Le 10 ragioni che fanno di Berlino la città del momento
Ovunque si parla di Berlino come della città del presente e del futuro. Tutti ne parlano e molti vogliono trasferircisi. Giusto o sbagliato che sia (non è tutto oro quel che luccica), ecco le 10 ragioni che fanno di Berlino la città del momento.
10-Per la sua scena digitale
Jamba nel 2004, Soundcloud nel 2007, Brands4Friends e Citydeal nel 2010, DailyDeal nel 2011 e tante altre ancora. I successi delle startup berlinesi sono frequenti. Certo, non tutti ce la fanno, anzi, della maggior parte alla lunga se ne perdono le tracce, ma gli occhi degli investitori di tutto il mondo sono puntati sulla capitale tedesca. Solo nel 2012 sono stati 173 i milioni di euro raccolti complessivamente in Venture Capital. Spazi di co-working, bassi costi d’affitto degli uffici, burocrazia non impossibile da affrontare (nonostante il tedesco), molte occasioni di confronto con altri giovani imprenditori e possibilità di assunzione di personale ben qualificato che si accontenta di salari non troppo alti (il costo della vita qui è minore che a Londra, Roma, Parigi, Francoforte) in cambio della tacita convinzione di avere la possibilità di entrare fin dall’inizio in un team che si spera portatore di un’idea vincente: non è un caso se si parla di Berlino come della Silicon Valley europea.
9-Perché l’occupazione è in crescita
Berlino rimane una delle città con il più alto tasso di disosccupazione in Germania, ma il dato continua a diminuire (dal 12.3% del 20012 si è passati all’11.7 dell’anno scorso, fonte Statista). Grazie solo alle startup un recente studio della McKinsey ha calcolato che saranno creati ben 100mila nuovi posti di lavoro entro il 2020. In Italia il tasso di disoccupazione in Italia è al 12,9%, non troppo più alto, ma se si parla solo di quella giovanile arriviamo al 40% secondo la Banca Centrale Europea, mentre in Germania è al 7,7%, il più basso di tutta la UE.
8-Per la diversità dell’offerta culinaria
In poche città al mondo si possono trovare tante cucine differenti a prezzi così abbordabili. Sarà che la gastronomia tedesca non è delle più ricche, sarà perché i tedeschi sono persone tendenzialmente curiose a cui piace provare, sarà perché Berlino attrae sempre più persone di tutto il mondo che, mentre si chiedono “faccio questo, no, faccio quest’altro” e cercano di imparare il tedesco, alla fine, se hanno un po’ di soldi da parte, optano per l’aprire un locale, ma qui si trova davvero di tutto. Italiano e turco sopra a tutti, ma anche spagnolo, francese, coreano, vietnamita, indiano, giapponese, americano (hamburger a go-go), e così via. Solo nell’ultima settimana sono stato ad un ristorante norvegese e ad uno uruguaiano spendendo, compreso il vino 15 euro. Ed ho pensato “caspita, è caro!”
7-Per passeggiare in un ex aeroporto diventato parco
Tempelhof ormai è ben più che lo storico scalo costruito dai nazisti, ma reso celebre durante la guerra fredda con il Ponte aero per Berlino, ma il simbolo che al centro di una città piena di interessi economici e con speculatori immobiliari dietro ad ogni angolo, è ancora possibile trasformare una grande aera pubblica dimessa, addirittura un aeroporto (ha chiuso nel 2008) in un “semplice” ed immenso parco a disposizione dei cittadini. Ciclicamente qualcuno prova e proverà a costruirci sopra, non sempre le petizioni (l’ultima qualche settimana fa) per la salvaguardia dello status-quo avrabbo successo, ma per ora è così. Avete sentito di storie simili altrove?
6-Perché è una città per i giovani
Se si ha un’età tra i 15 e i 29 anni Berlino è la seconda città al mondo dopo Toronto in cui si vive meglio, almeno secondo il recente studio condotto da Youthfulcities che ha preso in considerazione 25 città del mondo calcolandone il benessere secondo parametri come la qualità del servizio di metropolitana, l’offerta culturale e i prezzi per goderne, il prezzo degli affitti mensili,l’accesso al mercato del lavoro, le difficoltà e i costi per lanciare una propria attività commerciale o aziendale, la qualità dell’ambiente, il melting pot culturale, il mix di religioni e quanto costa una dozzina di uova al mercato. Ma non è solo questo che rende Berlino “giovanile”. Anche la natalità qui ha avuto un’impennata. Dal 2009 ad oggi la città ha progressivamente diminuito l’età media dei suoi abitanti. “Babyboom” titolava l’anno scorso Berliner Zeitung. Coppie giovani, passeggini ovunque (per anni ha girato la leggenda di Prenzlauer Berg come il quartiere con il più alto tasso di natalità delle città europee), infinite iniziative culturali: non è solo un discorso di carta d’identità. E’ difficile sentirsi vecchi quando si abita a Berlino.
