Disordini politici e violenze: a Berlino Luciana Castellina racconta la Puglia del Dopoguerra
“La fine della guerra, il 45, qui non fu quella rottura epocale che fu al Nord; la guerra in Puglia era terminata da un pezzo e la liberazione non veniva avvertita; la storia della regione rimase a sé. Qui non c’era la pace, qui proseguiva una guerra civile più cattiva di quella precedente…”
Con queste parole Luciana Castellina, la pasionaria fondatrice del Manifesto, voce fuori dal coro all’interno del PCI, che per questo la epurerà dopo il ’68, descrive la situazione della Puglia del dopoguerra, nel libro, uscito lo scorso anno per i tipi di Nottetempo, Guardati dalla mia fame, scritto a quattro mani con la scrittrice Milena Agus. Il libro verrà presentato martedì 19 maggio, presso la libreria Mondolibro, e sarà proprio la Castellina, insieme alla direttrice di Nottetempo Ginevra Bompiani, a raccontarcene la genesi.
Guardati dalla mia fame racconta la vicenda delle sorelle Luisa e Carolina Porro, trucidate nel loro palazzo di Andria nel Marzo del ’47, il giorno prima della Festa della Donna, come viene ricordato, e alla vigilia del comizio ad Andria del sindacalista Di Vittorio, l’unico in grado di comunicare con le masse contadine del Tavoliere. In una Puglia “vuota non solo di pane, ma anche di Stato”, come si legge nel romanzo, viene assaltata la residenza delle signorine Porro, colpevoli unicamente di appartenere alla ricca borghesia latifondista cittadina. Qualcuno degli occupanti la casa, come la terza sorella Vincenzina, riesce a fuggire, Luisa e Carolina, la più grande e la più piccola del nucleo familiare, vengono barbaramente massacrate.
I fatti vengono raccontati secondo due prospettive convergenti, come nelle tragedie greche: nella prima parte Milena Agus, scrittrice cagliaritana tradotta in più di venti lingue, ripercorre la vita familiare delle Porro, una vita senza lussi e senza sbavature, piatta e composta, fuori dal tempo e dalle mode. Nella seconda Luciana Castellina illustra il clima politico e le tensioni sociali della Puglia di quegli anni, un clima da Rivoluzione Francese: più volte e non a caso si citano le vicende parigine, come quando l’amica delle sorelle Porro, loro alter-ego nella prima parte del libro, grida: “Mi sembrate Maria Antonietta con le sue stramaledette brioches!” (ricordando quando la regina, completamente ignara della situazione del popolo, affermava “Se non hanno più pane, che mangino brioches!”).
Questa pagina nerissima della storia italiana, grazie alla ricostruzione attenta della Castellina, diventa non solo emblema della lotta di classe nel Meridione, inscindibile dall’ancora irrisolta Questione meridionale, ma della storica difficoltà dei partiti di sinistra a dialogare con la massa, come ricorda l’autrice citando Togliatti: “Se qualche contadino si iscrive al PCI viene considerato un cavallo di Troia, così alla fine questi cavalli se li è presi la DC e noi siamo rimasti a piedi”.
Non solo: la storia delle sorelle Porro dà occasione a Milena Agus di raccontare, con l’ésprit de finesse che contraddistingue i suoi romanzi, l’esistenza delle donne non ancora liberate dalla casa e dalla Chiesa, prigioniere di ruoli e convenzioni borghesi, di un mondo che ancora, sempre meno ma ancora, resiste.
In un libro piccolo, ma densissimo.
Presentazione del libro Guardati dalla mia fame
con Luciana Castellina e Ginevra Bompiani
Dove: Libreria Mondolibro, Torstrasse 159, Berlin
Quando: Martedì 19 maggio, h 19.00
Ingresso libero