Natale 1963, quei giorni in cui il Muro di Berlino si aprì e diede una speranza (poi disillusa)
Intorno al Natale 1963, per diciotto giorni, la Berlino divisa ebbe modo di riunirsi città divisa si riunisce
Per diciotto giorni, dal 20 dicembre al 5 gennaio, quindi intorno al Natale del 1963, Berlino visse un momento storico unico. Migliaia di cittadini di Berlino Ovest poterono attraversare il Muro per riabbracciare i parenti rimasti a Berlino Est.
L’apertura, resa possibile dal Passierscheinabkommen (“accordo sui lasciapassare”), rappresentò una tregua natalizia in una città spezzata dalla Guerra Fredda. In una Berlino gelata e innevata, le famiglie si riunirono per poche ore sotto lo sguardo vigile delle guardie di frontiera. Come è intuibile, la DDR proibì ai cittadini dell’Est di attraversare il confine, temendo fughe di massa. Mentre a Ovest si respirava un’aria di tregua, per chi viveva a Berlino Est il muro restava una prigione invalicabile. Ad ogni modo quei giorni sono ancora leggendari.
Un accordo storico: il Passierscheinabkommen
La costruzione del Muro di Berlino, iniziata il 13 agosto 1961, aveva improvvisamente diviso la città in due mondi opposti: Berlino Est, sotto il controllo della Repubblica Democratica Tedesca (DDR), e Berlino Ovest, enclave democratica sostenuta dall’Occidente. Migliaia di famiglie furono separate, con contatti limitati a lettere e occasionali telefonate. La tensione tra i due blocchi rendeva ogni attraversamento del confine quasi impossibile.
Il Passierscheinabkommen del 1963 fu il risultato di sei giorni di negoziati tra le autorità di Berlino Ovest e Berlino Est. L’accordo prevedeva la possibilità per i cittadini di Berlino Ovest di ottenere un lasciapassare giornaliero per visitare parenti stretti a Berlino Est. Dal 20 dicembre 1963 al 5 gennaio 1964, chi dimostrava un legame familiare poteva attraversare il confine. L’intesa rappresentava un fragile compromesso tra necessità umanitarie e controllo politico durante il Natale 1963.
Per ottenere il Passierschein, i richiedenti dovevano presentare domanda con largo anticipo presso appositi uffici a Berlino Ovest. Il permesso, valido dalle 7 del mattino a mezzanotte, permetteva l’accesso solo per parenti stretti, come genitori, figli e fratelli. Non era consentito pernottare. Ogni movimento a Berlino Est era attentamente monitorato, e le autorità della DDR scoraggiavano qualsiasi contatto non autorizzato con i cittadini locali.
Le autorità della DDR imposero norme ferree per gestire il flusso dei visitatori. I doni erano limitati a beni essenziali, e ogni visita doveva concludersi entro la mezzanotte. Chi infrangeva le regole rischiava di perdere il diritto a futuri lasciapassare. Questa stretta sorveglianza rifletteva il timore della DDR di perdere il controllo ideologico sulla propria popolazione.
Il ponte Oberbaumbrücke e gli altri varchi
Dal 20 dicembre, migliaia di persone attraversarono il confine con pacchi pieni di caffè, frutta e regali. Famiglie che non si vedevano da due anni si abbracciavano sotto lo sguardo delle guardie di frontiera. Ma non tutti riuscirono a ottenere il lasciapassare: a Wilmersdorf, finestre rotte e malori testimoniano la tensione tra i richiedenti. Alcuni trascorsero ore in fila solo per vedersi negare l’accesso.
Uno dei principali punti di attraversamento fu il ponte Oberbaumbrücke, che collegava Kreuzberg (Ovest) a Friedrichshain (Est). Per l’occasione, la DDR aprì varchi temporanei nel muro. Altri luoghi simbolici, come il Sandkrugbrücke a Mitte (Est), videro scene simili: file ordinate, doni impacchettati e visi segnati dalla commozione. Sul lato Ovest, scuole e uffici pubblici, come quelli di Wilmersdorf, si trasformarono in centri di rilascio dei permessi.
La chiusura dei varchi dopo il Natale 1963 e le conseguenze
Il 5 gennaio 1964, i varchi temporanei furono chiusi. In poco più di due settimane, oltre 700mila persone avevano attraversato il confine. L’esperimento non fu mai replicato su larga scala, e le aperture successive rimasero sporadiche e limitate. Per molti, il breve periodo di riunioni familiari lasciò un ricordo dolceamaro, evidenziando la crudeltà della separazione.
Il Passierscheinabkommen è rimasto un simbolo di umanità nella storia della Guerra Fredda. Le immagini di famiglie che si riabbracciano ai checkpoint rappresentano la resilienza umana di fronte a barriere politiche. Sebbene temporaneo, questo momento di tregua ha mostrato che, anche nel cuore della divisione, era possibile trovare una strada verso la connessione umana.
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