La Germania sospende la costruzione del mega impianto per la produzione di microchip
L’americana Wolfspeed frena (per ora) nel Saarland: sospeso il piano da 3 mld di euro per la produzione di microchip
Il tanto atteso progetto da 3 miliardi di euro per la costruzione di un mega-stabilimento dedicato alla produzione di microchip per veicoli elettrici, previsto nel Saarland, rimane per ora sospeso, e con esso anche le speranze di un immediato rilancio industriale della regione.
La Wolfspeed Inc, colosso americano dei semiconduttori, e la sua azienda partner ZF Friedrichshafen, multinazionale tedesca di componentistica per l’automotive, hanno infatti annunciato la sospensione dei lavori per l’impianto di Ensdorf. Il motivo? La decisione arriva in risposta al calo della domanda di veicoli elettrici in Europa e alla necessità di ottimizzare la produzione negli Stati Uniti.
Sebbene la Germania rimanga leader europea nel settore dei semiconduttori (davanti a Italia e Francia), la sospensione del progetto nel Saarland mette in discussione la strategia industriale del Cancelliere Olaf Scholz, che ha promesso miliardi di euro in sovvenzioni per attirare grandi investimenti nel settore tecnologico.
Dopo lo stop di Intel si aggiunge quello di Wolfspeed
Poche settimane fa, anche Intel aveva deciso di frenare sulla Gigafactory da 30 miliardi di euro a Magdeburgo, sollevando dubbi sulla capacità della Germania di affermarsi come polo europeo nella produzione di microchip. E l’opposizione al governo non ha perso tempo, attaccando il cancelliere Scholz; tra le voci critiche, Julia Klöckner dei Democratici Cristiani, che ha commentato: “La bolla delle sovvenzioni è scoppiata, dimostrando il fallimento della politica economica della coalizione Scholz.”
Su scala nazionale, questo rinvio rappresenta per la Germania un ostacolo significativo, aggravando un quadro economico già fragile: il Fondo Monetario Internazionale infatti prevede per il 2024 una crescita stagnante, seguita da un debole rialzo nel 2025. La prospettiva dunque non è rosea.
A livello regionale invece, lo stop rischia di peggiorare la situazione economica nel Saarland, che da anni tenta di reinventarsi dopo il declino delle industrie del carbone e dell’acciaio. Il progetto Wolfspeed-ZF era infatti visto come un’opportunità per rilanciare l’area e portare nuova speranza. Ora, con lo stop deciso dal colosso americano, il sogno si sposta verso un futuro incerto.
Wolfspeed ha motivato la sospensione del progetto in un comunicato, citando una “crescita più modesta del previsto” nell’adozione dei veicoli elettrici rispetto alle attese, insieme all’efficienza crescente dei suoi impianti in costruzione a New York e nel North Carolina. La scelta di riconsiderare il mega impianto ad Endorfs riflette anche la necessità di adattarsi ai cambiamenti repentini del mercato e ai maggiori competitors, giganti del settore tecnologico come STMicroelectronics e Infineon, forti di risorse finanziarie più solide.
L’UE punta alla leadership nella produzione dei microchip
L’Unione Europea, che punta a raddoppiare la sua quota di mercato globale dei chip al 20% entro il 2030, vede ora sfumare una delle sue pedine strategiche. Berlino, in particolare, aveva promosso il progetto Wolfspeed-ZF come parte di un piano più ampio per ridurre la dipendenza del vecchio continente dai giganti produttori asiatici. E la Germania è da tempo considerata nazione chiave nella corsa europea alla tecnologia dei semiconduttori, supportata con investimenti a più zeri anche da colossi come TSMC, NXP, Bosch e Infineon per un altro stabilimento a Dresda, finanziato anche con 5 miliardi di euro di fondi pubblici.
“Ensdorf rimane il nostro sito preferito per una possibile espansione in Europa” ha dichiarato Wolfspeed, rassicurando che, sebbene il progetto sia per ora sospeso, non è stato abbandonato. Tuttavia, le aspettative sul futuro dell’impianto produttivo sono condizionate dagli sviluppi del mercato e dalle difficoltà del settore industriale tedesco, colpito da una domanda incerta e dai costi di produzione crescenti.
Ovviamente, le reazioni della politica non si sono fatte attendere. Anke Rehlinger, primo ministro del Saarland, ha definito il rinvio come una conseguenza delle “attuali condizioni di mercato”, lasciando aperta la porta a un rilancio futuro. Economisti ed esperti osservano però che la strategia di Berlino, basata su ingenti sovvenzioni per attrarre giganti tecnologici, potrebbe non essere sufficiente a superare i problemi strutturali che frenano gli investimenti a lungo termine nel Paese.
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