Schulz

Merkel vs Schulz, ovvero quanto è civile il dibattito tv tra i due principali candidati tedeschi

A poco meno di un mese dalle elezioni nazionali tedesche, i candidati Angela Merkel e Martin Schulz si sono affrontati in un approfondito dibattito televisivo. Tutti i temi della campagna elettorale sono stati affrontati dai due esponenti del parlamento tedesco.

Berlino, 3 settembre 2017, mancano 21 giorni dalle elezioni nazionali tedesche del Bundestag e di conseguenza dalla nomina del nuovo cancelliere per i prossimi quattro anni. Da un lato troviamo Angela Merkel sicura e affabile, dall’altro un Martin Schulz combattivo come non lo si era mai visto, che non ha risparmiato colpi bassi alla cancelliera.

Premesse e sondaggi finali

Un’ora e mezzo di dibattito diffuso dalla ZDF, l’ARD, Sat1 e RTL. Con 4 giornalisti pronti a toccare i punti salienti della campagna elettorale per un confronto tra  i candidati dei partiti numericamente più forti in tutta la Repubblica Federale. Martin Schulz per i Socialdemocratici, e la cancelliera uscente Angela Merkel in corsa per il suo quarto mandato. Prima di scendere nei particolari del dibattito, c’è da sottolineare come le aspettative e le speranze dei candidati sulla buona riuscita del dibattito fossero diverse. Se da un lato la Merkel che di faccia a faccia ne ha affrontati tanti senza mai eccellere, non si aspettava di sconvolgere i sondaggi con questo dibattito. Dall’altro Martin Schulz. La vera novità di queste elezioni federali, aveva riposto in questo confronto le migliori aspettative per smarcare finalmente il progetto dell’SPD da quella Großekoalition a guida cristiano democratica che ha indebolito più le file dell’SPD che quelle della CDU. Speranze di successo, quelle dell’ex Presidente del Parlamento Europeo, che a giudicare dai sondaggi finali non sono state soddisfatte. Stando infatti ai sondaggi svolti dalla ZDF il 32% delle persone è sicuro di votare la Cancelliera, il 29% darà il suo voto all’ex Presidente del Parlamento Europeo e ben il 39% è ancora indeciso. Mentre i voti raccolti dalla ARD vedono un 55% di persone per la Merkel e solo il 35% per lo sfidante socialdemocratico.

Un dibattito incentrato sui temi, senza esclusione di colpi

Sono stati trattati tutti i temi della campagna elettorale in corso, che si è rivelata un po’ sottotono senza troppi colpi di scena. Con la Merkel sicura della vittoria e Schulz che non riesce a trovare la carta vincente per smarcarsi, nonostante i ripetuti tentativi. Non ultimo quello dell’approvazione del matrimonio per le coppie omosessuali, che si è rivelato un autogol per i socialdemocratici convinti del forfait della CDU che invece lasciando libertà di coscienza ha spiazzato tutti. Un dibattito con un format simile a quello che ha visto sfidarsi negli Stati Uniti, Hillary Clinton e Donald Trump nelle ultime presidenziali americane. La tv tedesca ha cercato di creare l’evento televisivo delle elezioni mantenendo però un clima decisamente più pacato rispetto a quello statunitense. Se Trump era il bullo pragmatico, il self made man, e la Clinton la maestrina saccente rappresentante dell’establishment, che poco è piaciuta all’elettorato medio americano, ieri sera la Merkel e Schulz, si sono scontrati a colpi di temi e di accuse reciproche ai rispettivi partiti. Senza personalizzare troppo la campagna elettorale. Nonostante si siano avute delle leggere frecciatine partite soprattutto dal candidato socialdemocratico, messo in difficoltà dalla tranquillità e pacatezza della Cancelliera, anche l’abile leader conservatrice non si è fatta sfuggire le occasioni per attaccare l’avversario, nuovo alle dinamiche della politica interna tedesca.

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Politica estera: immigrazione, Europa e Turchia, tensioni internazionali

Il primo blocco di domande a cui hanno risposto i candidati si è incentrato sul tema più scottante di queste elezioni: l’immigrazione. Alla luce delle politiche di apertura della Cancelliera, la discussione sull’operato del governo durante l’estate del 2015 è stata d’obbligo. La candidata dell’Unione ha difeso la sua politica, giudicando la sua decisione come una delle più importanti che abbia mai preso in un momento di crisi. Il primo problema era fronteggiare le migliaia di persone, che arrivavano dalla Siria attraverso la Turchia e poi i Balcani. Non c’era scelta possibile in quel momento se non accoglierli e garantire loro accoglienza. La candidata conservatrice inoltre ci tiene a sottolineare come non sia pensabile in futuro accogliere tutti coloro che fuggono da conflitti e povertà. Ma sia necessario aiutare attraverso investimenti lo sviluppo dei paesi dai quali provengono, e questo è in linea con il progetto di aiuti del governo tedesco ai paesi africani, portato avanti dalla stessa cancelliera.

