La ragazzina che pianse per le parole della Merkel e la sua famiglia potranno rimanere in Germania

È ufficiale: Reem Shawil, la quattordicenne palestinese che lo scorso 15 luglio scoppiò a piangere dopo un dialogo con Angela Merkel sulle reali possibilità di ogni migrante di potere ottenere lo status di rifugiato, potrà continuare a vivere in Germania. Ve lo anticipammo già tre giorni dopo, il 18 luglio quando citammo la legge (non menzionata dalla Merkel che finì così nel tritacarne mediatico) che garantisce la permanenza sul suolo tedesco a tutti i minori che abbiano studiato e vissuto almeno per quattro anni in Germania. La novità, come riporta Die Welt, è che anche genitori e fratello di Reem potranno rimanere sicuramente fino a marzo 2016, probabilmente anche di più. La loro residenza è giustificata da “ragioni umanitarie”. Per Chris Müller, sindaco di Rostock, la città dove da quattro anni vive la famiglia palestinese, “Reem è un esempio di successo di integrazione nella nostra città”

All’epoca tanto si parlò della mancanza di sensibilità di Angela Merkel nei riguardi della ragazzina. Purtroppo il video (come potete vedere qui sotto) era stato riportato da quasi tutti i media in una versione molto ridotta, poco più di due minuti, e non in quella estesa, ben più lunga (lo trovate più in basso), che mostrava come la Cancelliera, in realtà, si fosse mossa con molto più tatto di quanto sembrasse dal precedente montaggio, parlando e spiegando già prima alla ragazza il suo punto di vista come la stessa Reem cercò di spiegare a qualsiasi giornalista provò ad intervistarla. Da tutto il mondo arrivarono velocemente accuse di razzismo per il leader tedesco, facile bersaglio di un atteggiamento estremamente critico ogni qualvolta che si parla di Germania. Eppure, al momento, a Monaco i rifugiati vengono accolti con applausi e sugli spalti degli stadi delle squadre della Bundesliga, come abbiamo già raccontato, campeggiano gli slogan Refugees Welcome. Siamo sicuri che i più cattivi, quando si parla di accoglienza e integrazione, siano davvero i tedeschi?

 

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