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Germania, nel 2023 sventato assassinio di musicista dissidente da parte di sicari iraniani

Il rapimento di Cecilia Sala rappresenta solo l’ultima di una serie di azioni intraprese dai servizi segreti iraniani in Europa: nel 2023 è stato annullato all’ultimo l’assassinio del popolare musicista Shahin Najafi

È notizia di questa settimana che, nel 2023, un piano per assassinare il musicista dissidente Shahin Najafi, cittadino iraniano residente in Germania, sia stato annullato all’ultimo momento, quando l’assassino inviato da Teheran si trovava già all’esterno del luogo del concerto di Hannover in cui l’artista avrebbe dovuto esibirsi. L’uccisione sarebbe dovuta avvenire il 17 settembre, giorno dell’anniversario delle proteste ‘Donna, Vita, Libertà’.

Il piano contro Najafi nel dettaglio

Il piano contro Najafi, secondo fonti di intelligence occidentali, era stato affidato a un gruppo d’élite di assassini chiamato la ‘Rete Tedesca’, guidata dal comandante della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) Mohsen Bozorg. L’operazione si è interrotta all’ultimo momento, quando l’aumento improvviso delle misure di sicurezza attorno al Theater am Aegi di Hannover ha fatto temere ai mandanti che la missione fosse stata scoperta. L’ordine di annullare l’attacco sarebbe arrivato direttamente da Teheran, secondo Iran International, testata di dissidenti iraniani con base in Inghilterra.

 

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Il passato di Najafi

Najafi vive in Germania dal 2005, dopo aver lasciato l’Iran a causa delle pressioni per rimuovere messaggi politici dalla sua musica. In Germania, ha continuato a cantare parlando di oppressione delle donne, omofobia e dogmi ideologici. Dodici anni fa, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) ha posto una taglia sulla sua testa. Da allora vive sotto sorveglianza.

Per il loro piano, l’Iran si sarebbe appoggiato a Ramin Yektaparast, gangster iraniano-tedesco collaboratore dell’IRGC, già sospettato di attacchi contro obiettivi ebraici in Germania, tra cui un fallito attentato a una sinagoga di Essen. L’uomo però non può essere arrestato: è stato ucciso a Teheran pochi mesi fa in un’operazione attribuita al Mossad, i servizi segreti israeliani.

L’unità incaricata dell’uccisione di Najafi è una divisione segreta specializzata in operazioni letali, già collegata a piani falliti di assassinio in Europa, tra cui quello di un generale americano in Germania e un diplomatico israeliano in Turchia. L’operazione era supervisionata da Mohsen Alinajad Kari Bozorg, un operativo di alto livello dell’IRGC, che guida la Rete Tedesca. Bozorg seleziona i bersagli e approva i piani operativi, coordinando agenti iraniani e stranieri.

Il caso Jamshid Sharmahd

L’attentato pianificato contro Shahin Najafi rientrava in un periodo critico in cui la comunità internazionale tentava disperatamente di salvare la vita a Jamshid Sharmahd, dissidente iraniano-tedesco rapito a Dubai nel luglio 2020 da agenti dei servizi segreti iraniani mentre era in transito verso l’India.

Dopo il suo trasferimento forzato in Iran, le autorità lo avevano condannato a morte con l’accusa di un presunto coinvolgimento in un attentato del 2008 a Shiraz. Sharmahd è stato giustiziato il 23 ottobre 2024.

Da allora la Germania ha ritirato il proprio ambasciatore a Teheran .

I rapporti Germania – Iran ora e la sicurezza degli europei in Iran

La Germania sembra trovarsi al centro di un intricato scontro diplomatico con l’Iran. Gli eventi legati al tentato assassinio di Najafi e all’esecuzione di Sharmahd dimostrano come Teheran continui a sfidare apertamente l’Europa, portando avanti operazioni che colpiscono dissidenti anche al di fuori dei propri confini. Il caso di Cecilia Sala, ancora prigioniera, solleva gravi preoccupazioni sulla sicurezza dei cittadini europei e sul mancato rispetto dei diritti umani da parte del regime iraniano.

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