Dall’altra parte Schulz critica la modalità con cui la cancelliera si è approcciata al problema in Europa. Conoscendo bene le dinamiche di Bruxelles, secondo il candidato socialista la Merkel avrebbe dovuto coinvolgere di più i partner europei nelle decisioni prese unilateralmente dalla Germania. Utilizzando una situazione di emergenza come punto di partenza per cambiare gli accordi di Dublino. Che come sappiamo bene in Italia, prevedono il dovere di accoglienza da parte dei paesi che per primi vedono l’ingresso di flussi migratori. Dovere che è stato ignorato dall’Ungheria di Orban, senza subire nessun ammonimento da parte dell’UE. La soluzione dunque per Schulz deve essere europea e basarsi sulla condivisione degli obiettivi con gli altri paesi europei.

La cancelliera però rivendica le scelte fatte. E nonostante le critiche ricevute da più parti, è fiera dell’accordo portato avanti dall’UE, su iniziativa tedesca, con Erdogan in Turchia, che ha permesso il contenimento dei flussi che provenivano dai Balcani, seppur ad un costo forse eccessivo per i bilanci europei. Erdogan che invece viene ampiamente criticato da Martin Schulz soprattutto per gli sviluppi che ha avuto il suo regime, alla luce degli arresti di giornalisti e oppositori politici. E della radicalizzazione delle istituzioni che sembra sempre più scivolare in un autoritarismo islamico di stampo mediorientale.

In politica estera quindi sia la cancelliera che il candidato dell’SPD sembrano decisi e competenti. Schulz sembra voglia incentrare molto di più la sua politica sul piano europeo, cosciente dell’importanza della Germania all’interno dell’UE.

Economia: dalle case automobilistiche, al sistema di welfare e alle politiche del lavoro

I candidati sono stati poi sottoposti ad un giro di domande sulla situazione economica della Germania. Che sembra vivere un periodo d’oro se si guardano le statistiche e i risultati economici di questi ultimi anni, in cui la disoccupazione è stata ai livelli più bassi della storia della Germania. Schulz puntualizza che sebbene i livelli di disoccupazione siano bassi, c’è ancora un milione di tedeschi disoccupati. E coloro che risultano occupati non sono tutti occupati stabili, bensì precari. In un sistema di mercato del lavoro in cui si mantiene un alto tasso di precariato nel terzo settore mentre si stabilizza e si tutelano maggiormente i lavoratori delle grandi aziende. Ci sono, secondo il candidato socialista, problemi nella vita di tutti i giorni che quella classe media non riesce a fronteggiare. Citando Schulz: «La Germania è un paese ricco ma ciò non vuol dire necessariamente che tutte le persone siano benestanti».

La cancelliera invece rivendica i risultati raggiunti sulla disoccupazione che è scesa dai 5 milioni di disoccupati al milione in questi anni, e si spinge in un’analisi generale della situazione economica globale in cui «quello che è sicuro oggi non lo sarà di conseguenza anche domani». La cancelliera si riferisce alla rivoluzione digitale che cambierà tutti i processi del mercato del lavoro. La soluzione è quella di aumentare le capacità e le innovazioni sul digitale e creare posti di lavoro diversi senza lasciare indietro una generazione che non ha potuto accedere all’istruzione necessaria.

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Il gioco delle coalizioni e la corsa per il terzo posto

Se i temi affrontati nel dibattito sono stati molti e le risposte sono sempre entrate nel merito, i due candidati non hanno cambiato i sondaggi pre-elettorali. Anche se si mantiene alto il numero delle persone incerte alla vigilia del voto. Il primo e il secondo posto in un elezione basata sul sistema proporzionale (dove si vota il partito per il deputato e successivamente il candidato cancelliere), fa si che la futura coalizione di governo dipenda molto da chi arriverà terzo. La vera battaglia si ha fra i 4 partiti che si contendono il terzo posto: Afd, Die Linke, i Verdi e i Liberali del FDP. Questi ultimi dati come probabili alleati per una coalizione con il partito di Angela Merkel qualora risultasse vincitore con una percentuale di voti abbastanza larga, mentre si esclude che la sinistra estrema incompatibile con la CDU, o l’AfD, partito populista di estrema destra vengano coinvolti in un governo, come la stessa Merkel ha puntualizzato durante il dibattito.

Non ci resta dunque che attendere i risultati di queste elezioni che si sono rivelate uno scontro abbastanza monotono quasi scontato per la cancelleria, ma di gran lunga più interessante sarà conoscere i risultati per il terzo classificato dalle quali dipenderà il prossimo governo federale.

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Immagine di copertina: © Karl Ludwig Poggemann – CC BY-SA 2.0