Perché ho scelto la Germania come meta Erasmus

Se ve lo state chiedendo, la risposta è “no”. Non ho scelto la Germania come meta Erasmus per la birra e i brezel. O almeno, non solo per quelli

Quando ho iniziato l’università sapevo già di voler trascorrere un periodo all’estero, e sapevo anche che avrei voluto trascorrerlo in Germania. La città non era importante, bastava che i cittadini parlassero tedesco. Perché questa scelta? Ve lo spiego subito. Ho studiato tedesco cinque anni al liceo, ma ancora dopo così tanto tempo quando guardavo un video in tedesco mi sentivo un pesce fuor d’acqua, non capivo nulla. Quindi ho deciso che avrei dovuto metterci tutte le mie forze per imparare questa lingua e padroneggiarla – non da madrelingua ovviamente, sarebbe stato un miracolo in quel caso, e noi del cancro sappiamo benissimo che i miracoli non ci appartengono.
Tramite l’università sono venuta a conoscenza del bando di concorso Erasmus, un programma dell’Unione Europea che mette a disposizione una serie di borse di studio per gli studenti che vogliono trascorrere un periodo di studio – o tirocinio – all’estero. Era l’occasione perfetta per poter partire, realizzare il mio sogno ed essere anche finanziata. Vi avviso: la borsa di studio non vi renderà ricchi, perché si aggira tra i 250 e i 300euro al massimo. Ma sempre meglio di nulla.

Un semestre o due semestri, questo era il dilemma

All’inizio non avevo dubbi: due semestri assolutamente. Era l’unico modo per immergermi nella lingua e nella cultura tedesca e trarre il massimo da questa mia esperienza. Ma c’erano altri fattori da tenere in considerazione che mi hanno fatto scendere dalle nuvole:

  • gli esami da sostenere;
  • l’affitto da pagare.

Per quanto riguarda gli esami, ho prima controllato che fra i corsi disponibili nelle università prescelte ci fossero corsi compatibili con quelli che avrei dovuto sostenere. Vi assicuro che non è stato facile, soprattutto perché non tutte le università rendono noti i corsi che avranno luogo l’anno successivo. Però, ho potuto avere una panoramica e farmi un’idea di cosa mi avrebbe aspettato.

Il punto numero due era l’affitto da pagare. Chiarisco subito che mi riferisco all’affitto in Italia, in quanto sono stata una studentessa fuorisede, quindi se questo punto non vi riguarda, passate direttamente al prossimo paragrafo. Per tutti i fuorisede d’Italia, eccoci al punto più complicato da tenere in considerazione se scegliete di studiare in un’università all’estero come studenti Erasmus.
Anzitutto, dopo aver conseguito la laurea triennale, avete intenzione di ritornare nella città dei vostri studi per lavorare o continuare a studiare là? Se la risposta è sì, non è importante che voi andiate per uno o due semestri, dovrete comunque cercare una stanza da affittare al vostro ritorno.
Se, invece, volete trasferirvi nell’università di un’altra città – come ho fatto io – allora tenete in conto che trovare un affitto per un semestre soltanto non è affatto un gioco da ragazzi. Nel mio caso, che abitavo in uno studentato, era tutto più complicato:

  • se fossi partita il primo semestre, avrei dovuto cercare casa da febbraio a luglio, perché terminati gli esami della sessione estiva avrei discusso la tesi di laurea e poi mi sarei trasferita in un’altra università.
  • se fossi partita il secondo semestre, avrei dovuto cercare una stanza in un appartamento, perché lo studentato in cui alloggiavo affittava le stanze soltanto per due semestri interi.

Fatte queste considerazioni, ho cercato soltanto le mete che offrissero una borsa di studio direttamente per due semestri. Per chi non lo sapesse, è possibile estendere il proprio contratto Erasmus per un semestre in più (a patto che si sia partiti nel semestre invernale), ma io non avevo voglia di gestire altra burocrazia. Ecco, quindi, che la mia scelta si è ridotta a soltanto due mete tra cui quella a cui sono stata assegnata: l’università Friedrich-Alexander di Erlangen e Norimberga.

Gli studenti tedeschi non pagano le tasse universitarie, e nemmeno quelli Erasmus

ll vantaggio di essere ammesso in un’università tedesca non è soltanto birra a poco prezzo e brezel in quantità industriali, come vi dicevo. In Germania non si pagano le tasse universitarie (se l’università è pubblica). Un motivo in più per convincere i miei genitori a lasciarmi partire due semestri – anche se poco più tardi avrebbero scoperto di dover continuare a pagare le tasse all’università in Italia.

A parte questo, che tu sia uno studente tedesco o uno studente Erasmus, non si pagano le tasse ma si paga solo un ticket semestrale (che varia da università a università) valido come carta dei mezzi. È grazie a questa magnifica carta – la Studentenausweis (la carta dello studente) – che ho avuto la possibilità di visitare diverse città nei dintorni della mia cara Erlangen. Ovviamente non sono mancate gite a Norimberga, considerata quasi una seconda casa – terza, se penso che Erlangen era davvero la mia seconda casa. I mezzi di trasporto erano gratuiti entro un confine prestabilito, ma comunque abbastanza grande per darmi la possibilità di visitare affascinanti posti come Bamberga, Bayreuth e Rothenburg ob der Tauber.

