Mapantsula

Mapantsula, il capolavoro anti-apartheid del 1988 presentato alla Berlinale

Nella retrospettiva della Berlinale 2023, un capolavoro del cinema africano, Mapantsula, diretto nel 1988 da un sudafricano di origini tedesche, Oliver Schmitz

Mapantsula, diretto da Oliver Schmitz nel 1988, si svolge nei sobborghi di Johannesburg durante l’apartheid, un periodo segnato da divisioni razziali e tensioni politiche in Sudafrica. Il protagonista, Panic, è un giovane coinvolto in attività criminali. Tuttavia, quando viene arrestato dalla polizia, si trova costretto a confrontarsi con la dura realtà del sistema e a riflettere sulle sue scelte di vita. Il film segue il percorso di Panic attraverso le brutalità del contesto sociale e politico, esplorando la sua trasformazione personale mentre cerca di liberarsi dalle catene dell’oppressione e della violenza.

La storia produttiva di Mapantsula

La produzione di Mapantsula avvenne in un momento cruciale della storia sudafricana, durante l’apartheid, un’era caratterizzata da discriminazioni razziali istituzionalizzate. Il regista Oliver Schmitz affrontò numerose sfide durante la realizzazione del film, tra cui la censura del governo. Nonostante le difficoltà, il team di produzione riuscì a portare a termine il progetto grazie al talento e la determinazione della troupe.

Mapantsula

Mapantsula

Mapantsula, un capolavoro già allora apprezzato

Nonostante la censura governativa, Mapantsula è riconosciuto come un contributo significativo al cinema impegnato socialmente, contribuendo a sensibilizzare il pubblico sulle ingiustizie del tempo. La pellicola contribuì a far luce sulle sfide affrontate dalla società sudafricana, guadagnandosi un posto di rilievo nella storia cinematografica del paese.

La critica se ne accorse subito: il film ricevette un’accoglienza  eccezionale, sia a livello nazionale che internazionale. Il film fu stato elogiato per la sua rappresentazione cruda e autentica della vita durante l’apartheid, evidenziando temi come l’oppressione, l’ingiustizia e la resistenza. Le performance del cast, in particolare quella dell’attore protagonista, furono e sono tuttora celebrate per la loro autenticità e la potente resa emotiva.

Su Oliver Schmitz

Nato nel 1960 a Città del Capo, Oliver Schmitz è un regista e sceneggiatore sudafricano di origini tedesche. La sua carriera è stata plasmata dalla sua esperienza di crescita durante l’apartheid, che ha influito profondamente sulle sue scelte artistiche e tematiche. Dopo aver studiato cinema alla South African School of Film, Television, and Dramatic Art, Schmitz ha iniziato a emergere come una voce distintiva nel panorama cinematografico sudafricano.

Il suo impegno nel raccontare storie che riflettono le complessità della società sudafricana, con un occhio attento alle ingiustizie e alle tensioni sociali, lo ha reso un regista di spicco. Mapantsula è uno dei suoi lavori più noti, riconosciuto a livello internazionale per la sua potente rappresentazione dell’apartheid. La filmografia di Schmitz comprende anche altri progetti cinematografici e televisivi che continuano a contribuire alla sua reputazione come cineasta impegnato socialmente e narratore appassionato delle storie sudafricane.

 

Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 212 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni

Guarda foto e video e partecipa a concorsi per biglietti di concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su Facebook, Instagram e Twitter