«La storia della mia famiglia, da tre generazioni sempre matrimoni italo-tedeschi»
La storia della famiglia di Beatrice è composta da una serie di incroci tra Germania e Italia.
Beatrice a casa parla italiano, ma a volte si confonde e inizia le frasi in tedesco. Christina, sua mamma, la sgrida sempre perché ha una cadenza dialettale di Heidelberg. È anche per questo che è andata a Monaco come ragazza alla pari, per migliorare il suo accento. La storia della famiglia di Beatrice è un susseguirsi di spostamenti tra Germania e Italia. Il nonno Otto è infatti tedesco, mentre la nonna è italiana. Inversamente, la mamma è tedesca ed il papà italiano. E Beatrice?
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La storia dei nonni
I nonni si sono conosciuti in Italia, Otto aveva dei parenti in Veneto e una sera conobbe quella che sarebbe stata la sua futura moglie, Marigiovanna. Uscirono un paio di volte, e poi si sposarono. Altri tempi. Andarono a vivere in Germania, erano gli anni dopo la guerra. Otto e la sua famiglia non ebbero vita facile all’epoca, i tedeschi erano malvisti e disprezzati. Tra di loro parlavano in francese, una delle lingue più studiate a scuola in quel periodo. Con il tempo Mariagiovanna imparò il tedesco e Otto l’italiano.
La storia dei genitori
Otto e Mariagiovanna andavano spesso in Italia, avendo entrambi i parenti nella penisola. Fu lì che la loro figlia Christina conobbe Franco, il papà di Beatrice. Usciva spesso con la cugina italiana, che aveva fatto amicizia con Franco frequentando gli scout. Da cosa nasce cosa. Iniziarono la loro vita insieme in Italia, ma presto il papà di Beatrice si rese conto che il Belpaese non offriva molte opportunità di lavoro. Partì per Heidelberg da solo con lo scopo di imparare il tedesco, e poi anche l’intera famiglia si trasferì. La decisione non fu facile, Christina aveva ormai il suo giro di amicizie in Italia e un po’ le dispiaceva partire e lasciare tutto. Presto però la situazione si capovolse: Franco usciva solo con gli amici della moglie, non si sentiva realmente a casa. «In Germania non puoi semplicemente presentarti davanti alla porta di un amico e bussare. Non puoi chiamare alle 18 per invitare qualcuno a cena; in Germania non si fa, serve più organizzazione. Mi mancava il calore di casa». Dopo 5 anni, quindi, tornarono in Italia, dove hanno finalmente trovato il loro equilibrio.
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La storia di Beatrice
Beatrice, come sua sorella Elena, è nata ad Heidelberg, dove i genitori vivevano e dove trascorse in seguito la sua infanzia. Parla tedesco senza problemi, ma con lo scritto fa più fatica. Si trasferì infatti in Italia quando iniziò a frequentare le scuole elementari. A casa tutti parlano italiano, ma la televisione la guardano in tedesco. Beatrice ha lavorato come ragazza alla pari a Monaco per migliorare la lingua scritta e il suo accento, che a dir suo era molto dialettale. Parla ora in modo fluido e corretto, non ha più insicurezze nello scrivere. Le ho chiesto come ha vissuto la sua esperienza di ragazza alla pari, se si è sentita straniera o parte integrante della cultura tedesca. «Non considero la Germania un Paese straniero. Ci ho vissuto 5 anni quando ero piccina, è parte di me. Fare la ragazza alla pari è stata un’esperienza stupenda. Dovevo fare da baby-sitter a bimbi dell’asilo, quindi ho potuto rivivere le festività e gli eventi a cui prendevo parte da piccola. Con questa famiglia ho festeggiato Frühlingsfest, Lanternenfest e Nikolaus. Siamo ancora in contatto con loro, è nato un bellissimo rapporto».
Beatrice ha il passaporto italiano, ma si sente anche tedesca. La storia di una famiglia italo-tedesca che ha preso il meglio dalle due culture, e ha creato una mescolanza tutta sua.
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Foto di copertina: Beatrice e la sua famiglia.