che la Germania dovrà versare all’UE dopo la Brexit. Come dichiarato da Oettinger ad ARD e riportato da Spiegel Online, 3,5-4 miliardi di euro saranno necessari per coprire il divario nel budget che si creerà dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, per le spese di protezione dei confini esterni e per progetti europei destinati ai giovani, come per esempio l’Erasmus. Il resto servirà a compensare l’inflazione.
Just now: Final discussion w/ Fellow Commissioners on #EUBudget. It is a balanced proposal w/ new priorities + moderate cuts in traditional areas. Will adopt this morning + have press conference later on
#FutureofEurope #EUaddedvalue pic.twitter.com/sxEyRviT2L
— Günther H. Oettinger (@GOettingerEU) May 2, 2018
La proposta di Oettinger per il piano di finanziamento
Mercoledì 2 maggio 2018 Oettinger ha presentato a Bruxelles la proposta del piano di finanziamento europeo per un periodo di realizzazione totale di 6 anni, dal 2021 al 2027. Non è facile prevedere i costi post-Brexit: il Regno Unito ha infatti sempre elargito più denaro per il bilancio dell’Unione rispetto a quello che ha ricevuto come contribuente netto. Secondo i calcoli di Oettinger, i contributi necessari per coprire questa mancanza saranno di almeno 12 miliardi l’anno. Le nuove spese costringeranno l’Unione a tagliare su altri progetti europei, come il piano di aiuti ai coltivatori e alle regioni strutturalmente deboli. I membri dell’Unione decideranno il piano finanziario nei prossimi mesi, basandosi sulla proposta fatta dalla Commissione. Il Governo Federale tedesco ha annunciato di essere pronto a sostenere spese maggiori per il budget europeo, riservandosi però di vedere un maggior impegno in futuro da parte dell’Unione in “progetti che abbiano un valore aggiunto europeo “.
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Le trattative per la Brexit
Il 29 marzo 2017 Theresa May ha firmato la lettera di notifica dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona, la norma che mette in moto la secessione di uno Stato membro dall’Unione Europea aprendo due anni di negoziati per completarla. Il Regno Unito uscirà ufficialmente dall’UE entro il 29 marzo 2019, a meno che entrambe le parti, Londra e Bruxelles, non decidano congiuntamente di prolungare la trattativa. Se questo succedesse, entrerebbe in vigore un accordo transitorio per cui i rapporti tra UE e Gran Bretagna resterebbero invariati. Secondo gli esperti questo lasso di tempo sarà a malapena sufficiente per negoziare i termini del “divorzio” britannico dall’Europa, mentre servirà più tempo (secondo alcuni addirittura svariati anni) per concordare nuove intese in campo economico, commerciale, militare e in molti altri settori.
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