Offrire una camera di casa al rifugiato: successo in Germania per l’Airbnb solidale

In un universo di imperante individualismo, esiste ancora un lato generoso dell’umanità che crede con passione nella condivisione e nell’empatia verso il prossimo. Ad abbracciare questi principi sono stati due giovani berlinesi, Mareike Geiling e Jonas Kakoschk trascendendo coraggiosamente le convenzioni. Tutto è partito quando hanno deciso di ospitare nel loro appartamento un profugo maliano, privo di regolare permesso di soggiorno e costretto ad arrangiarsi in sistemazioni di massa. Avrebbero potuto prendere uno dei tanti giovani e meno giovani alla ricerca di un’abitazione a Berlino, ma non lo hanno fatto. Il loro desiderio di ispirare una diversa cultura dell’accoglienza li ha spinti poi ad andare ancora oltre e a dar vita ad uno straordinario progetto. È così che è nato Flüchtlinge Willkommen, sito per mettere in contatto i richiedenti asilo con chiunque, registrandosi al portale, sia disposto ad offrirgli una camera in affitto nel proprio appartamento. Chi paga? A volte è l’autorità locale (quando il rifugiato non è clandestino), altre volte è il rifugiato stesso, con i propri guadagni/risparmi, altre ancora  il sito, che raccoglie donazioni atte a questo scopo.

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Gli innumerevoli esuli che cercano rifugio in Germania (oltre 200 mila domande di asilo politico nel 2014, più 58% rispetto l’anno precedente), o in qualunque altra nazione, sono normalmente costretti a subire un iter burocratico infinito, durante il quale la loro condizione di paralisi esistenziale assume sfumature quasi surreali. Finché la loro richiesta non viene legalmente accolta, infatti, i profughi sono considerati privi di identità, ridotti ad un mero status giuridico, non possono né lavorare né cercare casa.

Non è difficile immaginare l´essenza rivoluzionaria di un progetto del genere, vero e proprio Airbnb solidale al servizio dei più deboli. Sulla scia di Mareike e Jonas, circa 400 persone, distribuite prevalentemente tra Germania ed Austria, hanno messo a disposizione almeno una camera della loro abitazione. Prossima tappa? Ampliare l’offerta ad altri Paesi.

Photo: © Robert Judge CC BY SA 2.0