5-Per la qualità della sua vita notturna
Molti dei club che hanno fatto la storia della Berlino degli ultimi venticinque anni stanno chiudendo.Affitti troppo alti e non rinnovabili, vicini che un tempo facevano la notte nel locale, ma che ora ne lamentano il rumore, un comune sempre sul filo della bancarotta che vende (quasi) tutto ciò di suo che può fare cassa per rientrare del debito, ma nonostante tutto i club di Berlino continuano ad essere tantissimi e, in molti casi, davvero eccezionali, sia per location che per prezzi (sempre molto contenuti) e varietà. Per non parlare degli open air party in città o subito fuori che da metà primavera, meteo permettendo, contraddistinguono ogni venerdì, sabato e domenica cittadino.
4-Perché é la città meno tedesca di tutta la Germania
Sono passati quasi venticinque anni dalla caduta del muro e ancora, seppure in maniera decrescente, l’onda lunga di quel senso di libertà attivato dalla riunificazione continua a potere essere respirato. Non ovunque e non solo grazie ai berlinesi di allora, ormai grandi e con altro a cui pensare, ma qualcosa è rimasto e non parliamo solo della povertà (Berlino è una delle città meno abbienti della Germania). Abbigliamento, feste, sporcizia (dipende dal quartiere però) riutilizzo spontaneo o guidato dall’amministrazione comunale di luoghi un tempo abbandonati, tacito desiderio di lasciarsi andare e di combattere, seppur a volte ingenuamente e senza reale convinzione, storture e dogmi del capitalismo occidentale: difficile trovare una città tedesca così a sé stante.
3-Perché, nonostante tutto, è una città tedesca
E allora ecco l’eccezionale servizio dei trasporti pubblici, con metro che funzionano a ritmo continuo la notte di venerdì e sabato dando a tutti la possibilità di alzare il gomito senza preoccuparsi di dover guidare a casa, ecco una splendida rete di piste ciclabili, ecco che aprire un’attività commerciale non diventa un’impresa da “ce la faranno i nostri eroi”, ecco veri sussidi alla disoccupazione, assegni familiari e tanto altro ancora. Dietro Berlino c’è comunque la Germania, un Paese che sa come prendersi cura dei suoi cittadini
2-Perché si respira l’entusiasmo di chi, nonostante tutto, vuole provare ad avere una vita migliore
Viviamo un’epoca in cui ognuno di noi pensa di essere venuto al mondo per realizzarsi. Non ci si accontenta di lavori umili, se non per periodi di tempo limitato, in attesa di spiccare il volo. Non tutti poi ce la fanno, ma chi viene a Berlino ci prova. E così, per quanto spesso sia solo un’illusione, ecco camerieri, impiegati di call center, aiuto cuochi, babysitter ecc, con un progetto parallelo, un libro, una mostra d’arte, una carriera da dj o da musicista. Si viene a Berlino con un sogno, che sia artistico, di una startup o di una qualità di vita semplicemente migliore, poco importa. I neo berlinesi sono persone che, almeno all’inizio, non si vogliono accontentare. E questo entusiasmo, nonostante tante contraddizioni, continua a fare parte della città.
1-Perché non sarà sempre così
La Belle Epoque parigina del primo novecento, la Swinging London degli anni ‘60, la golden age della New York anni ‘80: nessuna città è magica per sempre ed un giorno, quando fra trent’anni si parlerà nostalgicamente della Berlino di oggi, sarà bello poter dire “io c’ero”.
NB: Questo articolo è il primo mai pubblicato sul neonato Berlino Cacio e Pepe Magazine. E’ un progetto in cui credo molto, dopo tre anni e mezzo di blog allargarsi e porsi nuovi obiettivi mi è sembrato obbligato. Spero possiate apprezzare questo nuovo progetto, frutto della mia passione e della dedizione di tante altre persone che si impegneranno a farne un luogo di informazione di qualità, una voce fuori dall’Italia, ma più che mai legata idealmente a quell’italianità di cui, a volte, è bene e giusto criticare, ma di cui nel profondo possiamo anche e soprattutto essere fieri. In Italia, come a Berlino.