Germania, la Merkel si ricandida come cancelliera: «Le elezioni più difficili»
La Cancelliera Angela Merkel ha dichiarato nella conferenza stampa di domenica 20 novembre che si candiderà per la quarta volta come cancelliera: «Oggi ho detto alla presidenza del mio partito, la CDU di Germania, che sono pronta a candidarmi di nuovo al congresso di Essen del 6 dicembre per la carica di presidente della CDU, e ancora una volta alle elezioni federali 2017 per l’incarico di cancelliera federale». La decisione di correre per il quarto mandato è stata tutto tranne che facile per la leader europea più stabile e influente degli ultimi dodici anni.
Le elezioni più difficili. La Merkel si è detta è perfettamente consapevole delle difficoltà a cui andrà incontro affrontando la campagna elettorale del novembre 2017, in un periodo incerto per la Germania, l’Europa e il mondo intero. Al suo partito ha dichiarato esplicitamente che in questi tempi di populismo dilagante sarà difficile farsi ascoltare dai cittadini ma, forte dell’esperienza che ha accumulato in questi anni, la cancelliera cercherà di affrontare la prossima campagna elettorale con la determinazione e la solidità di un leader che ormai rappresenta un perno della politica internazionale e del mondo liberaldemocratico.
L’endorsement di Obama. La settimana a Berlino è stata piena di impegni istituzionali per la Merkel, che ha incontrato il presidente uscente USA Barack Obama e i leader europei di Francia, Inghilterra, Italia e Spagna. Obama è atterrato il 16 novembre nella capitale e c’era molta attesa per i suoi colloqui con la Merkel dopo l’elezione del nuovo presidente Donald Trump. Nella conferenza stampa congiunta dei due leader Obama aveva dichiarato che, se fosse stato cittadino tedesco, avrebbe votato senza dubbi per la Cancelliera. A rendere ancora più scontata la candidatura di Mutti Merkel, poi giunta ufficialmente solo ieri, è stata la dichiarazione di Norbert Röttgen, vicepresidente federale della CDU, che il 15 di novembre, intervistato dalla CNN aveva dato per certo l’impegno della cancelliera descrivendola come «assolutamente determinata e desiderosa di contribuire al rafforzamento dell’ordine liberale internazionale», sottolineando però come una leader importante come lei non possa essere vista come l’unica speranza per l’alleanza atlantica, che senza dubbio deve essere riorganizzata, pur lasciando un forte peso agli Stati Uniti nonostante la presidenza di Trump sia ancora un incognita.
Leader del mondo libero? Dopo l’elezione del tycoon, infatti, varie testate internazionali hanno evocato la Germania come unica potenza occidentale capace, per stabilità economica e politica, di combattere i populismi che ormai, sull’onda della disaffezione alla politica, si vanno sempre più affermando. «Angela Merkel leader of the free world»: così Timothy Garton Ash ha commentato sul The Guardian in un editoriale apparso dopo le elezioni americane, sottolineando come il pragmatismo della cancelliera rappresenti l’unica alternativa ai movimenti populisti dilaganti nell’Europa del dopo Brexit. Al pragmatismo e alla solidità del governo della leader cristiano-democratica devono seguire però nuove politiche e un nuovo modo di comunicare che riescano a rispondere alle richieste di tutti gli elettori.
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Le sfide. Tra i principali scogli che dovrà affrontare la Merkel nei prossimi mesi ci sono l’eventuale alleanza Rot-Rot-Grün (Spd, Die Linke e Verdi, già esistente a Berlino) in caso di cattivo risultato della CDU, la ricerca di un equilibrio tra doveri dell’accoglienza e ascolto delle paure dei cittadini tedeschi, l’impetuosa ascesa di Alternative für Deutschland che, visto il trend internazionale, rischia di essere il principale competitor della Merkel alle prossime elezioni. I sondaggi, al momento, danno la popolarità della Merkel al 55 percento, in netta risalita dopo il crollo degli ultimi mesi in conseguenza delle politiche sui migranti.
Gli altri partiti. Con la candidatura ufficiale della Merkel adesso la domanda è chi schiereranno gli altri partiti. L’SPD in forte crisi di identità dopo otto anni di Große Koalition con la CDU/CSU (2005-2009, 2013-2017), si trova ad affrontare come gran parte dei partiti socialisti europei da un lato la crisi interna sui valori portanti della sinistra, dall’altro un forte deficit di consenso, che porta circa il 54 percento dei suoi elettori ad auspicare un nuovo governo guidato da Merkel. Sigmar Gabriel, attuale segretario del partito, viene accusato di essere stato succube di una coalizione a predominanza cristiano-democratica, senza aver fatto valere il peso del partito all’interno del governo. Per queste ragioni molti fanno il nome di Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo, come prossimo candidato a sfidare la cancelliera uscente. La vera novità però è rappresentata da Alternative für Deutschland, partito nazionalista e xenofobo che sta salendo sempre più nei sondaggi, come altri partiti analoghi che si stanno diffondendo in tutta Europa, basti pensare al Front National in Francia. Il grande pericolo per la Cancelliera è infatti che l’AfD superi i socialisti nelle prossime consultazioni elettorali, perché, con un sistema elettorale proporzionale, la CDU, che per il momento sembra stabilmente in testa nei sondaggi, potrebbe trovarsi nella scomodissima posizione di dover formare un improbabile governo di coalizione proprio con il partito nazionalista (ipotesi che in ogni caso pare poco realistica).
I sondaggi. Questa opzione pare però scongiurata dagli ultimi sondaggi che, dopo l’ufficialità della candidatura di Angela Merkel danno la CDU/CSU al 33 percento circa, seguita dall’SPD al 24 percento, con AfD al 13 percento, i Grüne al 12 percento, la Linke al 9 percento (dati Die Zeit). Sondaggi che, pur restando approssimativi e instabili, sembrano profilare di nuovo una Große Koalition fra CDU e SPD con a capo la cancelliera. Angela Merkel potrebbe quindi guidare il Paese per il suo quarto mandato consecutivo come solo Helmut Kohl, cancelliere nel periodo della riunificazione dal 1982 al 1998, prima di lei. La Germania si dirigerà dunque verso una nuova coalizione in linea con quella precedente in nome di una stabilità che caratterizza le istituzioni tedesche sin dalla caduta del muro di Berlino, oppure crescerà AfD e ci si dirigerà verso uno scenario di maggiore instabilità? Non ci resta che osservare l’andamento della campagna elettorale, certi che la Cancelliera parta in vantaggio sugli altri candidati per popolarità ed esperienza.
Foto di copertina © Wikipedia – א (Aleph)