Goethe e Dante: poeti nazionali o universali? Il simposio di Berlino

di Fabio Ferrarini

Goethe e Dante rappresentano un patrimonio culturale comune a livello internazionale. Le loro opere sono universalmente riconosciute nell’olimpo della tradizione classica. Tuttavia la storia ci dimostra che, non sempre, questi due grandi autori sono stati simboli condivisi. Anzi, per lungo tempo  sono stati oggetto di importanti strumentalizzazioni al servizio della politica e della retorica nazionalista. Come è avvenuto il passaggio dalla dimensione nazionale a quella internazionale? È quanto si discuterà presso la sede della Società Dante Alighieri venerdì 30 settembre dalle 19.00 con Giuliano Staccioli, Fulvio Conti e Fabio Ferrarini ragionando sul rapporto tra cultura nazionale e politica a cavallo tra il 19° e il 20° secolo.

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Goethe e Dante: poeti nazionali o universali?

Venerdì 30 settembre 2016, ore 19,00

Presso la Società Dante – Comitato di Berlino (attenzione: nuova sede!)

Oldenburger Straße 46 – 10551 Berlin

Ingresso gratuito per il soci della Dante di Berlino, 5 € per i non soci

Evento realizzato in collaborazione con Berliner – Renaissance-Gesellschaft, Goethe-Gesellschaft Berlin e. V.

Intervengono:

-Giuliano Staccioli, Berliner – Renaissance-Gesellschaft – Introduzione / Einleitung (auf Deutsch)

-Fulvio Conti, Università degli Studi di Firenze – Dante, il “Poeta della Patria” (auf Italienisch)

-Fabio Ferrarini, Università degli Studi di Milano – Moderatore

Saluto ai partecipanti: Fausto Panebianco, Primo Consigliere della Sezione Cultura e Stampa dell’Ambasciata d’Italia a Berlino

*L’immagine trae spunto da una libera interpretazione personale, immaginando Goethe e Dante l’uno di fronte all’altro assorti nei loro pensieri. Per dare maggiore risalto all’effetto ottico, mi è sembrato opportuno invertire la raffigurazione di Dante come se il quadro di Domenico Peterlin si trovasse di fronte ad uno specchio. Così, mentre Wilhelm Tischbein ritrae nel 1787 Goethe nella campagna romana, Domenico Peterlin, nel 1860, offre una suggestiva interpretazione di Dante in esilio.

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