Germania, Pegida si indigna per la pubblicità multikulti della Kinder. E fa una figuraccia
«Stanno davvero provando a rifilarci questa merda come normale, povera Germania». «Non si fermano davanti a niente. Ma davvero li si può comprare? O è solo uno scherzo?». «Cos’è, un avvertimento sui terroristi del futuro?». «Mi viene da vomitare». Sono solo alcuni dei commenti comparsi sulla pagina Facebook della sezione BW-Bodensee di Pegida, il movimento razzista e populista dei patrioti contro l’islamizzazione dell’Occidente. Il motivo di tanto sdegno? La scoperta che la Ferrero, nota industria dolciaria italiana molto presente anche sul mercato tedesco, ha messo in commercio delle nuove confezioni di Kinder Schokolade su cui non campeggia solo il classico bambino teutonico, biondo e occhi azzurri, ma anche testimonial con i tratti tipici di altre etnie. Il post, ora rimosso, è rimasto per diversi giorni sul web prima che i sostenitori di Pegida si rendessero conto di aver preso un grosso abbaglio e di avere messo involontariamente in discussione uno dei capisaldi del buon patriota: die deutsche Mannschaft, la nazionale tedesca.
La campagna della Kinder Ferrero. Sì, perché la Ferrero, in vista degli Europei 2016, ha deciso di creare un’edizione speciale degli amati Kinder Cioccolato sulle cui confezioni compaiono, quando erano ancora bambini, i beniamini della selezione allenata da Joachim Löw, detentori dell’ultimo titolo mondiale e tra i favoriti anche per l’imminente kermesse europea. Così, oltre al biondissimo Mario Götze e al bavaresissimo Thomas Müller, si vedono anche İlkay Gündoğan, nato a Gelsenkirchen ma di origine turca, e Jérôme Boateng, nato a Berlino ma di padre ghanese.
La nazionale tedesca è bunt. Sono anni che i campioni tedeschi con un Migrationshintergrund, un passato di migrazione, fanno le fortune della Germania: dopo la vittoria dei mondiali brasiliani, la stampa versò fiumi di inchiostro nel celebrare una nazionale bunt (letteralmente variopinta, multicolore), specchio perfetto di una società capace di integrare e valorizzare forze e talenti provenienti da tutto il mondo: i polacchi Klose e Podolski, lo spagnolo Gomez, il turco Özil (pilastro della nazionale che di recente ha postato una sua foto in pellegrinaggio alla Mecca), il tunisino Khedira. Un processo che, se pare essersi inceppato nella società sotto i colpi di una crescente xenofobia, prosegue invece indisturbato nel sistema calcio tedesco: tra i 27 pre-convocati di Löw per Francia 2016, ben 11 sono di origine straniera.
Le reazioni del web e dei media. Alla fine, qualcuno degli utenti di Pegida Bodensee un po’ più sveglio si è reso conto che quei bambini non erano i terroristi del domani ma i campioni del presente, ancora in erba; ormai, però, il pasticcio era fatto e così gli sciovinisti anti-Islam sono incappati nella contraddizione peggiore, per un patriota: quella di schierarsi contro la propria stessa nazione. Lo ha notato con ironia Bastian Brauns di Die Zeit: «Chi si indigna per Boateng e Gündoğan sulle confezioni dei Kinder Schokolade non è xenofobo, è un traditore della patria». Un’onta per Pegida, contro cui sul web si è sollevata un’autentica Shitstorm, come la chiamano qui in Germania: tanti utenti Facebook e Twitter hanno postato, con l’hashtag #cutesolidarity, vecchie foto di altri bimbi e altre famiglie con un Migrationshintergrund. Hasnain Kazim ad esempio scrive: «Pegida, ecco com’è una vera famiglia tedesca. Smettetela».
Qualcun altro, invece, non ci è andato giù così tenero e ha presentato il suo Kinder Schokolade o Ritter Sport in edizione speciale per razzisti:
La stessa Ferrero, la cui campagna è stata molto apprezzata nel resto della società tedesca, si è espressa duramente sulla vicenda: »Noi della Ferrero vorremmo espressamente distanziarci da qualsiasi forma di xenofobia o discriminazione, che non accettiamo e tolleriamo assolutamente, nemmeno su una community Facebook».
Foto di copertina © Facebook – Pegida BW Bodensee