Allenatore tedesco: “L’insulto peggiore? Me l’han detto in italiano, ma non l’ho capito”
Davvero un bel tipo Jürgen Klopp non c’è che dire. Istrionico, sincero, istintivo, carismatico in modo inverosimile, Klopp è sicuramente un allenatore che ha avuto uno degli impatti più forti sul gioco del calcio negli ultimi anni. Da quando nel 2008 si è insediato sulla panchina del Borussia Dortmund, ha portato i gialloneri dello storico Westfalenstadion, reduci da un recente passato difficile ed anonimo, a vincere due volte la Bundesliga (e arrivare due volte secondo) una Coppa di Germania e 3 Supercoppe di Germania. Nel 2013 ha raggiunto la finale di Champions League poi persa sul filo di lana contro il Bayern Monaco per 2 a 1. E ha vinto due volte il titolo di miglior allenatore. Insomma, niente male, in così poco tempo. Ma non è tutto: sì perché Klopp non ha solo vinto, ma è riuscito a farlo mettendo in campo una delle squadre più giovani e divertenti che si siano viste calcare i campi di gioco. Veloce ed incisivo il suo Borussia Dortumund è stato (ed è ancora) forse l’esempio più lampante di come nel calcio si possa vincere giocando bene e facendo divertire i propri tifosi. Basta avere le idee chiare, l’occhio lungo ed un pizzico di coraggio misto ad incoscienza.
Ma Klopp è un allenatore moderno, un po’ uomo di campo un po’ show-man. Non è un caso infatti che sia anche molto richiesto dalle televisioni. Con quel suo viso squadrato e l’atteggiamento guascone buca il video come pochi. L’ultima che ha fatto un po’ mi riguarda ed è per questo che gli dedico quest’articolo. Durante un’intervista ad una tv tedesca (in stile Iene per intenderci) Klopp, oltre a ricordare i primi contatti adolescenziali col mondo della pornografia, ha dichiarato che l’insulto più brutto mai ricevuto, anche se conferma di non averlo capito, è stato a Napoli durante una partita di Champions League. Me lo ricordo bene quel match: il Napoli vinse e Klopp dopo il primo gol di Higuain aggredì frontalmente il quarto uomo, reo di aver ritardato il rientro in campo di un suo difensore proprio un secondo prima della rete partenopea. Il suo ghigno rabbioso all’epoca fece il giro del mondo e gli costò anche l’espulsione immediata. Ma Klopp sbagliò strada per uscire dal terreno di gioco e si soffermò per almeno cinque minuti sotto la tribuna del San Paolo. Ora posso solo immaginare la variopinta pioggia di espressioni a cui può essere stato sottoposto in quel breve lasso di tempo, eppure mi diverte l’idea che in un’intervista del genere, dopo più di un anno dall’accaduto, Klopp menzioni tale insulto nonostante affermi contemporaneamente di non averne compreso il significato. Curioso quantomeno.
Tuttavia mi domando: e se invece avesse frainteso? E se invece di “Va a quel paese” gli fosse stato detto “Vieni in questo paese”? E se fosse stato un invito a trasferirsi sulla panchina del Napoli, magari per ripetere il miracolo del Dortmund alla falde del Vesuvio? Probabilmente parliamo di Fantacalcio, ma mi piacerebbe pensare che in quel preciso istante la folla più che insultarlo lo stesse ringraziando per il bel gioco che tutti i tifosi del mondo vorrebbero vedere quando vanno allo stadio. Pensaci bene Jürgen, tu che sei uno che va controcorrente, originale e sempre pronto a stupire, hai visto mai che oggi nel 2014 debba essere proprio tu ad inaugurare una nuova stagione di tedeschi che emigrano a Napoli (o in Italia) per lavoro?
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