La Volkswagen ha ammesso che appoggiò le torture della dittatura militare in Brasile
La querela civile contro la Volkswagen e lo studio indipendente
São Paulo/BielefeldEine – Secondo le ricerche dello storico Christopher Kopper, durante la dittatura militare in Brasile (1964-85), il gruppo automobilistico tedesco avrebbe tollerato rappresaglie e arresti perpetrati contro gli oppositori del regime. Lo studio, commissionato dalla Volkswagen stessa, è stato richiesto a seguito di una querela civile di alcuni ex-dipendenti contro la multinazionale. «Il servizio di vigilanza aziendale teneva sotto controllo le attività dell’opposizione dei dipendenti della società e, almeno in sette casi, ne ha facilitato l’arresto» così scrive Kopper, professore all’università di Bielefeld, nell’indagine indipendente da lui condotta e presentata solo in Brasile.
[adrotate banner=”34″]
Almeno 12 dipendenti furono seviziati
In base a quanto afferma la BBC, il caso era emerso nel dicembre del 2014 dal rapporto finale della Commissione brasiliana che indaga sui crimini della dittatura: «Ero a lavoro quando due agenti della polizia politica, armati di pistola, mi sono venuti incontro. Mi hanno torto le braccia dietro la schiena e infilato un paio di manette. Ci siamo spostati in un’altra zona, sempre dell’impianto dell’industria e lì sono cominciate le torture. Mi hanno pestato, schiaffeggiato e preso a calci» ha testimoniato Lucio Bellentani, un attivista comunista operaio presso la Volkswagen. Secondo l’avvocato Rosa Cardoso, almeno 12 dipendenti della sede di Sao Bernardo do Campo furono seviziati, altri licenziati e inseriti nelle liste nere.
Il silenzio delle vittime
L’accusa verso la casa automobilistica è di non aver attuato le misure necessarie a proteggere le vittime del regime. Queste hanno declinato l’invito dell’impresa in occasione della pubblicazione dei risultati dello studio di Kopper. In base alla dichiarazione di un portavoce della Volkswagen, anche il tentativo di comunicare con le vittime, fatto dal responsabile del Personale, Karl-Heinz Blessing, non starebbe avendo esito positivo.
La connivenza al regime militare fino al 1979
Kopper ha comunicato che «In base alla corrispondenza con il consiglio direttivo di Wolfsburg, fino al 1979 è evidente l’accondiscendenza illimitata alle richieste del regime» La politica di connivenza della casa automobilistica sarebbe stata mirata ad assicurarsi un buon contesto di mercato. «I controlli statali degli andamenti salariali e dei sindacati mantennero le paghe dei dipendenti ad un importo inferiore rispetto alle normali retribuzioni di una democrazia pluralistica» ha aggiunto il professore. Secondo “Handelsblatt” , un portavoce dell’azienda avrebbe dichiarato «Bisogna aspettare che il pubblico ministero valuti i risultati dello studio per capire la natura dell’accusa rivoltaci». La ditta sta prendendo in considerazione di risarcire le vittime. Volkswagen do Brasil è attiva dal 1953 e conta circa 20.000 dipendenti.
[adrotate banner=”21″]
SEGUI TUTTE LE NEWS SU BERLINO, SEGUI BERLINO MAGAZINE SU FACEBOOK
[adrotate banner=”34″]
Photo: © cc0 Pexels