«Io, di giorno ingegnere e di notte compositore di elettronica, mi divido tra Milano e Berlino»

Di giorno ingegnere e di notte compositore di musica elettronica, Antonio Michelon, in arte Dipnoi Fish, divide la propria vita tra due professioni e due città, Milano e Berlino. Pur essendo di base nel capoluogo lombardo, Antonio si sente più affine all’atmosfera della capitale tedesca che è stata cornice di alcuni suoi progetti musicali. Il suo ultimo lavoro è stata la colonna sonora di Werkstatt Berlin, film diretto da Marco Zaccaria e realizzato da un collettivo di ex alunni di un corso di regia organizzato da Berlino Magazine.

Due città, due mestieri. Abita a Milano, ma se non fosse per la sua attività di ingegnere vivrebbe a Berlino: «Mi sento molto più vicino a Berlino che a Milano, anche se fisicamente non è così. A Milano non c’è una scena musicale ricca quanto quella berlinese. In più manca l’ambiente stimolante che caratterizza la capitale tedesca, in cui si può fruire della musica elettronica in tutte le sua sfaccettature». Il legame tra la “mecca” della musica elettronica e Antonio è molto profondo. Berlino ha visto il lancio del suo primo pezzo, la nascita del suo primo video e la realizzazione del film per cui ha creato la sua prima colonna sonora: «A Berlino vengo spesso per fare visita a Marco (Marco Zaccaria, regista di Werkstatt Berlin ndr.). Credo che in città ci sia un fermento creativo molto vivo, anche se in alcuni ambiti fatica ad emergere. Per la musica elettronica è diverso: dove c’è festa serve musica elettronica e ci sono tanti locali – come per esempio il Berghain – che la rendono conosciuta». Antonio ci confessa che è piuttosto difficile riuscire a conciliare i suoi due mestieri: «In genere compongo musica di notte e nel weekend. Essere creativi richiede tanto lavoro e impegno. Mentre preparavo la colonna sonora per il film di Marco stavo spesso sveglio fino alle due, per poi alzarmi alle sette del mattino seguente e andare al lavoro. Ma nonostante tutta la fatica, questa “doppia vita” mi dà in un certo senso equilibrio».

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In arte Dipnoi Fish. Sul suo Soundcloud, Antonio si chiama Dipnoi Fish. Il nome d’arte si riferisce ai dipnoi, pesci che riescono a far fronte a lunghi periodi di siccità seppellendosi nel fondale e sigillandosi in una tana. Dal punto di vista professionale, Antonio si sente simile a questi pesci: «Il comportamento dei dipnoi rispecchia il mio modo di essere. Mi succede infatti di non produrre nulla per un anno, ma poi ricompaio sempre sulla scena».

La passione per la musica. «Ho iniziato ad amare la musica già da bambino. A sette anni studiavo pianoforte e a sedici ho fondato un gruppo rock. All’epoca realizzavo già delle sequenze con la tastiera, ma le attività del gruppo assorbivano tutte le mie energie. La passione per la musica elettronica è quindi rimasta latente per molti anni, finché non ho lasciato il gruppo. La musica elettronica mi piace perché si può fare anche da soli e perché, a differenza del rock, gli schemi base possono cambiare notevolmente, sebbene la composizione elettronica produca musiche talvolta difficili da ascoltare».

La scena della musica elettronica a Berlino. Berlino è la capitale europea, forse mondiale, della musica elettronica. Ciononostante Antonio ci spiega che non c’è alcun progresso sotto il profilo estetico. «Credo che la musica elettronica che si sente a Berlino sia sostanzialmente vecchia sotto il profilo compositivo. Anche se migliorano i suoni, i metodi di produzione e i software, non c’è innovazione dal punto di vista estetico. Non credo che questo sia dovuto al progresso tecnologico. Oggi si riescono a fare tante cose in modo più facile ed economico. Mentre in passato alcuni suoni erano fattibili solo per i grandi gruppi, adesso sono accessibili a tutti. Penso che si tratti piuttosto della mancanza di composizione elettronica».

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