Entrata del museo Käthe Wohlfhart a Rothnburg ob der Tauber, il paese del Natale

Entrata del museo Käthe Wohlfhart a Rothenburg ob der Tauber, il paese del Natale in Germania

Da studente la vita costa meno

Anche gli studenti Erasmus hanno la possibilità di richiedere un alloggio in studentato. Questo significa che potranno avere una stanza – con bagno privato o in comune, e idem per la cucina – spendendo circa 300euro al mese (comprese le utenze). Un vero e proprio affare considerando che gli affitti al di fuori degli studentati hanno prezzi non inferiori a 500euro al mese, senza considerare le utenze. Non aspettatevi una reggia, anche se per me lo era. La mia stanza, ad esempio, era organizzata in questo modo:

  • aprendo la porta sulla destra ci si immergeva direttamente sulla sinistra nella cucina grande circa un metro quadro (se non chiudevo la porta, non potevo aprire il mini frigo);
  • facendo un passo avanti – e non è un modo di dire, dovevo davvero fare soltanto un passo avanti, magari ne avrei fatti due se non fossi stata alta 1,75m – una piccola porticina mi introduceva al bagno. Anche questo grande un metro quadro;
  • Con due passi si arrivava finalmente alla stanza, che per me era davvero enorme e godevo di tutti i comfort che mi servivano: un letto, un comodino, una scrivania, una sedia e un armadio. Per mia mamma che nel 2018 aveva vinto il premio “mamma più apprensiva dell’anno” quella era una stanza da brividi.

Questo arredamento così minimalista andava bene fino ad un certo punto, perché avrei comunque avuto bisogno di una lampada, una tenda e un cuscino per dormire. Quindi, se avete intenzione di affittare una stanza in studentato, siate consapevoli del fatto che la vostra prima gita sarà all’Ikea più vicino.

Oltre all’alloggio, gli studenti godono di numerosi vantaggi: la carta dei mezzi – di cui vi ho parlato prima -, lo sconto alla mensa universitaria, ma anche prezzi ridotti ai musei e al cinema. Insomma, avere la Studentenausweis è un aiuto economico non di poco conto.

Il buddy, il tuo migliore amico quando arrivi in Germania

No, non si tratta di un peluche. Il buddy è una persona che l’università ti affida per aiutarti a gestire le prime rogne burocratiche (tra cui il famosissimo e odiatissimo Anmeldung, cioè la residenza in Germania). Un giorno ti arriverà un’e-mail in cui il tuo o la tua buddy si presenterà e ti dirà che sarà a tua disposizione durante il tuo soggiorno. All’idea che un vero e proprio tedesco – quasi come fosse una figura mitologica – mi avrebbe contattata ero davvero emozionata, avrei finalmente parlato tedesco pur non capendo nulla. E invece, il mio buddy era casualmente un ragazzo italo-tedesco: nato e cresciuto in Germania, ma da genitori italiano. Anzi, siciliani, proprio come me! E il sogno di parlare tedesco si è infranto, perché lui era così emozionato all’idea di parlare italiano con qualcuno che non fosse sua mamma o suo papà. Chi ero io per dirgli di no?

Devo dire che il mio buddy è stato davvero la mia salvezza, non solo perché mi ha aiutato a fare l’Anmeldung e a stipulare il contratto dell’elettricità, ma perché i primi giorni, quando ancora non conoscevo nessuno, è stato un’ottima compagnia. Anche se ha dimenticato di dirmi quanto fosse difficile fare la spesa in Germania (se volete scoprire perché ho ancora l’ansia da prestazione ogni volta che vado a fare la spesa in un supermercato tedesco, leggete il mio articolo).

E se non c’è ESN, c’è qualcun altro che ti organizza i viaggi e le feste

Per chi è già stato una volta in Erasmus conoscerà sicuramente ESN. Per tutti gli altri, si tratta di un’organizzazione studentesca internazionale che si occupa di aiutare gli studenti Erasmus durante il loro soggiorno all’estero. Il loro compito è quello di organizzare eventi ricreativi, come feste, corsi di lingua (i tandem), viaggi, ma soprattutto di fornire supporto anche linguistico. Per tuti gli studenti stranieri, mettono a disposizione una carta attraverso la quali si può usufruire di sconti in ristoranti, musei e mezzi di trasporto (tra cui Flixbus e Ryanair).

Purtroppo ESN non c’è in tutte le città universitarie, ma è comunque possibile sottoscriversi e ricevere la carta semplicemente richiedendola alla sede ESN più vicina alla vostra università. In alcune città della Germania, infatti, sono presenti altre organizzazioni studentesche che svolgono lo stesso ruolo, ad esempio all’università FAU di Erlangen e Norimberga c’era la FVI, FAU Volunteers for Internationals. Mettetevi in contatto con l’organizzazione della vostra futura città per conoscere meglio le iniziative e avere qualche consiglio su come gestire la vostra vita una volta arrivati in Germania. Il consiglio che posso darvi e di non perdervi le loro iniziative, è un ottimo modo per conoscere altre persone e scoprire insieme la cultura tedesca – e magari parlare tedesco.

Gita al Lago di Costanza organizzato da FVI (FAU Volunteers for Internationals)

Gita al Lago di Costanza organizzata da FVI (FAU Volunteers for Internationals)

 

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Immagine di copertina: ©Pexels / Pixabay License