I rifugiati sono ottimi dipendenti. Le aziende tedesche ne assumono sempre di più
Un’azienda tedesca su tre si prepara ad assumere almeno un rifugiato tra il 2016 e il 2017, questi i risultati di un’indagine di Ifo-Institut riportati su The Local. Secondo Spiegel Online, nei due anni passati solo il 7% delle aziende in Germania affermava di voler reclutare richiedenti asilo. Se i piani verranno rispettati, ipotesi che si prospetta molto verosimile, ci sarà un netto miglioramento del tasso di impiego dei rifugiati.
Ostacoli e problemi. Assumere un rifugiato comporta alcune difficoltà per un datore di lavoro in Germania: quest’ultimo ha infatti il dovere di dimostrare che l’azienda non avrebbe potuto assumere né un dipendente tedesco né un dipendente europeo per quel posto di lavoro. Come ha rivelato il sondaggio, altri ostacoli all’assunzione di un rifugiato in un’azienda tedesca possono essere timori riguardanti la lingua e la preparazione professionale del candidato: in particolare l’86% dei datori di lavoro tedeschi che hanno poi assunto cittadini non europei arrivati in Germania in veste di rifugiati, era inizialmente preoccupato per la barriera linguistica; il 46% temeva che la preparazione del candidato potesse essere inadeguata. I dati dimostrano che la maggioranza dei dirigenti di queste aziende non si è poi pentita per aver assunto rifugiati: molti di loro sono addirittura intenzionati a reclutare ulteriori richiedenti asilo nell’arco del 2017, fornendo loro un training supplementare.
Tassi di impiego. Dati recenti hanno dimostrato che il tasso di disoccupazione in Germania è diminuito sorprendentemente, scendendo sotto un livello mai più raggiunto dopo il 1990, anno della riunificazione: secondo le statistiche i disoccupati in Germania ammontano attualmente a circa 2,9 milioni. Nel 2015, secondo The Local, erano 43 milioni le persone con impiego in Germania: anche in questo caso si tratta del tasso di occupazione più alto dal 1990. Rispetto al 2014, il 2015 ha registrato un aumento nell’occupazione pari allo 0,8% che corrisponde a 324.000 lavoratori.
Richieste di asilo. Prima che la richiesta di asilo venga accettata, i migranti approdati in Germania non possono né lavorare né studiare. Decine di migliaia attendono che l’iter burocratico faccia il suo corso: i bambini vengono mandati a scuola in tempi relativamente rapidi, mentre gli adulti sono costretti ad aspettare a lungo addirittura per iniziare i corsi di tedesco. Il contatto con la cultura e lo stile di vita tedesco è minimo o inesistente. Thomas Liebig, dell’OECD, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, afferma con convinzione che il processo di integrazione dovrebbe invece iniziare quanto prima, perché è proprio la tempestività dello stesso a determinare la riuscita o meno dell’integrazione a lungo termine.
Foto di copertina © Metropolico.org – Migrantes – CC BY-SA 2.0
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