Germania, studentessa stuprata e uccisa: arrestato 17enne afghano. Polizia incolpa la Merkel
Venerdì scorso un 17enne di origini afghane è stato arrestato dalla polizia di Friburgo in quanto primo sospettato per il terribile omicidio che più di un mese fa ha scosso la ricca cittadina del Baden-Württemberg e l’intera Germania: a metà ottobre Maria Ladenburger, una studentessa di medicina di 19 anni, è stata stuprata e uccisa mentre tornava in bici da una festa. Il presunto assassino è un minorenne non accompagnato afghano, arrivato in Germania nel 2015 ed ospitato da una famiglia del luogo.
Le indagini. Contro di lui, come riporta la Süddeutsche Zeitung, la polizia ha raccolto indizi schiaccianti incrociando i risultati degli esami del DNA rinvenuto sul luogo del delitto e le registrazioni di una videocamera di sorveglianza della Freiburger Verkehrs AG, la società che gestisce i trasporti cittadini. Il 17enne è ora detenuto in attesa di compiere la maggiore età e l’anno prossimo verrà processato. Maria Ladenburger stava tornando a casa dopo una festa con la sua bici quando, intorno alle 2:40 di notte, è stata violentata e uccisa. La 19enne è stata gettata nel fiume Dreisam, dove è morta per annegamento. Tre settimane dopo il suo omicidio un’altra donna di 27 anni era stata violentata e uccisa a Friburgo mentre faceva jogging. Al momento non ci sono prove che i due casi siano collegati. La studentessa di medicina era figlia di un consulente legale dell’Unione Europea e, nel tempo libero, faceva volontariato in un centro di accoglienza. La famiglia ha fatto appello alle persone di buona volontà affinché devolvano offerte alle associazioni per l’assistenza e l’integrazione dei migranti.
Le reazioni della politica. «Se dovessero essere confermate le responsabilità di questo terribile delitto, il rifugiato afghano dovrà essere assolutamente condannato, alla stregua di qualunque altro assassino», ha dichiarato alla ARD Angela Merkel specificando anche che «non sarà tollerata alcuna istigazione all’odio razziale». Posizione appoggiata anche dal vice-cancelliere Sigmar Gabriel: «I rifugiati possono commettere atroci delitti, proprio come le persone nate in Germania». Le forze più estremiste, però, non hanno perso tempo a cavalcare l’episodio per condannare ancora una volta la politica di accoglienza della Cancelliera. In particolare modo la destra xenofoba di Alternative für Deutschland condivide le dichiarazioni di Rainer Wendt del sindacato di polizia DPolG, secondo cui «Questa e molte altre vittime non ci sarebbero state se il Paese fosse stato preparato ai pericoli che sempre sono connessi all’immigrazione di massa. E mentre i parenti piangono le loro vittime, i rappresentanti della “cultura dell’accoglienza” tacciono».
Foto di copertina © Maria Ladenburger – Facebook
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