La Serie A vista da Berlino: Tevez è un cannibale, un animale da combattimento

Sabato

Il sabato della quinta di campionato di serie A mette in scena il meglio che il nostro calcio oggi come oggi può proporre. Causa Champions, Roma e Juve scendono in campo in anticipo e non deludono le aspettative. È sempre più corsa a due, con i capitolini che si sbarazzano (non senza fatica) di un Verona arcigno, con un replay della premiata ditta della settimana scorsa: Florenzi, Destro. Il primo con una rasoiata dal limite e neanche un cenno alla tribuna pur di non pagare un’altra multa (la prima multa era per la Smart in doppia fila fuori l’Olimpico). Il secondo con una bomba da metà campo che sorprende il giovane portiere scaligero, a conferma che quando ti gira bene tutto può succedere, anche che Destro faccia bel un gol. Parentesi su Totti, 38 anni compiuti oggi e 20 stagioni di Roma: quando smetterà sarà un dolore per tutti ma soprattutto per i romani. Da tifoso napoletano che non ha mai visto giocare Maradona, ma che ne respira ancora la presenza, vi avviso che non sarà facile rimuovere la sua ombra dal campo e dalla città. Ogni buon calciatore che calcherà l’Olimpico, ancor di più se nato a Roma, verrà paragonato (senza successo) al Capitano. Si parlerà di lui per anni e anni. Generazioni di giovani romanisti che non l’hanno mai visto calciare un pallone lo idolatreranno. I tifosi di oggi lo rimpiangeranno e ne rammenteranno le gesta. Rassegnatevi, non ne nascerà un altro come lui. Le Leggende hanno questa peculiarità: sono uniche. Complimenti Francesco, hai ricordato a tanti tifosi che il calcio non è solo successo, ma appartenenza, orgoglio, sentimento e sono sicuro che molti tuoi colleghi baratterebbero gran parte dei loro trofei per poterne vincere, anche solo uno, con la squadra del proprio cuore!

Della Juve non c’è molto da dire. Tevez è un cannibale, un animale da combattimento. Segna, corre, aiuta i compagni, fa i bisogni nella lettiera. Voleva anche mettersi i guanti per parare il rigore a Denis, ma poi c’ha pensato Buffon (fuoriclasse). Solo l’ampia stempiatura per ora ci conferma che in panchina sieda Allegri, a meno che Conte non sia tornato al vecchio look. Marotta intanto, con un occhio guarda la partita e con l’altro sfida Lotito a chi sbatte prima le palpebre.

Domenica

La domenica si apre con un doppio miracolo calcistico: alle 12:30 il Napoli batte il Sassuolo e non subisce gol. Incredibilmente agli uomini di Benitez basta l’appoggio in rete di Callejon su assist al bacio del Pipita Higuain per portare a casa 3 punti fondamentali, sia per la squadra che per l’ambiente ancora scosso da un avvio di stagione terribile. Il Sassuolo lotta, corre, ma non conclude. Sembra che Zaza abbia deciso di voler terminare la sua carriera di attaccante con il primo gol in Nazionale: effettivamente sarebbe un bel ricordo, ma ci sembra un po’ prestino.

Ma la domenica pallonara viene sconvolta ancora una volta da un signore di nome Zdenek Zeman. Il suo Cagliari passeggia a San Siro contro l’Inter di Mazzarri con un 4 a 1 senza repliche. Succede tutto nel primo tempo, con i gol di Sau, il pareggio di Osvaldo e la tripletta incredibile di Ekdal, posseduto dallo spirito di Gigi Riva. Da segnalare la galoppata di Ibarbo sul terzo gol stile Usain Bolt e la difesa dell’Inter che gioca ad 1-2-3 Stella sulle reti dello svedese. Il tutto condito anche da un rigore parato da Handanovic a Cossu e l’espulsione di Nagatomo. Roba targata Zdenek il boemo, non c’è che dire. La ripresa serve soltanto a Mazzarri per trovare la scusa migliore da dire ai microfoni e per inquadrare il viso di Thohir in versione Hello Kitty al suo funerale.

Dall’altra sponda di Milano non se la passano certo meglio. Solo un pareggio per 1 a 1 dei rossoneri sul campo del Cesena che passa in vantaggio con Succi grazie ad una papera di Abbiati il quale respinge una palla innocua invece di bloccarla, neanche stesse giocando sul campo saponato. Il gol del Milan è di Rami con un perentorio stacco di testa su calcio d’angolo al 19’ del primo tempo. Compleanno agro-dolce per il patron Berlusconi, che conferma la fiducia ad Inzaghi e attende di compiere 78 anni, che pare siano stati ridotti a 70 dalla Cassazione.

Bel pareggio per 1 a 1 tra Torino e Fiorentina, due squadre che definire sfortunate in questo periodo è un eufemismo. Vantaggio dei granata con una splendida girata in area di Quagliarella e pareggio sull’asse Bernardeschi (occhi a questo ragazzo) – Babacar che supera il portiere sullo slancio ed insacca. Credo che un po’ tutti si chiedano cosa possa essere la squadra di Montella con tutti i suoi giocatori in forma e arruolabili. Ne abbiamo avuto soltanto il sentore ad inizio della passata stagione quando Rossi, Gomez e Cuadrado deambulavano ancora con le proprie gambe e facevano faville. Oggi solo mettere 11 uomini in campo sembra un’impresa per l’aereoplanino italiano, che se riesce a concludere la stagione senza avere almeno una colite, una lussazione o un trauma cranico, dovrebbe accendere un cero alla Madonna di Pompei.

Scialbo (e diciamolo un po’ scontato) pareggio tra Chievo ed Empoli con gol di Meggiorini e Pucciarelli. Altra bolletta con risultato esatto incassata da Campedelli.

Domenica avvincente che si conclude con il tanto atteso derby della Lanterna tra Genoa e Sampdoria. La prima del Presidente Ferrero è uno show di selfie, facce assurde e atteggiamenti di chi aspetta solo di farsi un tuffo nelle monete d’oro, mentre dall’altro lato Preziosi sembra Rockerduck pronto a mangiarsi il cappello. Ed infatti i blucherchiati vincono nella ripresa grazie alla classica punizione dalla tre quarti incubo di tutti i portieri. Gabbiadini mette al centro una palla che nessuno tocca e che s’infila tranquilla e beata alle spalle di Perin immobile sulla linea di porta e concentrato sulle eventuali deviazioni degli attaccanti. 1 a 0 e via alla festa doriana (e all’indigestione di Preziosi).

Lunedì

Scoppiettante vittoria dell’Udinese contro il Parma per 4 a 2. Doppietta dell’intramontabile Di Natale per i friulani (che però è ancora a quota zero in carriera per quanto riguarda i congiuntivi azzeccati), rovesciata spettacolare dell’insospettabile Heurtaux e gol nel finale di Thereau. A nulla servono per gli emiliani la rete del vantaggio iniziale targata Josè Mauri e il pareggio del 2 a 2 di Cassano su rigore con un cucchiaio di Tottiana memoria. I friulani si confermano terza forza del campionato ma Stramaccioni, memore delle nefandezze interiste, mantiene un profilo basso e parla di salvezza, riferendosi però con tutta probabilità alla sua personale, visto che i tifosi dell’Inter lo stanno ancora cercando. Per il Parma ultimo posto in classifica e 14 gol subiti. Forse Ghirardi faceva bene a confermare il suo addio da Presidente.

La quinta di campionato si chiude con una severa ed ingiusta punizione per il Palermo di Iachini che perde in casa per 4 a 0 contro la Lazio. I rosanero meriterebbero di più, soprattutto nel primo tempo con Vazquez e Dybala che danno spettacolo ma non sfruttano al meglio due ghiotte occasioni. La Lazio di Pioli, invece, raccoglie i frutti della serata magica di Djordjevic che si porta a casa il pallone con una splendida tripletta. A chiudere i conti ci pensa Parolo in pieno recupero. Brutta sconfitta per Zamparini, così arrabbiato da arrivare ad esonerarsi tre-quattro volte da solo durante il corso del match per poi ritirare tutto a fine partita, pensando ai milioni che incasserà quando venderà i suoi due gioielli d’attacco al termine della stagione.

Foto © Calciomercato24 CC BY-SA 2.0

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